A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la sua famiglia continua a essere bersaglio di illazioni, sospetti e nuove, dolorose speculazioni. E la madre, Rita Preda, esplode: «Da mattina a sera c’è Garlasco ovunque. È come se Chiara fosse stata uccisa pochi giorni fa». Un tormento che si rinnova quotidianamente, alimentato da presunti scoop, nuove piste e vecchie ombre mai del tutto dissipate.
Nei giorni scorsi la famiglia Poggi ha diffuso, tramite i legali, un comunicato in cui denuncia «l’assillante campagna diffamatoria» che ha ripreso vigore dopo una recente puntata del programma Le Iene. In quell’occasione è stata avanzata l’ipotesi che Chiara avesse una relazione sentimentale segreta con un uomo più adulto. Una teoria che la famiglia respinge con fermezza, vedendovi un tentativo subdolo di «ripulire l’immagine di Alberto Stasi», condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della giovane.
«Ha ucciso Chiara, è tutto provato», ribadisce senza esitazione Rita Preda. «Se vogliono indagare, approfondire, facciano pure. Ci mancherebbe. Ma noi, lo ripeto ancora una volta, siamo certi che la verità sia stata scritta con la sentenza di condanna di Alberto Stasi».
Il dolore della famiglia Poggi si acuisce di fronte al tentativo – percepito come strumentale – di coinvolgere anche Marco Poggi, fratello di Chiara, nel vortice delle dietrologie. «Vogliono tirare dentro anche Marco», denuncia la madre. «C’è chi vede con sospetto perfino il suo silenzio. Ma perché deve dire qualcosa per forza? Io non guardo i social ma mio marito ha imparato a farlo. C’è gente che mette sotto accusa noi. Non ho più nemmeno parole per descrivere che cosa si può provare davanti a certi commenti. Vedono misteri dappertutto».
Nel mirino anche le gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, finite al centro dell’attenzione mediatica dopo i recenti sviluppi dell’inchiesta parallela che coinvolge Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e attuale indagato. «Anche le mie nipoti, Stefania e Paola: le attaccano in continuazione, cose esagerate, ingiuste, attacchi gratuiti», lamenta la signora Preda.
Un altro fronte aperto è quello legato al Santuario della Madonna della Bozzola. Negli ultimi giorni, uno dei legali di Andrea Sempio, Massimo Lovati, ha avanzato l’ipotesi che Chiara potesse essere venuta a conoscenza di un presunto “segreto” relativo a episodi di abusi sessuali avvenuti anni prima proprio in quel luogo sacro. Un’ipotesi che si fonda su alcune ricerche trovate nel computer della ragazza, ma che manca di riscontri concreti. Inoltre, come sottolinea Rita Preda, i fatti contestati sarebbero avvenuti nel 2014, sette anni dopo la morte di Chiara: «Ma cosa vuole che abbia scoperto! Lo scandalo della Bozzola è successo nel 2014, lei non c’era più da sette anni. È tutto assurdo».
La madre della ragazza si scaglia infine contro le recenti insinuazioni su una presunta doppia vita di Chiara: un amante, due telefoni, messaggi ambigui. «Gossip della peggior specie», li definisce. «Chiara era una ragazza pulita, semplice. Non si devono permettere di infangare il suo nome perché voglio ricordare a tutti che mia figlia è morta. È stata uccisa. Lei è la vittima, anche se molti se lo sono dimenticato. E fa schifo leggere di lei come di una ragazza che aveva chissà quali segreti, sentire che aveva due telefoni, che aveva un amante. Gente che non sa niente e interpreta i suoi messaggi. È diventato tutto troppo».
