Non poteva mancare una donna dei misteri anche nelle indagini che coinvolgono l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, sotto inchiesta per corruzione a Brescia in due diversi filoni. Uno di questi è collegato all’omicidio di Chiara Poggi e ha portato alle perquisizioni del 26 settembre scorso. In questo caso l’ex magistrato è sospettato di avere fatto archiviare in cambio di denaro la posizione di Andrea Sempio, presunto assassino della ragazza uccisa nel 2007.
Ma sottotraccia c’è almeno un altro procedimento che coinvolge Venditti e che sarebbe nato nell’ambito di un’inchiesta sui carabinieri che collaboravano con l’ex toga in Procura (vedere articolo a fianco). L’avvocato Domenico Aiello, che difende l’ex aggiunto, ha confermato l’esistenza di un secondo fascicolo relativo a un altro episodio di corruzione. A Brescia sarebbero finiti sotto osservazione i legami di Venditti con il mondo imprenditoriale pavese.
Sui media è già emerso il discusso rapporto dell’ex toga con i fratelli Cristiano e Raffaele D’Arena (proprietari di un ristorante di lusso frequentato da Venditti e della Esitel che realizza intercettazioni per la Procura) e con l’ex europarlamentare leghista Angelo Ciocca, titolare di uno studio tecnico a San Genesio, alle porte di Pavia. Per approfondire quest’ultima frequentazione, la scorsa primavera, la procuratrice Claudia Moregola ha convocato un’avvenente quarantunenne rumena, Cornelia Brindusa, detta Brenda, per farle alcune domande spinose.
Il primo a parlare di Brenda ai magistrati è stato il costruttore «pentito» (nell’inchiesta Clean 2) Carlo Primo Boiocchi che ha venduto a metà prezzo una villa con piscina al maresciallo dei carabinieri Antonio Scoppetta (la moglie lavora per Ciocca), per un periodo stretto collaboratore di Venditti in Procura.
Accusato di induzione a dare e promettere utilità, all’uomo, che ha scelto di collaborare con gli inquirenti, è stata concessa la «messa alla prova». «Scoppetta mi diceva che era solito fare da tramite, consegnando dei “pizzini” da Venditti a Ciocca e viceversa» ha dichiarato Boiocchi a verbale a fine 2024. «Utilizzava questa espressione: “Vado a prendere o a portare le ricette”. Gli chiesi che cosa volesse dire: mi rispose che si trattava di comunicazioni che intercorrevano tra Ciocca e Venditti e che lui consegnava per conto di entrambi, perché Venditti si fidava di lui».
Nell’occasione Boiocchi ha citato anche Brenda e il marito «camparo e giardiniere», Matteo Cipolla: «Scoppetta mi aveva raccontato che erano vicende riservate. Anche la signora Brenda era a conoscenza di queste cose. Chi è Brenda? È una ragazza rumena che seguiva la campagna elettorale di Ciocca ed era molto amica di Venditti. Si vantava di essere uscita a cena con Venditti e Ciocca. Brenda lavorava a casa di mia suocera, e in quelle occasioni, mi parlava di queste cose».
Con noi la teste ha ammesso di avere iniziato a lavorare in Italia come addetta alle pulizie, ma che a casa della madre di Boiocchi si era occupata solo di sistemare una stufa. L’imprenditore ha raccontato anche altro: «Brenda mi consigliava di cambiare avvocato. Quando ha saputo che ero agli arresti domiciliari, mi proponeva di prendere un legale amico del dottore. Quando sono stato scarcerato, lei continuava a chiedere a mia suocera come mai fossi uscito di prigione, se per caso avevo “cantato”».
Boiocchi ha tirato in ballo anche il marito della rumena: «Matteo Cipolla ha preso una multa di circa 6.000 euro, si è lamentato ed essendo Brenda amica di Venditti e Venditti capo di Antonio, gli avevano tolto la multa. Questa cosa mi è stata detta anche da Scoppetta». E confermata da Cipolla.
Ma nel verbale di Boiocchi abbiamo trovato anche questa interessante informazione: «Mi è stato riferito che Brenda è stata chiamata a Brescia per essere sottoposta a interrogatorio». Per avere conferma della notizia abbiamo contattato la stessa Brenda, la quale ha risposto per quasi due ore alle nostre domande. In Procura, la testimone ha dovuto, innanzitutto, riferire di alcuni incontri conviviali a cui ha partecipato in un ristorante di Pavia, Al Cassinino, insieme con Ciocca e Venditti.
«A questi pranzi non partecipavo solo io, ma c’era anche un’ex fidanzata di Ciocca che cercava, in quel periodo, di riavvicinarsi a lui. Si tratta di un’ex consigliera della Regione Lombardia. Io e Mario, il dottor Venditti, che conosco da una quindicina di anni, facevamo un po’ da Cupido, per fare riavvicinare questi “ragazzi”».
Brenda ci ha confermato di avere seguito con grande entusiasmo tre campagne elettorali di Ciocca («Sono molto appassionata di politica, anche se mia madre, che è rimasta ferma ai tempi di Ceausescu, non mi ha fatto studiare») e di non credere alle accuse che sono piovute addosso ai suoi due amici.
Ciocca, ex europarlamentare leghista in rotta con il suo partito, è stato prima condannato e poi assolto per la Rimborsopoli regionale. Nel 2025 la Procura di Pavia lo ha rinviato a giudizio con l’accusa di istigazione alla corruzione. Il marito di Brenda, Matteo, appartiene a una storica famiglia di San Genesio, dove Venditti ha vissuto con la ex moglie e Ciocca è cresciuto. «Mio marito Matteo e Angelo sono cresciuti insieme, andavano nella stessa scuola, abbiamo una foto di loro che vanno in giro per le vie del paese con un pony. Ciocca era un po’ il Brad Pitt del paese». E Venditti? «Mio marito faceva il giardiniere nel tennis club dove il dottore, io lo chiamo così, era consigliere d’amministrazione. E dopo che Matteo ha vinto un appalto, lui lo riprendeva, perché è una persona molto puntigliosa. Si sono conosciuti in questo modo».
A Brescia si sono dimostrati molto interessati ai rapporti tra Venditti e Ciocca: «Mi hanno chiesto se io avessi assistito a qualche racconto, se Venditti informasse Ciocca su qualcosa, ma i nostri incontri erano sempre finalizzati a questa fidanzata che poi se ne è fatta una ragione». Ribadisce: «Loro mi hanno chiesto se io avessi assistito, come dire, a qualche racconto di Mario… se dicesse qualcosa a Ciocca… a parte che non mi ricordo che ci fossero indagini su Angelo all’epoca… ma lui non ha mai detto niente».
Dunque, i pm volevano sapere se Venditti informasse Ciocca sull’attività della Procura, è corretto?
«Sì, e io ho detto di non avere mai sentito niente, anche perché il dottore non parlava mai di queste cose, i nostri pranzi erano finalizzati a far rimettere insieme queste due persone». E, secondo lei, i magistrati le hanno creduto? «Io non lo so, certamente ho detto quello che sapevo e il sostituto procuratore mi ha chiesto se alla fine l’ex fidanzata si fosse rassegnata».
Ma la domanda più imbarazzante è stata un’altra. E a rivelarcela è la stessa intervistata: «Mi hanno chiesto: “Lei era l’amante del dottor Venditti e di Ciocca?”». Brenda, con noi, sbuffa: «Contemporaneamente è un po’ difficile». La testimone, sentita per circa mezz’ora, ha negato entrambe le relazioni e ha ricordato che sono tutti e due amici di famiglia. Venditti frequenta casa sua, conosce il suo compagno, i suoceri, passa a prendere ortaggi, uova, funghi. «Ho detto a mio marito: “Guarda che questi mi fanno passare per l’amante di Venditti”. Lui ha fatto spallucce: “Ma quando mai”… se non fosse una persona che frequenta casa mia capirei… ma viene nella mia cascina, dai».
Brenda prova a scherzarci su: «Se io dovessi avere un amante, detto tra noi, lo cercherei più giovane… ho 41 anni… se il dottore avesse avuto vent’anni in meno magari ci avrei fatto un pensierino, ma così no». La versione della semplice amicizia è stata sostenuta anche a Brescia: «Alla pm ho detto: “Guardi che io Venditti lo considero il padre che non ho mai avuto”. Gli raccontavo tutto, lui mi parlava della sua famiglia, della figlia che fa il magistrato a Lodi, mentre l’altra lavora in una multinazionale dove era impiegato pure mio fratello, ma questa è solo una coincidenza. Venditti conosce benissimo la mia vita, il mio rammarico più grande, che è quello di non avere potuto studiare. Lo chiamo tante volte, piango, mi sfogo: “Dottore che cosa ho fatto io di male?”. Lui, quando lo cerco, c’è sempre, più di mio marito. Tante cose a Matteo neanche le dico perché ci rimarrebbe troppo male e al dottore sì perché mi dà forza e, comunque, ha un’altra età. Io sono praticamente la sua terza figlia. Si è instaurato un rapporto speciale: mi ha visto piangere, è venuto a casa mia, mi ha asciugato le lacrime».
Sospira: «Spero di vederlo nei prossimi giorni perché non è in una bella situazione».
Brenda, che è una persona assai loquace («Ho una memoria straordinaria e mi sarebbe piaciuto fare la giornalista»), ci spiega nel dettaglio le conversazioni con Venditti: «Le mie telefonate con il dottore riguardano la geopolitica, quello che succede nel mondo. Io e lui ci sentiamo quasi tutti i giorni. Quando gli ho riferito che ero stata chiamata a Brescia mi ha detto: “Brenda, vada e dica la verità”». Dopo la sua testimonianza avrete riaffrontato l’argomento?
«L’unica cosa che gli ho detto, senza che lui mi chiedesse nulla, è che mi avevano fatto le domande su di lui e su Ciocca».
Che cosa le ha risposto? «“Ok. Ha detto la verità?”. Ed è finita lì, glielo giuro». Di possibili ipotesi di reato non avete discusso? «Assolutamente no, ma lui, che è un ex magistrato, sa come funzionano queste cose. All’epoca si parlava solo dell’inchiesta Clean 2 sui carabinieri e, dopo alcune perquisizioni della Gdf, i giornali avevano fatto riferimento a un’indagine sui rapporti tra la magistratura e la politica. Per me la magistratura era Venditti e la politica era Ciocca».
La testimone ammette di utilizzare con l’ex procuratore aggiunto un linguaggio confidenziale: «A lui mi sono rivolta anche con parole affettuose, come tesoro, non lo nego […], ci saremo scambiati parole carine… anche con Angelo ero molto affettuosa, forse hanno trovato dei messaggi… ma io non ho niente da nascondere, non ho paura, si tratta di amici di famiglia e mio marito è pronto a confermare quanto dico».
Con Brenda, Venditti avrebbe condiviso anche i giudizi sui carabinieri che lavoravano con lui: «Mi diceva che ricordava a Maurizio Pappalardo di fare il carabiniere anche perché non lo sopportava molto. Pure con Scoppetta non è che… Venditti era un tipo un po’ solitario, non si fidava di nessuno, con questi signori aveva rapporti di lavoro, da quello che mi diceva, non li ha mai potuti vedere». E Silvio Sapone, l’ex capo dell’aliquota dei carabinieri che operava in Procura, pure lui perquisito il 26 settembre da non indagato?
«L’ho incrociato le poche volte che sono andata a trovare Venditti in ufficio. Un giorno mi disse scocciato: “Ma lui lo sa che lo cerca?”. Ho risposto tranquilla: “Sì, gli ho mandato un messaggino”. Ha voluto controllare se fosse vero. Quando scrivevo al dottore e gli chiedevo se potessi passare a salutarlo, lui la maggior parte delle volte mi rispondeva: “Certo Brenda”. In alcuni casi, invece, mi ha scritto che era impegnato. In un’occasione dentro al suo ufficio c’era il comandante della Guardia di finanza di Pavia e me lo ha presentato. Il nome, però, non lo ricordo».
Del caso di Garlasco Venditti le ha mai parlato?
«No, non mi ha mai raccontato niente del suo lavoro. Neanche di Sempio, è sempre stato discreto».
E avete commentato la perquisizione?
«Lo avevo sentito il giorno prima perché mi aveva chiamato per chiedermi di mio suocero che è stato ricoverato in un centro di riabilitazione… il lunedì successivo, si è presentato a casa nostra perché mi voleva fare gli auguri di compleanno, visto che sono nata il 29 settembre, e non aveva più i nostri numeri, dal momento che gli avevano sequestrato il telefonino. C’erano mio marito e mia suocera. Mi ha contattato da casa e io gli ho detto: “Dottore, mi fa molto piacere sentirla, spero che lei stia bene”. Mi ha risposto: “Tutto ok Brenda, non si preoccupi”. Poi l’ho risentito e ci siamo un po’ confrontati: “Ha visto la televisione?”, “Ha sentito che cosa hanno detto?”». Brenda ha visto e sentito tutto. E spera che il «dottore» o «Mario», come ha chiamato con noi Venditti senza fare troppa distinzione, risolva presto i suoi guai giudiziari.
