Negli aeroporti non è raro che i funzionari doganali si trovino di fronte ospiti inattesi quando aprono le valigie. L’ultimo caso è successo a Palermo: nel bagaglio di un passeggero palermitano, arrivato da Bangkok, è stata trovata la testa di un coccodrillo.
Il caso di Palermo
Nell’aeroporto siciliano, la testa di coccodrillo essiccata, con la bocca aperta e i denti in vista, è stata trovata avvolta in una busta di plastica dentro a una valigia. I finanzieri del Comando provinciale e i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli hanno fermato il passeggero per un controllo mirato e hanno sequestrato il reperto: si tratta di una specie in via d’estinzione, la Crocodylia spp., originaria delle regioni tropicali e subtropicali dell’Asia. Per l’uomo, partito da Bangkok con scalo a Roma Fiumicino, è scattata la denuncia a piede libero. E rischia un’ammenda da 20.000 a 200.000 euro o l’arresto da tre mesi a un anno.
I sequestri in Italia
Che il traffico illegale di animali selvatici sia difficile da arginare emerge dalla quantità di sequestri da parte dell’Agenzia delle dogane e della Guardia di finanza. Peraltro, l’aumento della domanda di fauna esotica è legato a doppio filo al rischio di infiltrazione della criminalità. Nel nostro Paese arrivano soprattutto specie marine e rettili. Per esempio, all’aeroporto di Bologna, nel corso del 2024, sono stati sequestrati e confiscati diversi coralli. E sempre nello stesso aeroporto, a maggio di quest’anno, gli agenti doganali e la Guardia di finanza hanno trovato, all’interno di una valigia proveniente da Capo Verde, due vertebre di delfino. La portata del fenomeno è ancora più evidente guardando ai dati nello scalo della Capitale: nell’aeroporto di Roma Fiumicino nel 2024, sono circolate più di 150.000 tartarughe, ma anche 24.000 pesci tropicali e 7.600 rettili. L’Agi riporta che quest’anno, da gennaio ad agosto, a Fiumicino sono stati sequestrati sia 1.500 pesci tropicali sia una ventina di prodotti di pelletteria. Questi ultimi riportavano l’etichetta pelle di bovino. Si tratta di un escamotage per nascondere il vero materiale: pelle di coccodrillo da vendere sul mercato nero dell’alta moda. Il traffico illegale coinvolge anche i pipistrelli. Il luogotenente Candeloro Calabrò, a capo dell’unità Cites di Fiumicino, ha spiegato all’Agi: «Ci capita di controllare anche animali più inusuali: all’inizio di quest’anno, per esempio, sono arrivati a Fiumicino anche 27 volpi volanti, ovvero pipistrelli, provenienti dall’Indonesia. Non sempre conosciamo la destinazione di questi animali, ma di solito sono affidati a grossisti che si occupano della vendita in Italia e all’estero».
Gli ultimi casi internazionali
Anche a livello globale il traffico illegale di animali selvatici prosegue a un ritmo incessante: basti pensare agli episodi più eclatanti avvenuti negli ultimi due mesi. A novembre, un uomo israeliano arrivato dalla Thailandia è stato fermato all’aeroporto di Tel Aviv: aveva ben 186 animali esotici nascosti nel suo bagaglio, tra cui serpenti, tartarughe, granchi, rane e lucertole, per un valore di decine di migliaia di dollari. Gli animali, ritrovati vivi, hanno affrontato il viaggio senza cibo e con temperature estreme. Un altro caso di contrabbando risale a fine ottobre: all’aeroporto di Mumbai sono stati sequestrati 154 animali esotici, incluse iguane, tartarughe, anaconda e procioni. Il punto di partenza anche in questo caso è stata la Thailandia. Addirittura, a ottobre, all’aeroporto di Bangkok, sono stati arrestati tre cittadini taiwanesi: hanno infilato 52 animali selvatici sedati in delle calze che hanno legato attorno al loro corpo. I tre sospettati hanno confessato di far parte di un’operazione di contrabbando e di essere stati pagati 920 dollari.
Lo sforzo globale per arginare il traffico
Proprio in questi giorni è in corso a Samarcanda, in Uzbekistan, la ventesima conferenza Cites COP20. Con lo scopo di aumentare la cooperazione internazionale per contrastare il commercio illegale di animali selvatici e piante protette, l’evento riunisce 3.000 partecipanti, tra cui le delegazioni di 180 Paesi. A tal proposito, Javokhir Abdukhalikov, membro del comitato nazionale sull’ecologia dell’Uzbekistan, ha dichiarato: «Il commercio illegale di fauna selvatica è tra le più grandi attività criminali a livello globale, dopo il traffico di droga, armi e esseri umani». E ha lanciato l’allarme: «Rapporti recenti mostrano che in 162 Paesi il commercio illegale di fauna selvatica ha interessato oltre 4.000 specie» e «i governi hanno sequestrato oltre 13 milioni di prodotti derivati dalla fauna selvatica».
