“Le parole non possono esprimere il dolore che proviamo per il terribile incidente occorso al volo 2976. È con grande dolore che condividiamo i nomi dei piloti Ups a bordo del volo Ups 2976. Il comandante Richard Wartenberg, il primo ufficiale Lee Truitt e il comandante Dana Diamond, erano a bordo dell’aeromobile (…) porgiamo le nostre più sentite condoglianze ai familiari e agli amici dei nostri colleghi e dei membri della comunità di Louisville.” Questo il messaggio inviato da Nando Cesarone, Ups Executive Vice President, U.S. & UPS Airlines. Ma c’è un’altra dichiarazione, quella rilasciata dai tecnici dello Ntsb che indagano sulla tragedia, che assume grande importanza: “Per completare le analisi di quanto accaduto serviranno almeno due anni nonostante il fatto che siano stati recuperati i registratori di volo e già ascoltate le voci dell’equipaggio negli ultimi istanti prima dello schianto. Il 4 novembre uno MD-11 di Ups United Parcel Service, con registrazione N259UP, in servizio sul volo 5X-2976 da Louisville, Kentucky a Honolulu, Hawaii, con tre membri dell’equipaggio, stava accelerando per il decollo dalla pista 17R. Dopo un tentativo di decollo l’aeroplano, sollevato per un massimo di 60 metri, non ha superato la recinzione dell’aeroporto, ha impattato con gli edifici presenti oltre la pista e si è fermato circa a un chilometro oltre la fine della pista prendendo fuoco. Tutti e tre i passeggeri a bordo sono morti, sono state confermate dieci vittime e 11 feriti tra chi è stato investito dall’esplosione e dai detriti.
La ricostruzione dell’incidente
Da una prima analisi appare che le comunicazioni radio siano state regolari e secondo i dati trasmessi dal sistema Ads-B di bordo, l’aereo avrebbe raggiunto i 185 nodi di velocità rispetto al suolo (342 kmh), in prossimità delle luci di fondo pista, restando ancora allineato sulla linea centrale della pista, seppure non si sia mai alzato in volo. Dalle immagini registrate dalle videocamere dello scalo, il motore sinistro, (il n° 1), si è separato dall’ala che lo sosteneva nel momento in cui il carrello anteriore si staccava dal suolo e, stando all’architettura degli impianti di bordo, tale avaria catastrofica avrebbe coinvolto anche il motore centrale (n°2). Un indizio importante è che il volo era stato ritardato di circa due ore proprio per lavori al motore sinistro, mentre quello centrale avrebbe emesso fiamme che all’impatto hanno incendiato i quasi 144.000 litri di cherosene presenti nei serbatoi. Durante il secondo briefing dello Ntsb, tenutosi il 6 novembre, è stato dichiarato che l’autorità aeronautica statunitense, l’associazione Alpa, i meccanici di Ups, Boeing e il costruttore dei motori General Electric sono tutti coinvolti nell’indagine. E durante i rilievi eseguiti sulla pista 17R subito dopo l’incidente sono stati rinvenuti diversi frammenti della ventola principale del motore, separata dal corpo del motore stesso. Successivamente, lo scarico dei dati dei registratori di volo ha rivelato 63 ore di dati (anche relativi a diversi voli precedenti), mentre sono oltre due le ore di dialoghi ritrovate nel registratori audio di cabina, incluso il volo dell’incidente. Di quei 124 minuti si è capito che la corsa di decollo si era svolta senza incidenti ma erano state avanzate diverse richieste di maggiore velocità. Circa 37 secondi dopo che l’equipaggio aveva richiesto la spinta necessaria per il decollo si è udito un suono ripetuto di allarme incendio che è continuato fino alla fine della registrazione, 25 secondi dopo. L’equipaggio ha evidentemente tentato di riprendere il controllo dell’aereo, ma la trascrizione integrale sarà disponibile tra qualche mese. Osservando i rottami, la maggior parte del pilone del motore sinistro risulta ancora attaccato al motore separatosi dall’ala.

Disastro Shutdown, controllori al lavoro senza stipendio e migliaia di voli cancellati
Se l’incidente di Louisville è stato un brutto colpo per l’aviazione statunitense, un altro grande problema al settore lo sta causando lo “Shutdown” nazionale. Nelle ultime 24 ore sono stati cancellati migliaia di collegamenti; la società di gestione dell’aeroporto di Denver ha chiesto di poter pagare temporaneamente i controllori di volo per poi ottenere un rimborso dalla Faa, come ha dichiarato Phil Washington, Ceo dell’aeroporto: “Come parte della nostra famiglia aeroportuale, speriamo di poter ridurre le difficoltà per loro coprendo i loro stipendi durante la chiusura, con un rimborso da parte della Faa in un secondo momento.” L’aeroporto ha anche creato una dispensa alimentare per i controllori di volo e per gli altri dipendenti federali, come i dipendenti della Transportation Security Administration e della dogana (Customs and Border Protection). Questo shutdown governativo si sta rivelando il più lungo nella storia degli Usa, con i controllori di volo che però devono continuare a lavorare ma senza stipendio. Nella notte italiana tra il 7 e l’8 novembre American Airlines ha identificato i circa 220 voli giornalieri che interromperà da lunedì, come ha confermato il direttore generale del vettore David Seymour, il quale starebbe organizzando un programma operativo ridotto per il resto della prossima settimana, quando si prevede un graduale aumento del numero di cancellazioni per raggiungere l’obiettivo del 10% fissato dalla Faa. United Airlines ha cancellato 184 voli il 7 novembre, 168 il giorno 8, 158 voli per domenica 9 e 190 voli per lunedì. Su un totale di 4.500 voli al giorno. Southwest Airlines, che opera 4.000 voli al giorno, ha cancellato tra 120 e 150 voli al giorno. In totale nella giornata del 7 novembre sono stati cancellati oltre mille voli e altri 3.500 hanno subito ritardi.
