Il governo accelera sul decreto Energia, il provvedimento che entro la settimana dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri e che la premier Giorgia Meloni conta di presentare dal palco di Atreju, domenica 14, nella giornata conclusiva della kermesse di Fratelli d’Italia. Nel pacchetto spicca un bonus da 55 euro sulle bollette della luce destinato nel 2026 alle famiglie economicamente più fragili, finanziato con 250 milioni di euro. Il governo prova a dare un sollievo immediato alle famiglie e alle imprese, attraverso una complessa operazione di rimodulazione degli oneri di sistema e di razionalizzazione del mercato energetico. Una sfida tecnica che Meloni punta a trasformare in un segnale politico di stabilità e ascolto, proprio davanti alla platea di Atreju.
Bollette: bonus da 55 euro per 4,5 milioni di famiglie e dilazione degli oneri di sistema
Secondo la bozza del decreto, il contributo straordinario da 55 euro annui sarà riconosciuto alle famiglie con Isee fino a 15mila euro e ai nuclei numerosi con almeno quattro figli a carico e Isee inferiore a 20mila euro. Le stime parlano di 4,5 milioni di nuclei familiari, che riceveranno un aiuto aggiuntivo rispetto al bonus sociale che rimane attivo. Il costo della misura, 250 milioni di euro, sarà coperto dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali, senza impatto diretto sul bilancio dello Stato. Non solo famiglie. Si lavora infatti a una revisione degli oneri di sistema, una voce che pesa per il 20-25% sulle fatture elettriche e che serve a sostenere, tra le altre cose, le energie rinnovabili e le agevolazioni per le imprese ad alto consumo. L’idea è di dilazionare una parte di questi costi, tra 5 e 6 miliardi l’anno, spalmando nel tempo una quota che oggi viene pagata tutta insieme. Tradotto: si pagherà comunque, ma in maniera più dilazionata. L’operazione passerebbe attraverso strumenti finanziari gestiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, e permetterebbe già nel 2026 un piccolo alleggerimento delle bollette. Per una famiglia media il risparmio stimato è calcolato tra i 30 e i 40 euro annui, mentre le piccole e medie imprese collegate in bassa tensione potrebbero beneficiare di uno sconto più consistente, grazie alla riduzione della parte degli oneri legata a rinnovabili e cogenerazione. Si tratta di un intervento che non riduce gli oneri in sé. ma che spalma nel tempo quanto dovuto, alleggerendo nell’immediato la spesa energetica per il 2026.
Decreto Energia: transizione, reti e nuove regole
Il decreto non interviene solo sulle bollette. Ma una parte importante del testo punta a sciogliere nodi che negli ultimi anni hanno rallentato lo sviluppo delle energie rinnovabili e delle infrastrutture elettriche in Italia. Il primo capitolo riguarda le aree idonee, cioè le zone che le Regioni possono destinare agli impianti verdi. L’obiettivo è accelerare la costruzione di nuovi parchi solari ed eolici, oggi troppo spesso frenati da passaggi autorizzativi lunghi e complessi. C’è poi la questione della saturazione virtuale della rete. Oggi molte imprese prenotano capacità di connessione per nuovi impianti rinnovabili senza però costruirli effettivamente, creando un collo di bottiglia che impedisce di autorizzare nuovi progetti. Il decreto si propone di intervenire su questa anomalia, liberando capacità reale e accelerando la transizione energetica. Sul fronte delle imprese, resta aperto anche il nodo del differenziale del prezzo del gas tra l’Italia e il resto d’Europa, che il decreto mira a ridurre per migliorare la competitività industriale. Sembra destinato a restare fuori dal testo il tema delle concessioni idroelettriche, su cui il confronto con Bruxelles richiede tempi più lunghi.
