Dopo la chiusura del sito sessista Phica.eu, in cui centinaia di utenti pubblicavano foto compromettenti di donne senza il loro consenso, comprese immagini prodotte a mezzo di intelligenza artificiale di personaggi famosi, è partita ora la caccia a chi, negli ultimi anni, ha postato commenti che osceni o che istigavano a commettere reati.
I fatti
Le ripetute segnalazioni alla Polizia postale sembrano aver convinto gli amministratori di Phica.eu a chiudere i battenti, un’operazione compiuta ieri mattina. Come noto, infatti, la piattaforma ospitava foto e video sottratti illecitamente a centinaia di donne, incluse esponenti politiche, giornaliste del Tg1, attrici, cantanti come Valentina Parisse e personaggi dello spettacolo, comprese alcune fittizie generate a mezzo di intelligenza artificiale, come nel caso della premier Giorgia Meloni, della segretaria del Pd Elly Schlein o del Vicesegretario della Lega Roberto Vannacci.
Gli amministratori del sito, in un comunicato, hanno accusato «persone che usano in modo scorretto le piattaforme», lamentandosi di non essere riusciti «a bloccare in tempo tutti quei comportamenti tossici». Secondo i gestori, in oltre 20 anni avrebbero sempre collaborato con le forze dell’ordine italiane e internazionali.
I possibili reati
Gli utenti del sito rischiano principalmente l’accusa di diffamazione aggravata ai sensi dell’articolo 595 del codice penale. Quando la diffamazione avviene attraverso mezzi di comunicazione di massa come Internet, la pena prevista è la reclusione da sei mesi a tre anni o multa non inferiore a 516 euro.
La Cassazione ha stabilito che si tratta di un’ipotesi aggravata perché la condotta è potenzialmente in grado di raggiungere un numero indeterminato di persone.
Nei casi più gravi, è prevista l’accusa di istigazione a delinquere secondo l’articolo 414 del codice penale. Questo reato si configura quando qualcuno pubblicamente istiga a commettere reati. Le pene sono piuttosto severe: reclusione da uno a cinque anni se si tratta di istigazione a commettere delitti. Reclusione fino a un anno o multa fino a 206 euro per istigazione a commettere contravvenzioni.
La pena è aumentata se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici, come nel caso di Phica.eu.
Per i commenti offensivi rivolti a personalità istituzionali come Giorgia Meloni ed Elly Schlein, si configura il reato di vilipendio previsto dall’articolo 290 del codice penale. Chi pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative, il Governo o altre cariche istituzionali è punito con multa da 1.000 a 5.000 euro. La Cassazione ha chiarito che integra il reato anche l’offesa postata sui social network.
Per la pubblicazione di immagini intime senza consenso, si applica invece l’articolo 612-ter del codice penale (revenge porn), introdotto nel 2019. Anche in questo caso, le pene sono molto severe: reclusione da uno a sei anni e una multa da 5.000 a 15.000 euro
La pena è aumentata se il reato è commesso attraverso strumenti informatici o telematici. Anche chi riceve e poi diffonde ulteriormente il materiale rischia le stesse pene.
Oltre alle sanzioni penali, gli utenti rischiano pesanti conseguenze civili. Le vittime possono richiedere risarcimenti per danno patrimoniale derivante da perdite economiche e per danno non patrimoniale che include danno morale e psicologico.
La ministra per la Famiglia e le Pari Opportunità Eugenia Roccella ha annunciato che assumerà “iniziative specifiche per il monitoraggio di situazioni di questo tipo, la segnalazione alle autorità competenti e l’individuazione degli strumenti più efficaci per il contrasto di questa barbarie del terzo millennio“.
