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I costi economici del terrorismo

I costi economici del terrorismo

Dal 2000 ad oggi sono aumentati di dieci volte, e il rischio è che salgano ancora

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Hasna Aitboulahcen, la kamikaze che si è fatta esplodere durante il blitz della polizia a Saint Denis, Parigi, il 18 novembre 2015

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Il palazzo sede del blitz della polizia francese a Saint-Denis – 18 novembre 2015

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Parigi Saint Denis, 18 novembre 2015, reparti delle forze speciali

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Parigi Saint Denis, 18 novembre 2015, un militare delle forze speciali

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Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi – 18 novembre 2015

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Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi – 18 novembre 2015

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Poliziotti francesi nel raid a Saint Denis, vicino Parigi – 18 novembre 2015

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Una donna cammina vicino a un murales con il motto francese “Fluctuat nec mergitur” – 17 novembre 2015

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Parigi, 13 novembre 2015. Un gruppo di persone fuggite dalla sala concerti Bataclan.

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Parigi, 14 novembre 2015. Una rosa e un biglietto su cui si legge “In nome di cosa?” apposti accanto a un foro di proiettile sulla vetrina del ristorante La Belle Équipe.

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Parigi, 14 novembre 2015. Due fori sulla vetrina del ristorante La Belle Équipe trasformati in un’emoticon che esprime tristezza.

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Parigi, 14 novembre 2015. Un uomo suona il pianoforte per la strada, nei pressi della sala concerti Bataclan, nell’11° arrondissement, all’indomani della strage.

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Parigi, 15 novembre 2015. La folla depone fiori e accende candele di fronte al ristorante La Belle Equipe, in Rue de Charonne, due giorni dopo gli attacchi.

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Parigi, 14 novembre 2015. Tre amici si abbracciano dopo essersi ritrovati fuori dalla sala concerti Bataclan.

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Parigi, 13 novembre 2015. Una scarpa abbandonata lungo Boulevard Voltaire, accanto a una macchia di sangue, nei pressi della sala concerti Bataclan.

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Parigi, 13 novembre 2015. I corpi di alcune vittime coperti da lenzuola fuori da uno dei locali attaccati dai terroristi.

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Parigi, 13 novembre 2015. Un uomo con gli abiti sporchi di sangue e avvolto in una coperta isotermica parla al telefono nei pressi della sala concerti Bataclan.

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Parigi, 13 novembre 2015. Le forze di polizia e i soccorritori all’interno del ristorante Carillon.

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Una madre con una figlia si fermano per il minuto di silenzio in ricordo delle vittime delle stragi di Parigi alle 13 del 16 novembre 2015

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Parigini in Place de la Republique si fermano per il minuto di silenzio in ricordo delle vittime delle stragi di Parigi alle 13 del 16 novembre 2015

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Un uomo e una donna pregano in mezzo alla folla che rispetta il minuto di silenzio davanti a Le Carillon e Le Petit Cambodge a Parigi – 16 novembre 2015

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Giovani studenti all’Università Sorbona applaudono dopo il minuto di silenzio in onore delle vittime delle stragi di Parigi – 16 novembre 2015

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Parigini in Place de la Republique si fermano per il minuto di silenzio in ricordo delle vittime delle stragi di Parigi alle 13 del 16 novembre 2015

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Parigini davanti al palazzo del comune si fermano per il minuto di silenzio in ricordo delle vittime delle stragi di Parigi alle 13 del 16 novembre 2015

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Il principe Alberto di Monaco (al centro) con la principessa Charlene (a sinistra), al principessa Alexandra (la seconda da sinistra), la principessa Caroline (destra) osservano un minuto di silenzio per le vittime delle stragi di Parigi al Palazzo reale di Monaco – 16 novembre 2015

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JERUSALEM, Israele – NOVEMBER 15: I muri della città vecchia di Gerusalemme illuminati a ricordo della strage parigina

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SAN FRANCISCO: La San Francisco City Hall

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BERLINO, Germania – La porta di Brandeburgo a Berlino

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DUBAI, Emirati Arabi- NOVEMBER 15: L’hotel Burj Al Arab

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SYDNEY, AUSTRALIA -L’Opera House illuminata con i colori della bandiera francese

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SEOUL, Sud Corea – Candele accese di fronte all’ambasciata francese

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AUCKLAND, Nuova Zelanda – I colori della bandiera francese su Auckland Museum a ricordo delle vittime

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AUCKLAND, Nuova Zelanda

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TEL AVIV, Israele – L’edificio governativo di Tel Aviv illuminato con i colori della Francia

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TEL AVIV, ISRAEL – NOVEMBER 14: People hold an Israeli flag as the Tel Aviv Municipality building light is illuminated in the colours of the French national flag as people gather to show solidarity for the victims of the Paris attacks in Rabin’s square on November 14, 2015 in Tel Aviv, Israel. At least 120 people have been killed and over 200 are injured in Paris following a series of terrorist acts in the French capital on Friday. (Photo by Lior Mizrahi/Getty Images)

“L’espansione dello Stato Islamico e di Boko Haram ha portato i costi umani ed economici del terrorismo alle stelle”, ha commentato con amarezza il canale americano CNBC dopo aver dato un’occhiata alle ultime statistiche pubblicate in materia.

Tra il 2013 e il 2014, il numero delle vittime del terrorismo è cresciuto niente meno che dell’80 per cento. Secondo il Global Terrorism Index compilato dall’Institute for Economics and Peace di New York siamo passati da 18,111 a 32,658 morti, con Isis e Boko Haram responsabili del 51 per cento degli attacchi. Iraq e Nigeria sono i paesi più colpiti da questo triste fenomeno, seguiti da Afghanistan, Iraq, Pakistan e Siria. In queste nazioni si concentrano il 78 per cento delle vittime e il 57 degli attacchi.

I costi economici del terrorismo sarebbero invece aumentati di ben dieci volte dal 2000 ad oggi, e del 61 per cento dal 2013 al 2014. In valori assoluti, parliamo oggi di poco meno di 53 miliardi di dollari, calcolati considerando il valore delle infrastrutture distrutte e i flussi di investimenti in uscita dai paesi a rischio. Se poi si considera che dieci delle undici nazioni più colpite dal terrorismo a livello globale sono anche i principali responsabili dell’enorme flusso di rifugiati che ci ritroviamo a gestire oggi, i costi reali del terrore diventano incalcolabili.

Infine, se in Occidente le molle del terrorismo vengono attivate da situazioni di emarginazione, disoccupazione e criminalità e il 70 per cento degli attacchi continua ad essere messo a segno da fanatici “lupi solitari“, nel resto del mondo il terrorismo esplode in genere in contesti già violenti e caratterizzati da corruzione e povertà diffusi. 

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