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Il business della nostalgia

Il business della nostalgia

Auto d’epoca, ma non solo. La passione per il vintage di lusso spazia tra borse, orologi, gioielli: il nuovo bene rifugio, più dell’oro…


Chi avrebbe mai detto che è più profittevole investire in una borsa di Hermès che in oro, che l’orologio del nonno vale più di una «blue chip» di Wall Street e una vecchia Golf può essere un affare. Il semiologo e pubblicitario francese Jean-Marie Floch lo ha definito il business della nostalgia. «Ogni volta che salgo su un’auto d’epoca provo la stessa gioia di quando, da bimbo, mio nonno mi spingeva sulla macchinina a pedali, lungo i viali di Villa Borghese. Da quel ricordo di spensieratezza è nata la passione». Le parole di Alberto Scuro, presidente dell’Asi, Automotoclub storico italiano, descrivono bene cosa spinge a monitorare costantemente i siti dei collezionisti di tutto il mondo e versare decine di migliaia di euro nelle aste. «La passione per le vetture d’epoca c’è sempre stata, ma ora c’è un nuovo entusiasmo. A ogni raduno è boom di iscrizioni. I veicoli storici certificati con oltre 20 anni di età sono 118 mila. I club 330 con 250 mila soci, ma gli appassionati superano il milione». Alcuni veicoli hanno cifre da capogiro. La DK Engineering, azienda inglese specializzata nella compravendita di auto storiche di lusso, ha messo in vendita una Lancia Delta Integrale Final Edition a 268 mila euro. In linea con una Lamborghini Huracan STO nuova di zecca. Una Maserati Biturbo coupé anni Ottanta fino a qualche anno fa si poteva comprare per un paio di migliaia di euro: oggi, se in buone condizioni, vale più di 8 mila euro.

A far impazzire il mercato, contribuisce la crisi dell’industria automobilistica per la carenza di microchip. Il rallentamento di produzione e consegne ha fatto esplodere la richiesta di veicoli di seconda mano e con loro, di quelli d’epoca. Le «youngtimer», ovvero le auto anni Ottanta e Novanta, sono ora ricercatissime. I veicoli più recenti sono più facili da acquistare e mantenere. Una Porsche 993 prodotta tra il 1993 e il 1998, costa dai 55 mila euro in su, ma per chi vuole un pezzo di storia, le Golf Gti prima serie si possono trovare anche a 20 mila. Altro fenomeno in crescita, le storiche elettrificate. L’inglese Lunaz, che riporta al loro splendore Land Rover, Bentley, Jaguar e Rolls Royce, ha visto raddoppiare gli ordini e sino al termine del 2023 non accetta nuove commesse. «I grandi alberghi spesso offrono agli ospiti auto dal design classico» dice Scuro.

Il business del vintage dilaga in tutti i settori. Orologi e gioielli rappresentano il 75 per cento del mercato. «Rolex, es un assegno circular!» diceva Diego Abatantuono nel film Puerto Escondido. La conferma? Il prodotto più ricercato su Catawiki, piattaforma di aste online per oggetti da collezione, spiega l’esperto di orologi Tom Tombeur, è stato nel 2021 il Rolex. Ha fatto notizia la quotazione raggiunta dal Daytona noto come Paul Newman, perché appartenuto all’attore, venduto nel 2017 per quasi 18 milioni di euro. Modelli non da meno sono il Dato Compax del campione olimpico di sci Jean-Claude Killy, stimato tra i 325 e 360 mila euro, e il Chronograph Moonphase Day-Date quotato 330 mila euro.

Ma se un Rolex equivale a un «titolo di credito», una borsa può diventare un vero bene rifugio. Parliamo delle It-bag, i modelli iconici nella storia di questo accessorio. Una su tutte, la Kelly di Hermès. La «nera» in coccodrillo è andata all’asta dell’altoatesina Bozner Kunstauktionen partendo da 30 mila euro, accanto a opere di Andy Warhol. Una Birkin, altro mito della stessa maison, disegnata da Nigel Peake, è stata venduta su Catawiki per oltre 50 mila euro. Secondo il Wealth Report 2021 dell’agenzia immobiliare Knight Frank, le borse di Hermès sono quelle che rendono di più. Il loro valore è salito del 108 per cento. Nel 2021 si sono rivalutate ancora del 10 per cento. Su Baghunter, piattaforma di borse di lusso, si consiglia di investire in una Birkin piuttosto che nell’oro.

Il Boston Consulting Group e il sito del vintage Vestiaire Collective hanno stimato che il giro d’affari dell’usato valga, nel mondo, tra 30 e 40 miliardi di dollari. E nei prossimi cinque anni crescerà del 20 per cento l’anno. Talvolta la ricerca del pezzo di nicchia ha il gusto della caccia grossa. I jukebox sono protagonisti di tante aste. Nella classifica Catawiki dei cinque impianti più costosi, il Wurlitzer Modello 35 del 1936, venduto a 66 mila euro, e il Rock-la 1414 President del 1942, valutato oltre 125 mila. Pare ce ne sia solo uno in circolazione. questi casi la passione supera il business.

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