Sui suoi profili social, Maria Rosaria Boccia pubblica quasi ogni giorno card e immagini che portano ben visibile il logo della Camera dei Deputati. Lo usa per presentare iniziative, messaggi motivazionali, aggiornamenti politici e per ribadire il proprio ruolo di “ideatrice” di intergruppi dedicati alla “cultura della bellezza” e alla dieta mediterranea. Una grafica che richiama quella delle comunicazioni ufficiali di Montecitorio e che, nell’impatto visivo, suggerisce un collegamento diretto con le attività parlamentari. L’Adnkronos ha contato più di dieci post di questo tipo in pochi giorni.
La diffida e il precedente
Secondo quanto risulta all’Adnkronos, gli uffici della Camera hanno avviato le procedure per inviare a Boccia una diffida formale all’utilizzo del logo istituzionale. Il motivo è semplice: l’emblema di Montecitorio può essere usato solo da deputati e collaboratori autorizzati per comunicare attività legate al mandato parlamentare. Gli intergruppi, al contrario, sono realtà informali, senza riconoscimento ufficiale né procedure di costituzione interna. Dunque, presentarsi come “ideatori” non conferisce alcuna prerogativa istituzionale.
Il caso si innesta su una vicenda precedente. Qualche mese fa, Boccia aveva fatto discutere per l’utilizzo di occhiali smart con videocamera con cui aveva registrato e pubblicato sui social scene dai corridoi di Montecitorio, senza autorizzazione. La violazione delle norme interne sull’uso di dispositivi audiovisivi ha portato al divieto totale di ingresso alla Camera, deciso dal Comitato per la sicurezza. Un provvedimento che, secondo quanto emerge, è tuttora in vigore.


Una piccola riflessione
La storia di Boccia è il paradigma di un fenomeno politico recente: una visibilità mediatica massiccia non sempre si traduce in consenso elettorale. Alle regionali campane appena concluse, infatti, da candidata con la lista di Stefano Bandecchi, ha raccolto appena 118 preferenze, mentre la lista si è fermata allo 0,4%. Un risultato distante dagli spazi ottenuti in tv e sui social: talk di prima serata, ospitate radiofoniche, collaborazioni digitali e persino l’attenzione generata dalla controversa partnership con Rita De Crescenzo. Una rilevazione di Mediamonitor.it l’aveva registrata come la terza figura più citata nei notiziari nazionali.
La replica di Maria Rosaria Boccia
“Da qualche ora le principali testate online annunciano una sedicente diffida che la Camera dei Deputati sarebbe in procinto di notificarmi per un presunto uso improprio del logo della Camera dei Deputati attraverso i miei canali social. Senza entrare nel merito della liceità dell’utilizzo del logo, in quanto le immagini risalgono e sono riferite ad attività realmente da me sostenute nel recente passato, il dato che fa riflettere e che è inaccettabile, è come ancora una volta una testata giornalistica (nel caso di specie Adnkronos) sia in possesso di informazioni simili prima ancora che la diretta interessata venga raggiunta da qualsivoglia atto o documento che dovrebbe, per propria natura, essere strettamente riservato”. Queste le parole della Boccia, che ha aggiunto: “A quanto pare lo scandalo legato al Garante della Privacy nulla ha insegnato in tal senso e vi è ancora qualcuno convinto di poter deliberatamente disporre della riservatezza e della privacy di una cittadina, seppur ritenuta nota, e già vittima, dalla vicenda Sangiuliano in poi, di un accanimento mediatico senza precedenti”.
Una storia che continuerà, perché Boccia lo ha già annunciato: proseguirà l’impegno politico guardando alle elezioni del 2027. Ma prima dovrà affrontare un confronto con Montecitorio e con la giustizia.
