Dopo l’arte, gli orologi e i gioielli, anche le supercar vintage sono diventate beni su cui investire. Il loro valore, infatti, aumenta almeno del 10 per cento l’anno. Rendite importanti. Tanto che la società di gestione finanziaria Azimut ha appena lanciato il primo fondo al mondo specializzato in questi bolidi d’altri tempi.
Monta un motore a otto cilindri da 302 cavalli, ha due bellissime portiere ad ali di gabbiano ed è l’auto storica più cara al mondo: la Mercedes 300 Slr del 1955 è stata ceduta lo scorso anno per un valore di 135 milioni di euro. Una quotazione stellare giustificata dal fatto che si tratta di un pezzo rarissimo, una delle due sole vetture costruite per la stagione 1956 dal capo del reparto corse della casa tedesca Rudolf Uhlenhaut. Questa Mercedes rappresenta la vertiginosa vetta di un mondo affascinante, formato da migliaia di ricchi collezionisti che si scambiano vere e proprie opere d’arte meccanica su quattro ruote. Ferrari, Maserati, Pagani, Aston Martin, Porsche… Un mercato dalle dimensioni importanti che secondo la società di analisi Statista dovrebbe raggiungere i 43 miliardi di dollari nel 2024. Un settore che ha attirato anche l’attenzione degli investitori non appassionati ai motori: qualcuno ha iniziato ad acquistare auto classiche nel 2008, quando ha visto crollare contemporaneamente sia azioni sia obbligazioni. Del resto, il valore delle automobili d’epoca continua a crescere: i dati raccolti dalla Knight Frank Research mostrano una performance del 185 per cento negli ultimi 10 anni, contro il più 91 per cento messo a segno dagli oggetti d’arte o il più 147 per cento degli orologi. L’indice messo a punto dal think tank Historic Automobile Group International (Hagi) rivela inoltre che il prezzo delle vetture più eccezionali sul mercato è aumentato di circa il 10 per cento all’anno nell’ultimo ventennio, mentre per i modelli più abbordabili le quotazioni crescono mediamente tra il 5 e il 7 per cento all’anno.
Ma non tutti hanno un garage per ospitare questi oggetti stupendi, né il tempo da dedicare per tenerli in perfetta forma. A questi investitori, interessati a diversificare parte della loro ricchezza in oggetti di valore, ha pensato la società di gestione Azimut che ha lanciato il primo fondo al mondo specializzato in vetture storiche. Autorizzato dalla commissione di sorveglianza del settore finanziario (Cssf) del Lussemburgo, il fondo «Automobile heritage enhancement» acquista auto di lusso e hypercar prodotte in serie limitata con un valore medio superiore al milione di euro. Si occupa del loro restauro, della conservazione e della eventuale vendita dei modelli, usufruendo della partnership con Alberto Schon, amministratore delegato di Rossocorsa, storica concessionaria di Ferrari e Maserati specializzata nel recupero e messa a punto di vetture storiche. Le auto acquistate dal fondo verranno conservate in alcuni edifici super controllati e nei piani di Azimut è prevista l’apertura di un museo per far ammirare al pubblico le vedette della collezione.
L’idea di creare questo fondo ha origine lontane: «Se ne parlava una quindicina di anni fa per favorire la nascita di una sorta di club di investitori in auto classiche, ma mancava la regolamentazione e il progetto fu accantonato» racconta Giuseppe Pastorelli, membro del comitato di investimenti del fondo. «Poi negli ultimi anni abbiamo avvertito la necessità di offrire ai nostri clienti prodotti utili a diversificare gli investimenti nel mondo reale, visto che in quello finanziario si è manifestata una correlazione tra azioni e obbligazioni, salgono e scendono contemporaneamente. Abbiamo considerato l’arte, gli orologi, i gioielli ma le auto d’epoca ci sono sembrate più interessanti, un mercato ancora poco maturo con grandi spazi di crescita. E il caso ha voluto che incontrassimo sulla nostra strada un personaggio come Schon, partner ideale per questa operazione». Anche la Ferrari si è unita al progetto e investirà nel fondo una quota dei proventi dalla partnership. Ora i gestori stanno acquistando le prime quattro vetture. Tra queste c’è il prototipo della Ferrari 499 P, gemello delle due vetture da corsa che hanno partecipato alla 24 Ore di Le Mans del giugno scorso: gara del centenario vinta proprio dalla Ferrari.
Oltre a conservare le auto, il fondo di Azimut si propone di organizzare eventi e mostre in siti storici, per favorire la visibilità e conoscenza del patrimonio culturale italiano ed europeo dei siti Unesco. E quindi anche il pubblico potrà vedere da vicino le vetture della collezione. Per entrare nel fondo, che è sempre aperto a nuove sottoscrizioni (tecnicamente è un «evergreen»), bisogna sborsare almeno 125 mila euro e dunque occorre avere un patrimonio multimilionario, perché l’investimento non è immediatamente liquidabile: si possono riscattare le quote solo a 24 mesi dall’investimento, purché il totale dei riscatti non sia superiore al 15 per cento del valore complessivo delle auto in portafoglio. Oppure un collezionista può conferire la sua auto, purché con un valore che si aggiri intorno al milione di euro, e ottenere un pacchetto di quote: una soluzione utile per chi, raggiunta una certa età, preferisce trasformare in un prodotto finanziario con buone opportunità di crescita la propria amata a quattro ruote.
