Anche le banche devono fare i conti con concorrenti nati nell’era digitale e determinati a sottrarre loro una fetta di business. PayPal Working Capital e Square, infatti, approfittano delle condizioni di mercato per spingersi oltre il core business dei servizi di pagamento. L’obiettivo delle due aziende americane, infatti, è entrare nel settore dei prestiti.
Dalla crisi finanziaria del 2008, le banche hanno ristretto fortemente l’accesso al capitale, impattando sulle attività delle piccole e medie imprese. Dal 2007 al 2013, rivela una ricerca condotta da Business Insider, i prestiti per aziende con un giro di affari inferiore al milione di dollari sono calati vertiginosamente. Solo 2,4 milioni di prestiti sono stati erogati a piccole e medie imprese nel 2013, il 54% in meno rispetto al 2007. Per PayPal e Square, dunque, si apre l’occasione per intercettare i bisogni di queste aziende a cui mettono a disposizione prestiti e anticipi di cassa, che possono essere rimborsati come percentuale sulle vendite. Addirittura, se non ci sono vendite, il pagamento può essere ritardato.
A questo modo, non solo i nuovi player hanno la possibilità di conquistare quei clienti che si vedono negati i prestiti dalle banche, ma contribuendo a migliorare la salute dei business esistenti, allargano ulteriormente le proprie entrate sotto forma di fee derivanti dai loro servizi di pagamento. Infine, per quanto la commissione annuale richiesta da PayPal e Square sia fra quelle più onerose, le piccole e medie aziende apprezzano i servizi di back-office digitali, perché le aiutano a risparmiare tempo, funzionano secondo termini molto chiari e sono molto veloci e agili quando si tratta di concedere un anticipo di cassa. Senza contare che, appunto, il programma di ripianamento del debito segue l’andamento del business.
