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L’aviazione muore di Covid, la UE dorme

L’aviazione muore di Covid, la UE dorme

Compagnie ormai in ginocchio, cancellato il salone dell’aerospazio di Parigi che avrebbe dovuto svolgersi a giugno 2021. Europa con livelli di traffico da Africa e Medioriente. Reagisce la Russia, con rimedi coraggiosi che l’Associazione dei vettori ora chiede ai governi: test rapidi pre-imbarco, eliminazione della quarantena e soldi. Sette milioni i lavoratori a rischio, la metà già licenziati. Oltre 400.000 in Italia.

Un disastro senza precedenti quello che sta colpendo l’aviazione commerciale, dal quale riprendersi sarà ormai questione di almeno un paio d’anni. Soltanto senza la seconda ondata del Covid-19 il settore si sarebbe ripreso velocemente, mentre ora non si può neppure prevedere con certezza che cosa accadrà, se non pensando a un lento verificarsi delle condizioni che permettano alle persone di tornare a viaggiare creando la domanda di posti a bordo degli aeroplani. Persino l’organizzazione del Salone dell’aeronautica e dello spazio di LeBourget ha già annunciato che l’edizione 2021, in programma alla fine di giugno, è cancellata a causa dell’incertezza della partecipazione dei grandi dell’industria nazionale francese come Dassault, Atr, Tbm e della stessa Airbus. Mentre da Mosca fanno sapere che il Maks-2021 in programma il 20-25 luglio del prossimo anno presso l’aeroporto di Zhukovsky (Mosca), si terrà regolarmente. Il direttore generale della società Aviasalon, Alexander Levin, ha affermato che a due mesi dall’apertura delle registrazioni degli espositori sono state ricevute oltre cento domande.




“In questo modo il Maks promette di essere l’evento aerospaziale più significativo nel calendario fieristico del 2021, visto l’annullamento della mostra di Parigi” ci spiega, “la situazione nel mercato russo è diversa da quella che vediamo in Nord America o nell’Unione Europea. Da noi, dopo il blocco del secondo trimestre 2020, le compagnie aeree nazionali sono state in grado di ripristinare in modo significativo i volumi di traffico. Le misure di sostegno statale fornite dai produttori russi di attrezzature per l’aviazione civile consentono di mantenere la domanda per i nostri aerei ed elicotteri a un livello sufficientemente alto”.

Ancora nulla invece si sa riguardo altri eventi aerospaziali di alto profilo in programma per il 2021, come l’airshow di Dubai previsto per il 14-18 novembre.

Intanto dal quartier generale della Iata, a Ginevra, l’Associazione internazionale delle compagnie aeree che riunisce 290 vettori coprendo l’83% del trasporto aereo commerciale del mondo, ha pubblicato nuove stime sull’impatto del Covid-19 sul sistema aeronautico e sull’economia europea, indicando un peggioramento della situazione e delle prospettive di lavoro, come dell’attività economica nell’intero continente.


L’aviazione muore di Covid, la UE dorme


L’ultima previsione economica di Iata rivela che nel 2021 l’Europa dovrebbe essere la regione globale più colpita in termini di perdite per il settore aereo (-11 miliardi di euro) e margine Ebit a -9,5%. Si stima che quest’anno il traffico passeggeri sia diminuito del 70%, la peggiore performance di qualsiasi regione ad eccezione di Africa (-72%) e Medioriente (-73%). Anche qualora fosse attuata una vaccinazione di massa, il recupero del 2021 dovrebbe totalizzare al massimo un +45-48% a dicembre, mentre le regioni dell’Asia e del Pacifico arriveranno al 50% e il Nord America al 60,5%.

Rafael Schvartzman, vice presidente regionale Iata per l’Europa, il dieci dicembre scorso ha commentato: “Le nostre proiezioni per quest’anno e per il prossimo vedono un disastro per il trasporto aereo europeo. Le restrizioni alle frontiere e le misure di quarantena a singhiozzo e attuate a macchia di leopardo hanno fermato la domanda e la regione è stata colpita anche peggio della maggior parte delle altre parti del mondo. C’è ottimismo per l’arrivo del vaccino, ma come mostrano le nostre previsioni per il prossimo anno è improbabile che questo arrivi in tempo per evitare centinaia di migliaia di ulteriori perdite di posti di lavoro nel settore, a meno che i governi non agiscano immediatamente. L’attenzione deve rimanere sui test rapidi dei passeggeri in modo che la quarantena possa essere eliminata e le frontiere aperte in sicurezza.”

Rispetto alle analisi fatte in agosto, oggi uno sguardo approfondito agli impatti a livello nazionale rivela che le prospettive per il numero di passeggeri e le entrate del settore sono diminuite ulteriormente. Ciò inevitabilmente mette a rischio un maggior numero di posti di lavoro e colpisce negativamente l’intero comparto.

L’aviazione è il settore industriale più globalizzato da sempre, così in tutta Europa ad oggi l’effetto del Covid-19 ha già portato al licenziamento o all’incertezza sette milioni di persone qualificate e specializzate, delle quali oltre 400.000 in Italia, che quindi avevano a loro volta un tenore di vita medio ora rivisto al ribasso, andando a peggiorare ulteriormente l’economia del Vecchio continente.

L’impatto delle restrizioni e della quarantena sulla domanda di viaggi è gigantesco. Le prenotazioni intra-UE sono in calo dell’81% per il periodo che va da settembre fino al gennaio 2021, almeno rispetto alle cifre dell’anno precedente. E la ripresa economica sarà ostacolata dalla perdita di collegamenti aerei avvertita dalle città europee. Dal 2019, la connettività totale è diminuita del 68% a Francoforte, del 67% a Londra, del 67% a Parigi, del 66% a Istanbul, del 64% a Mosca e del 53% ad Amsterdam.

“Abbiamo speranza nei vaccini, ma la vaccinazione di massa è ancora lontana, quindi i governi europei e la Commissione europea devono agire rapidamente per aiutare a preservare ciò che resta dell’industria e della rete di trasporto aereo del continente” spiega Schvartzman, “in questo momento abbiamo due priorità: la prima è rimuovere le restrizioni di quarantena introducendo un test rapido Covid-19 sui passeggeri in partenza. Proprio l’Agenzia per la sicurezza aerea europea (Easa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Edcd) hanno confermano che la quarantena è inefficace nelle circostanze attuali. In secondo luogo, occorre concordare rapidamente una nuova regolamentazione delle fasce orarie dei voli che sia in linea con le raccomandazioni congiunte del settore, al fine di preservare le rotte aeree e la concorrenza. Le persone non vedono l’ora di visitare familiari lontani. I vettori sono alla disperata ricerca di viaggiatori. E tutti siamo alla disperata ricerca di un’azione da parte dei governi per ripristinare in sicurezza la libertà di viaggiare”.

La preoccupazione non è solo delle compagnie aeree amanche dei troppo spesso dimenticati aeroporti, vere piccole grandi aziende in ginocchio:

“Il sistema aeroportuale – dichiara il Vice Presidente Vicario di Assaeroporti Fulvio Cavalleri – sta vivendo una crisi drammatica che comporterà alla fine dell’anno una perdita di fatturato per i gestori di 2 miliardi di euro a fronte di una contrazione di traffico passeggeri di oltre il 70% rispetto al 2019, riportando indietro il trasporto aereo a 25 anni fa con gravi conseguenze per la connettività del Paese e mettendo a serio rischio gli attuali livelli occupazionali. Tutto ciò sta determinando anche una fortissima crisi di liquidità minando la sopravvivenza dei piccoli aeroporti. È necessario quindi che venga istituito al più presto un Fondo di compensazione di almeno 1 miliardo a favore degli aeroporti per ristorarli dei danni subiti dalla pandemia e che sia prorogata la cassa integrazione per ulteriori 12 mesi”

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