Un’ industria criminale che muove ormai 450 miliardi di dollari all’anno, con centinaia di milioni di consumatori, che nel 2019 ha registrato almeno mezzo milione di vittime. E accanto ai tradizionali stupefacenti si affermano quelli «evoluti», che moltiplicano gli effetti così come aggravano la dipendenza e i rischi.
Un piccolo rettangolo grigio su fondo grigio viene inquadrato dal mirino. Poi una silenziosa esplosione accende una luce accecante e quando il fumo se ne va il rettangolo non c’è più. Così veniva riprodotta sui monitor dei caccia e dei droni la distruzione di un laboratorio di oppio nelle campagne dell’Afghanistan a opera dell’aeronautica americana e afghana. Fino al 2019, quando gli Stati Uniti decisero di avviare le trattative con i talebani e di chiudere l’operazione Iron Tempest avviata per combattere il narcotraffico afghano. Dal 2001 gli Usa hanno speso 8,9 miliardi di dollari con l’obiettivo di fermare la produzione di oppio a colpi di raid aerei, ma con scarsi successi.
Ora che Kabul è tornata in mano agli integralisti, i grandi mercati della droga e le agenzie internazionali che provano a combatterli si chiedono che cosa succederà: i nuovi padroni dell’Afghanistan manterranno la promessa di sradicare un business che vale oltre 6 miliardi di dollari? O trasformeranno invece il Paese in un narcostato?
Come il pil dell’Austria
La tentazione di continuare gli affari sporchi «as usual» è forte. Basta consultare i dati raccolti dall’United nations office on drugs and crime (Unodc) e dall’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze per rendersi conto che il mercato mondiale delle droghe è in ottima salute e che la domanda, nonostante la pandemia da Covid, continua a crescere. Si tratta di un settore che ogni anno muove 450 miliardi di dollari, quando il Pil dell’Austria.
C’è sempre più droga a disposizione, costa meno, nuovi consumatori si fanno avanti e la loro età diminuisce. Nel 2019, ultimo anno su cui l’Unodc ha dati attendibili, circa 275 milioni di persone nel mondo hanno fatto uso di droghe, con un aumento del 22 per cento rispetto al 2010. Entro il 2030, si prevede che il loro numero aumenterà dell’11 per cento in tutto il pianeta, e fino al 40 per cento nella sola Africa. Sempre nel 2019 l’uso di droghe ha ucciso quasi mezzo milione di persone mentre si stima che 36 milioni abbiamo avuto bisogno di cure mediche in seguito all’uso di stupefacenti. Secondo l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, nell’Unione circa 83 milioni di adulti (età compresa fra 15 e 64 anni), ossia il 28,9 per cento, hanno assunto sostanze illecite almeno una volta nel corso della vita. Gli oppiacei hanno comportato il 76 per cento dei decessi per overdose segnalati nell’Unione europea nel 2019. L’aumento degli individui che a livello globale fanno uso di droghe e soffrono dei relativi disturbi è andato di pari passo con l’arrivo sul mercato di centinaia di droghe sintetiche, e con una drammatica espansione dell’uso non medico degli oppiacei. Inoltre, alcune droghe sono più potenti rispetto a dieci anni fa.
La resina di cannabis venduta in Europa, per esempio, ha un contenuto medio di Thc, uno dei suoi principi attivi, quasi doppio di quello della cannabis in foglie e infiorescenze. Tutto questo aumenta i rischi per i consumatori.
Neppure il Covid ha frenato il mercato. I trafficanti di droga si sono rapidamente ripresi dal contraccolpo iniziale causato dai vari lockdown e stanno operando di nuovo a livelli pre-pandemici. L’accesso alla droga è diventato più semplice grazie alle vendite online, e i principali mercati di droga sul «dark web» valgono ora circa 315 milioni di dollari all’anno. Anche le transazioni di droga senza contatto, per esempio attraverso la posta, sono in crescita.
Nello scenario mondiale l’Europa è un mercato importante per le droghe, alimentato sia dalla produzione interna sia dall’importazione da altre regioni. America meridionale, Asia occidentale e Africa settentrionale sono fondamentali aree di approvvigionamento delle sostanze illecite che arrivano in Europa, mentre la Cina è un Paese che sta emergendo come fornitore delle nuove sostanze psicoattive.
Cannabis più potente e pericolosa
Circa 200 milioni di persone hanno consumato cannabis nel 2019, rappresentando il 4 per cento della popolazione globale. La cifra è più alta in Nord America (14,5 per cento) e più bassa in Asia (2 per cento). Il numero di consumatori di cannabis è aumentato di quasi il 18 per cento nell’ultimo decennio. In Europa, il 7,8 per cento della popolazione di età compresa tra 15 e 64 anni (25 milioni di persone) ha fatto uso di cannabis nel 2019. Il consumo tra i giovani 15 e 34 anni è particolarmente elevato, con una stima del 15 per cento (18 milioni di persone). Il problema è che molti prodotti a base di cannabis sono diventati più potenti, mentre il numero di adolescenti che considerano questa droga pericolosa è in rapido calo; una tendenza che, sottolinea l’Unodc, rischia di aumentare l’impatto negativo della cannabis sulle giovani generazioni. Dal 2010, la coltivazione illecita di canapa è stata segnalata, direttamente o indirettamente, da 151 Paesi in tutte le aree del pianeta, coprendo il 96 per cento della popolazione globale. Nel settore della produzione di resina di cannabis spiccano il Marocco e, ancora, l’Afghanistan.
Alenze variabili sulle Rotte della coca
L’agenzia della Nazioni unite stima che 20 milioni di persone abbiano fatto uso di cocaina nel 2019, corrispondenti allo 0,4 per cento della popolazione globale. La produzione globale è raddoppiata tra il 2014 e il 2019 per raggiungere le 1.784 tonnellate, il livello più alto mai registrato. La rotta del traffico di cocaina tra l’America del Sud (Colombia, Perù e Bolivia) e l’Europa è la seconda più grande del mondo, e si sta evolvendo. Le catene di approvvigionamento stanno cambiando, coinvolgendo molte più organizzazioni. Gran parte della cocaina in Europa veniva importata attraverso canali ben consolidati, in particolare dalla criminalità organizzata italiana con la ‘ndrangheta in prima fila e attraverso alleanze tra gruppi colombiani e spagnoli. Ora, invece, organizzazioni dei Balcani sono sempre più coinvolte nel traffico e nella fornitura, alcune stanno eliminando gli intermediari e si riforniscono di cocaina direttamente dalle zone di produzione della regione andina. La maggiore concorrenza e l’efficienza dell’offerta fanno sì che la cocaina sia sempre più disponibile e la qualità aumenti a prezzi più bassi. La purezza della cocaina venduta in Europa è cresciuta del 40 per cento negli ultimi dieci anni, ed è diventata più economica. Un accesso più facile a un prodotto di alta qualità probabilmente aumenterà il numero complessivo di persone che fanno uso di cocaina e incoraggerà le persone che ne fanno uso oggi a consumarne di più.
62 milioni di persone consumano eroina
Nel mondo consumano droghe derivate dall’oppio, come l’eroina, circa 62 milioni di persone, un numero che è quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni grazie in particolare alla crescita in Asia e Africa. Il Nord America (3,6 per cento) ha la prevalenza più alta, l’Europa la più bassa (0,8 per cento). Dopo un calo della superficie coltivata illegalmente a papavero da oppio rispetto al picco del 2017, nel 2020 è stata registrata una ripresa, con un aumento del 24 per cento rispetto all’anno precedente per raggiungere i 295 mila ettari. La produzione globale di oppio si è stabilizzata dal 2018, raggiungendo le 7.410 tonnellate nel 2020.
Da sola, la produzione di oppio dell’Afghanistan rappresenta l’85 per cento di quella globale. Seguono Messico e Myanmar. Nel Paese controllato ora dai talebani si è registrato nel 2020 un aumento del 37 per cento della quantità di terra usata per la coltivazione illecita del papavero da oppio rispetto all’anno precedente. Un boom provocato probabilmente anche dalla fine dei raid americani.
Anfetamine asiatiche
Si stima che 27 milioni di persone abbiano utilizzato stimolanti di tipo anfetaminico nel 2019, pari allo 0,5 per cento della popolazione globale. La cifra era più alta in Nord America (2,3 per cento) e più bassa in Africa (0,4 per cento), anche se i dati dall’Africa sono frammentari. In particolare, quasi 20 milioni di persone a livello globale avrebbero consumato ecstasy nel 2019. L’Afghanistan sta diventando anche una delle principali fonti di metanfetamina nell’Asia centrale. Nella vicina Repubblica islamica dell’Iran, la percentuale di metanfetamina di origine afghana sequestrata è aumentata da meno del 10 per cento nel 2015 a circa il 90 per cento nel 2019.
Anche la Cina ha un problema
Da qualsiasi prospettiva lo si guardi, il mercato della droga presenta due caratteristiche: continua a crescere e vede l’Afghanistan interpretare un ruolo importante negli oppiacei, nella resina di cannabis e nella metanfetamina. Avrà interesse il nuovo regime a frenare questa economia illegale che sfama migliaia di famiglie? La Cina, preoccupata per l’arrivo di stupefacenti sul suo territorio, sta pensando di offrire agli agricoltori locali un aiuto con colture alternative ai papaveri da oppio. Ma quando nel 2000 i talebani misero al bando la coltivazione di oppio, ottennero come risultato la dura opposizione dei contadini e un drammatico aumento delle defezioni. Il futuro governo eviterà tale rischio. E un fiume di droga continuerà a scorrere dall’Asia centrale verso il resto del mondo.