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In pensione sempre più tardi: entro il 2060 l’età salirà ovunque in Europa

In pensione sempre più tardi: entro il 2060 l’età salirà ovunque in Europa

Danimarca prima a quota 74 anni, Italia a 71 anni. Le differenze tra Paesi e genere secondo l’Ocse

In Europa andare in pensione diventa sempre più un miraggio. Entro il 2060 l’età per poter salutare il luogo di lavoro salirà ovunque, con la Danimarca che toccherà il record di quota 74 anni, seguita da Italia e Estonia a 71 anni. Secondo l’ultima fotografia dell’Ocse la tendenza è dettata dall’invecchiamento della popolazione e dalla necessità di garantire la sostenibilità dei sistemi previdenziali nazionali, sempre più sotto pressione. Non solo siamo davanti a un aumento generalizzato dell’età pensionabile, ma anche a forti diversità tra Paesi e generi.

Età pensionabile in Europa: come è la situazione oggi

Oggi l’età di pensionamento in Europa varia tra i 62 e i 67 anni per gli uomini e tra i 60 e i 67 anni per le donne. La media è di 64,7 anni per gli uomini e 63,8 per le donne. Numeri che nascondono forti disparità. Primato dei Paesi Nordici (come Danimarca e Norvegia) dove si va in pensione dopo i 67 anni oggi, donne e uomini. All’opposto c’è la Turchia, dove gli uomini lasciano il lavoro a 52 anni e le donne a 49 anni. In 23 Paesi europei l’età pensionabile è uguale per uomini e donne. In nove Stati resta un vantaggio per le donne, con i casi più marcati in Austria e Polonia, dove gli uomini devono lavorare cinque anni in più. Romania, Ungheria e Turchia mostrano divari di tre o più anni. In media, la differenza nell’Unione Europea è di 0,9 anni tra uomini e donne.

Il futuro secondo l’Ocse: età pensionabili fino a 74 anni

E nel futuro? L’Ocse prevede un generale innalzamento dell’età pensionabile in 20 Paesi per gli uomini e in 24 per le donne sui 32 Paesi analizzati. Chi ha iniziato a lavorare nel 2022 dovrà aspettarsi di andare in pensione tra i 62 e i 74 anni, a seconda del Paese e del genere. Sarà sempre la Danimarca a detenere il primato dell’età pensionabile più alta in Europa, con l’uscita dal lavoro prevista a 74 anni (già entro il 2035 si arriverà a 69 anni). Italia, Estonia, Paesi Bassi, Svezia e Cipro seguiranno con soglie comprese tra i 70 e i 71 anni. In Germania, Belgio, Regno Unito, Norvegia e Islanda si arriverà a 67, mentre in Grecia e Irlanda si resterà sui 66. I Paesi nordici continuano ad essere al vertice della classifica anche per rigore previdenziale, adottando da tempo sistemi automatici di adeguamento all’aspettativa di vita. In Turchia ci sarà entro il 2060 l’incremento più drastico: 13 anni in più per gli uomini e 14 per le donne. Estonia, Slovacchia, Svezia e Cipro registreranno aumenti superiori ai 5 anni. E le previsioni dicono che le differenze di genere sono destinate a ridursi quasi completamente entro il 2060. Solo in Polonia, Ungheria, Romania e Turchia si stima che il divario resterà stabile.

Il caso italiano: pensione a 67 anni oggi, a 71 anni nel 2060

In Italia, l’età pensionabile ordinaria è attualmente fissata a 67 anni per tutti, una delle più alte in Europa. Ma la soglia è destinata a salire: secondo l’Ocse, chi è entrato nel mondo del lavoro nel 2022 andrà in pensione a 71 anni entro il 2060. Questo aumento, tra i più marcati in Europa, è legato al meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita previsto dalla Legge Fornero, con revisioni biennali. Le regole variano a seconda della data di inizio dei contributi (prima o dopo il 1996) e l’accesso alla pensione anticipata dipende da requisiti stringenti. Le formule attive nel 2025, come Quota 103 e Opzione Donna, offrono vie d’uscita anticipate, ma spesso penalizzano l’assegno mensile. Inoltre, per i lavoratori interamente contributivi, la novità del 2025 è il cosiddetto “ponte” con la previdenza integrativa: un meccanismo che permette di colmare la soglia minima per la pensione anticipata sommando i contributi dei fondi pensione.

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