Persino gli oligarchi russi segnano il passo di fronte all’ondata di italiani in arrivo sulle rive del Tamigi, in cerca di una cassaforte immobiliare dove investire. Al punto che i nostri connazionali sono diventati i primi investitori stranieri sul fronte mattone a Londra, anche quando i prezzi nelle zone che contano sono alle stelle. Con punte di 15-16 mila euro al metro quadrato a Belgravia, Kensington o Chelsea.
Londra non è l’unica meta, in giro per l’Europa ci sono fior di affari. A cominciare da Berlino, moderna, giovane, eclettica. E con prezzi che, seppure in crescita a doppia cifra in pochi anni, restano competitivi rispetto ai nostri.
A fare il punto è Pietro Martani, titolare con Leonardo Ferragamo della holding Windows on Europe a cui fa capo la società Halldis, specializzata in affitti a breve termine, arrivata a Londra proprio per approfittare dell’ondata di rogiti in corso: «La Gran Bretagna è slegata dalla moneta unica e con la sterlina a quota 1,2 euro la convenienza c’è» dice. «Pure il fisco non è male: chi acquista tramite società paga il 20 per cento secco». E se poi il ritorno dell’investimento è pressoché garantito, il gioco è fatto.
Come? Con il maggiordomo di ultima generazione: quello che gestisce l’immobile a 360 gradi. Affittandolo a clienti top, per periodi prestabiliti. E prendendosi cura di ogni dettaglio. «Compreso l’acquisto di latte e biscotti » scherza Martani, che con Halldis gestisce 1.300 immobili in 20 località europee intestati a 600 proprietari.
Si firma un contratto in cui si stabiliscono eventuali periodi a disposizione del titolare. Il resto è affare della Halldis, che in media assicura un’occupabilità del 75 per cento e ritorni da 20 mila sterline l’anno per un bilocale a Kensington. «Le prossime mete saranno New York e Miami» conclude Martani, anche se c’è chi dice che la vera mecca del mattone ora sia L’Avana, con case che costano anche più che a Miami.
