Servono munizioni e la Francia sta chiedendo un piano europeo per incrementarne la produzione. Non soltanto proiettili, anche missili per difesa aerea e antinave.
La richiesta ufficiale è stata avanzata in occasione della riunione dei ministri della Difesa dell’Unione Europea che si è tenuta a Varsavia il 3 aprile, dal ministro delle Forze Armate francese Sébastien Lecornu, che insieme con il collega danese Troels Lund Poulsen ha voluto anche chiedere alla Commissione Europea di accelerare il dispiegamento e aumentare il budget della costellazione satellitare europea IRIS², che entro il 2030 fornirà comunicazioni protette in ambito UE.
All’incontro, Lecornu ha riaffermato che i politici europei devono adottare misure concrete per rafforzare l’industria della difesa. “Dobbiamo smetterla con i grandi discorsi e con i pacchetti miliardari, abbiamo bisogno di soluzioni a volte forse modeste ma molto efficaci” ha dichiarato, spiegando che l’atto dell’Unione a sostegno della produzione di munizioni varato due anni fa ha funzionato e deve essere aggiornato al più presto.
Nel 2023 la Commissione Europea aveva stanziato 500 milioni di euro per incrementare la produzione, e ora si prevede che entro il 2025 saranno prodotti due milioni di proiettili per artiglieria, rispetto ai 230.000 annui precedenti. La nuova iniziativa dovrebbe includere anche missili complessi per la difesa aerea, integrando fondi UE con acquisti nazionali, come nel caso del produttore Mbda.
Per quanto riguarda IRIS², la Francia – sostenuta da altri Paesi membri – ha chiesto alla Commissione di accelerare il programma satellitare per garantire autonomia strategica all’Europa. Il consorzio industriale guidato da Ses, Eutelsat e Hispasat punta alla piena operatività nel 2031, con quattro anni di ritardo rispetto alla data iniziale.
Lecornu ha sottolineato: “È fondamentale accelerare, magari semplificando l’organizzazione e la governance. Purtroppo non abbiamo un piano B: o completiamo IRIS², oppure dipendiamo da Starlink”.
Il ministro ha anche evidenziato i tempi troppo lunghi dell’UE, che rischiano di rallentare opportunità industriali importanti. E ha lodato la decisione della Danimarca di acquistare missili Mistral francesi, annunciata pochi giorni fa a Parigi dal ministro Lund Poulsen, che ha dichiarato: “Possiamo fare ancora di più insieme”.
Nel febbraio scorso, la Danimarca ha previsto un aumento della spesa per la Difesa a oltre il 3% del Pil nel biennio 2025-2026. Per l’Italia, è una buona notizia: le batterie selezionate includono i Samp/T franco-italiani, oltre ai Patriot statunitensi, mentre altri sistemi sono ancora in gara.
L’acquisto dei Samp/T renderebbe la Danimarca il primo Paese dell’Unione ad adottare questo sistema a lungo raggio, usato finora solo da Francia e Italia. Fuori dalla UE, l’unico altro acquirente è Singapore.