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L’Italia ha ripreso a costruire e ad essere impresa

L’Italia ha ripreso a costruire e ad essere impresa

È impegnata nella realizzazione di ospedali, di autostrade, prossimamente del ponte sullo Stretto di Messina e, grazie a un’esperienza trentennale, di nuove linee della metropolitana. All’estero, poi, porta avanti interventi tra Algeria e Medio Oriente. Così la nuova Condotte programma un futuro di grandi lavori.


Abbiamo ripreso a essere impresa… dopo una gestione commissariale che garantiva la continuità, stiamo dando impulso alla partecipazione a gare per nuovi appalti, mentre puntiamo a velocizzare i lavori in corso e i progetti, fra i quali la Città della Salute, nei pressi di Milano, che sarà il più grande centro di cure oncologiche in Europa». A parlare è Enzo Reggiani, ingegnere di lungo corso che nei suoi 35 anni in Condotte ha vissuto da vicino tutte le fasi di una delle più grandi aziende edili del Paese. Quelle dello splendore – Condotte ha costruito in una trentina di nazioni oltre 800 grandi opere fra ponti, dighe, gallerie ed edifici, tra i quali spicca La Nuvola di Fuksas – fino alla crisi di liquidità del 2017-2018 che ha portato alla procedura di amministrazione straordinaria, con la cessione di vari rami d’azienda e il lavoro dei commissari straordinari (Giovanni Bruno, Gianluca Piredda e Matteo Uggetti) per preservare posti di lavoro (oggi poco più di 500 dipendenti) e gran parte delle commesse, per arrivare poi alla nuova svolta. Quella del 2023, quando Imprecim – una controllata di Tiberiade, la holding della famiglia Mainetti – acquista l’azienda con un’operazione da circa 280 milioni. Si riparte. A razzo, verrebbe da dire, perché intanto il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha messo al centro delle priorità del governo il progetto del Ponte di Messina e Condotte ha in pancia una partecipazione in Eurolink, il consorzio di imprese impegnato nella costruzione di un’opera da circa 14 miliardi.

Il Ponte fa parlare, da ogni punto di vista, e quindi è normale che abbia grande risalto, ma siamo solo alle battute iniziali. Sono in fase più avanzata invece altri progetti. La Città della Salute, il maxi polo sanitario con Istituto dei Tumori e Neurologico Besta che sorgerà sulle aree Falck di Sesto San Giovanni, ha visto la posa della prima pietra la scorsa estate, mentre i cantieri sono stati avviati in questi giorni. «Condotte 1880» spiega Reggiani, «è azionista di maggioranza relativa nella Cisar, la società impegnata nella costruzione e nella successiva manutenzione della Città della Salute che ha fra i soci anche Inso-Fincantieri ed Edison. Le nostre stime prevedono di poter ultimare i lavori entro la fine del 2026». Ottimista? Le variabili sono quelle solite di tutti i cantieri relativi alle grandi opere, con l’aggiunta dell’incognita per l’adeguamento dei prezzi del settore che dopo il Covid si sono moltiplicati e questo per un progetto di qualche anno fa potrebbe avere un peso. «Ci vedono impegnati» aggiunge Reggiani «altri due importanti progetti in corso di esecuzione che sono il nuovo Policlinico universitario di Caserta che sarà completato entro il prossimo anno e la strada di scorrimento veloce Lioni-Grottaminarda, essenziale per snellire il traffico nella provincia di Avellino. Per ultimarla ci sono da contrattualizzare ancora due lotti». Le difficoltà del settore sono note e di certo non nuove. Costruire drena liquidità e con i tassi così alti e le banche sempre restie a fornire finanziamenti l’humus non è quello ideale. Ma dopo gli anni complicati dell’amministrazione straordinaria, Condotte è tornata a nuova vita.

Tant’è che parlare di nuovo del progetto della metro D di Roma. Il sindaco Roberto Gualtieri ha annunciato di volerci puntare e Condotte 1880 ha avviato incontri con l’assessorato alla mobilità. Dieci anni fa fu bandita una prima gara, secondo la normativa del tempo, e l’Rti, Raggruppamento temporaneo d’Impresa, al 50 per cento con il gruppo Pizzarotti, la vinse col miglior progetto, diventando il promotore. «Dovremmo essere noi» evidenzia ancora il dirigente di Condotte, «a indire una gara per chiedere offerte migliorative sul nostro progetto. E se volessimo mantenere l’appalto, esercitando una sorta di prelazione, dovremmo adeguare la nostra offerta a quella risultata migliore». La situazione è, quindi, in divenire. Quello che non manca a Condotte 1880, come a Pizzarotti, che sta costruendo una linea metro a Parigi, è l’esperienza nel settore. Oltre alle metropolitane all’estero a Miami e Washington negli anni Novanta» precisa Reggiani «abbiamo in tempi diversi costruito le metropolitane A e B di Roma, che furono uno dei primi lotti in Italia».

Quindi c’è l’orizzonte estero che in passato tante soddisfazioni aveva dato al gruppo. In Algeria Condotte sta realizzando l’autostrada di Rocade con altri soci locali e ha avviato una collaborazione anche con la Crcc, la principale impresa cinese di costruzioni con 250 mila dipendenti. Sempre in Algeria in raggruppamento con altre imprese sta ultimando la nuova linea ferroviaria Tlelat/Tlemcem. E anche in Kuwait sono in dirittura d’arrivo nel primo semestre del prossimo anno i lavori di una nuova autostrada. «Stiamo valutando di tornare alla grande all’estero come un tempo» conclude l’ingegnere, «intravvediamo opportunità nell’est Europa, in Romania, che già conosciamo, e Norvegia. Anche la Francia ci interessa».

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