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Donald Trump, l’ideologo (e non solo) del “sovranismo” mondiale

Donald Trump, l’ideologo (e non solo) del “sovranismo” mondiale

Nasce in Europa, sbarca negli Usa e rimbalza nuovamente nel Vecchio Continente: un neologismo di cui sentiremo parlare parecchio nel corso dei prossimi anni

Donald Trump, l’ideologo (e non solo) del “sovranismo” mondiale
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Oxford Street a Loondra.

Donald Trump, l’ideologo (e non solo) del “sovranismo” mondiale
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Theresa May, primo ministro britannico, durante il discorso sull’Hard Brexit, Londra, 17 gennaio 2017

Donald Trump, l’ideologo (e non solo) del “sovranismo” mondiale
Dan Kitwood/Getty Images

9 aprile 2014. Il leader del partito inglese UKIP, Nigel Farage, in arrivo per un comizio improvvisato a un meeting del partito a Basingstoke, in Inghilterra.

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CHARLY TRIBALLEAU/AFP/Getty Images

La leader del Front National Marine Le Pen

Donald Trump, l’ideologo (e non solo) del “sovranismo” mondiale

Francesco Storace (Credits: Carotenuto/Imagoeconomica)

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Carsten Koall/Getty Images

L’ex Ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis

Da ieri, anzi dallo scorso 20 gennaio, il movimento ideologico che sta prendendo forma e concretezza in tutta Europa dietro l’insegna di souverainisme – o sovranismo, nella cacofonica tradizione italiana – ha un nuovo leader carismatico.

Curiosamente, questo sovrano nomen omen e in pectore, “regna” al di fuori dei confini del Vecchio Continente, con una leadership mondiale di stampo populista, nazionalista e anti-globalizzazione.

Il sovrano del sovranismo (anti)globale
Stiamo, ovviamente, parlando di Donald Trump, che  ha fatto del sovranismo una propria bamdiera già dai tempi della Brexit, per poi rincarare la dose con i primi decreti emanati all’indomani dalla sua elezione. La conseguenza immediata è stato l’emergere di una serie di assi virtuali con gli esponenti di altri Paesi d’Europa che fanno della difesa a oltranza e dell’autodeterminazione dello stato nazionale, il loro principale strumento di propulsione politica.

La genesi del neologismo e di tutto ciò che gli sottendende è di stampo francese, e attraversa un bel pezzo della sua storia, che parte dalla Rivoluzione e arriva fino al Front National di Marine le Pen, passando per De Gaulle.

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Sia a destra che a sinistra
Fuori dai confini transalpini, ha assunto una conformazione di successo nel movimento indipendentista appggiato di Farage, che ha promosso (e ottenuto, seppure con riserva) l’uscita della Gran Bretagna dall’Eurozona, seducendo anche i grillini; per poi dipanarsi con differenti connotazioni, a seconda di dove l’etichetta è stata applicata, a destra, vedi la conversione leghista e le due neo-formazioni nostrane La Destra e Azione nazionale, come a sinistra, come nel caso del movimento Diem 25 dell’ex ministro delle finanze greche Yanis Varoufakis. E siamo solo agli inizi, come dimostreranno le campagne elettoriali di quest’anno, nelle quali sovranesimo sarà un motivo conduttore trasversale.

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Tornando all’Europa, l’avanzata sovranista farà sentire i suoi effetti più che nei singoli Stati nella loro entità sovranazionale, che mai come di questi tempi attraversa una crisi strutturale e identitaria, intrinseca e nei confronti degli stessi Stati che rappresenta, sia economica che politica, culturale e sociale.

Con buona pace del Sovranista d’Oltreoceano.

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