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Caso La Russa jr, reato estinto per il revenge porn: 25 mila euro il risarcimento, la ragazza annuncia appello

Caso La Russa jr, reato estinto per il revenge porn: 25 mila euro il risarcimento, la ragazza annuncia appello

Il giudice ha ritenuto congrua l’offerta di risarcimento da 25 mila euro presentata da Leonardo Apache La Russa, dichiarando estinto il reato di revenge porn. La ragazza non accetta la somma e annuncia ricorso in Appello

Il reato di revenge porn contestato a Leonardo Apache La Russa è stato dichiarato estinto. Lo ha stabilito la giudice per l’udienza preliminare di Milano, Maria Beatrice Parati, ritenendo congrua l’offerta di risarcimento pari a 25 mila euro avanzata dal giovane alla ragazza coinvolta. Una decisione che chiude il procedimento penale nei suoi confronti, ma che non mette fine alla vicenda giudiziaria.

La decisione del giudice e l’estinzione del reato

Secondo quanto stabilito dalla gup, l’offerta risarcitoria presentata da Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, è stata giudicata adeguata ai fini dell’estinzione del reato. A favore del giovane ha pesato anche una lettera indirizzata alla ragazza, nella quale esprimeva il proprio rammarico per quanto accaduto.

La Procura si era invece opposta all’estinzione del reato, ritenendo non congrua la somma proposta e sostenendo la necessità di un percorso di recupero per l’imputato. La richiesta non è stata accolta dal giudice.

La condanna dell’amico che aveva diffuso il video

Diversa la posizione di Tommaso Gilardoni, il dj che aveva ricevuto il video da La Russa e lo aveva successivamente inoltrato ad altre due persone. Per lui è arrivata una condanna a un anno di reclusione, con pena sospesa, per il reato di revenge porn.

La denuncia per violenza sessuale e l’archiviazione

La giovane aveva denunciato Leonardo Apache La Russa anche per violenza sessuale, riferendo di essersi svegliata senza ricordare quanto accaduto dopo aver trascorso la notte nella sua abitazione, che si trova nella casa del presidente del Senato. Per questo capo d’imputazione il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla pm Rosaria Stagnaro e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella.

La posizione della ragazza e dei suoi legali

La ragazza ha già fatto sapere che non accetterà il risarcimento. «Sicuramente impugnerò il provvedimento sulla congruità», ha dichiarato, annunciando il ricorso in Appello contro la decisione della gup di Milano.

Il suo legale, l’avvocato Stefano Benvenuto, ha contestato duramente il giudizio espresso dal tribunale. Secondo la difesa, la somma di 25 mila euro non sarebbe adeguata a coprire i danni morali, esistenziali e relazionali derivanti dal reato, richiamando i criteri utilizzati in altri procedimenti per reati analoghi, nei quali i risarcimenti possono superare i 50 mila euro.

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