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Dal Bancomat all’e-commerce, l’Europa cambia il mondo digitale (per tutti)

Dal Bancomat all’e-commerce, l’Europa cambia il mondo digitale (per tutti)

Nuove regole obbligatorie dal 28 giugno per bancomat, e-commerce, servizi pubblici e aziende: sanzioni fino al 5% del fatturato per chi non si adegua. Un mercato da 500 miliardi di dollari in gioco.

Dagli sportelli del bancomat ai distributori di biglietti della metro, dai siti di e-commerce alla consultazione di un referto online, fino alla prenotazione di un hotel per le vacanze. Cambierà tutto. Dovrà cambiare tutto. Il 28 giugno entra in vigore l’European Accessibility Act (EAA), la direttiva dell’Unione europea che impone ai Paesi membri l’adozione di standard comuni per garantire l’accessibilità a prodotti e servizi digitali anche per le persone con disabilità visive, motorie, uditive o cognitive.

European Accessibility Act Sanzioni: chi deve rispettare le nuove norme e quali sono le sanzioni

In Italia 13 milioni di persone vivono con una disabilità, in Europa 80 milioni, nel mondo 1 miliardo. L’obiettivo è abbattere le barriere che ancora oggi rendono complicato l’accesso a strumenti quotidiani per questi milioni di persone. Un cambiamento che avrà ricadute dirette sul mondo delle imprese che dovranno riprogettare tecnologie, piattaforme e interfacce per essere accessibili davvero. Il percorso dell’EAA è cominciato con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (2010) e il 28 giugno la direttiva entra in vigore. L’Italia ha fissato al 2030 il termine massimo per l’adeguamento di prodotti e servizi non conformi già presenti sul mercato. Sono obbligate al rispetto delle nuove norme tutte le aziende con più di 10 dipendenti e oltre 2 milioni di euro di fatturato. Sono escluse le microimprese, ma anche per loro è previsto un percorso di accompagnamento. Le sanzioni previste in caso di non rispetto vanno da 5mila a 40mila euro per prodotti o servizi non conformi, fino a 30mila euro per mancata collaborazione nei controlli e fino a fino al 5% del fatturato per aziende con ricavi superiori a 500 milioni

I servizi che dovranno diventare accessibili: dagli sportelli bancomat alle app di e-commerce

Quali saranno le applicazioni concrete? Tra i servizi che dovranno obbligatoriamente essere accessibili ci sono gli sportelli bancomat e i terminali self-service; le biglietterie automatiche in stazioni e aeroporti; i siti web e app della Pubblica Amministrazione e delle aziende private; l’e-commerce, inclusi i moduli di pagamento; le piattaforme bancarie e lettori eBook e i servizi di emergenza; hardware e sistemi operativi destinati al pubblico. Ogni dispositivo dovrà essere progettato in modo da risultare accessibile a persone con disabilità visive, motorie, uditive o cognitive. Un bancomat, per esempio, dovrà prevedere comandi vocali, tasti riconoscibili al tatto, schermo ad alto contrasto e posizione accessibile anche per persone in sedia a rotelle. Per l’e-commerce questo significa garantire navigazione da tastiera senza uso del mouse; compatibilità con screen reader; testi alternativi per le immagini; video con sottotitoli o traduzioni LIS e form di pagamento chiari e facilmente correggibili.

Accessibilità digitale: una questione da 500 miliardi di dollari

Oggi oltre un miliardo di persone nel mondo vive con una qualche forma di disabilità. Eppure, il 98% dei siti web è ancora inaccessibile. L’impatto economico di questa esclusione è rilevante: 500 miliardi di dollari di spesa annua potenziale non intercettata al mondo, con due terzi delle transazioni online abbandonate per ostacoli all’accessibilità.  Secondo un’indagine di AccessiWay, leader in Europa nell’accessibilità digitale, i settori più in ritardo in Italia sono la Pubblica Amministrazione, l’e-commerce settore moda e la Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Nella PA le difficoltà maggiori sono legate alla presenza di portali poco fruibili, contenuti pdf non accessibili, interfacce confuse e mancanza di strumenti per l’assistenza in tempo reale. L’e-commerce spesso, soprattutto nel settore moda, offre contenuti fatti di immagini, senza descrizioni alternative e navigazioni complesse da poter fare solo con la tastiera. La Grande Distribuzione Organizzata fatica a rendere accessibili app, flyer digitali, aree di login e sistemi di pagamento. E tutto questo porta oltre il 73% delle persone con disabilità ad abbandonare le transazioni online. L’effetto? Frustrazione per le persone e perdite dirette per le aziende.

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