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Caldo record, l’Italia si ferma: stop al lavoro all’aperto e bus gratis al mattino per gli over 70

Caldo record, l’Italia si ferma: stop al lavoro all’aperto e bus gratis al mattino per gli over 70

Temperature oltre i 36 gradi da Nord a Sud. L’anticiclone Pluto infiamma l’Italia, ma all’orizzonte si intravede una tregua. Intanto le Regioni attivano ordinanze anti-caldo per tutelare i lavoratori e gli anziani

L’Italia continua a fare i conti con un’intensa ondata di calore causata dall’anticiclone africano “Pluto”, che da giorni domina incontrastato sull’intero territorio nazionale. Le temperature massime, costantemente superiori ai 34-36°C da Nord a Sud, hanno raggiunto picchi anomali, accompagnate da un livello dello zero termico eccezionalmente alto: sabato 28 giugno è stato registrato a circa 5100 metri di altitudine.

A confermare l’entità dell’evento meteorologico è Antonio Sanò, fondatore del portale iLMeteo.it, che sottolinea come “la fase bollente sta infiammando tutta la penisola italiana”, ma avverte anche che “si intravedono dei movimenti all’orizzonte”. Giugno si chiuderà quindi sotto il dominio della canicola africana, con valori termici che in molte zone del Paese superano le medie stagionali di 7-8°C. Anche di notte non si trova sollievo: le temperature faticano a scendere sotto i 25°C nelle principali città e in numerose altre località.

Quando finirà l’ondata di caldo

I primi segnali di un cambiamento si intravedono all’orizzonte. Secondo le proiezioni, sarà solo a partire da venerdì 4 luglio che l’anticiclone comincerà a cedere, con le prime infiltrazioni di aria instabile sulle regioni settentrionali e la possibilità di temporali. Tuttavia, per un vero calo termico e un ritorno a condizioni climatiche meno roventi, soprattutto al Nord e in parte del Centro, occorrerà attendere la settimana successiva.

Le contromisure: ordinanze regionali contro i rischi da calore

Nel frattempo, con l’emergenza caldo che mette a rischio la salute pubblica — soprattutto quella dei lavoratori esposti all’aperto —, diverse Regioni hanno iniziato ad adottare misure straordinarie.

Il Lazio è stato tra i primi a intervenire, già all’inizio di giugno. Il presidente Francesco Rocca ha firmato un’ordinanza che impone lo stop alle attività all’aperto — nei cantieri, nei campi, nelle cave e nei vivai — dalle 12.30 alle 16, nelle giornate classificate come a rischio elevato. Il provvedimento sarà in vigore fino al 31 agosto e fa riferimento al sito worklimate.it per identificare i giorni “da bollino rosso”.

“Il cambiamento climatico rende sempre più frequenti e intensi i picchi di calore: non possiamo permetterci di sottovalutarne i suoi effetti — il commento del presidente —. Nostro compito è quello di proteggere le persone, specialmente i lavoratori più esposti. Continueremo a monitorare l’evoluzione delle temperature e, se necessario, interverremo con ancora maggiore incisività.”

Sulla scia del Lazio, anche la Lombardia ha deciso di adottare misure simili. Il governatore Attilio Fontana ha firmato l’ordinanza anti-caldo, in accordo con le parti sociali e l’assessore al Welfare Guido Bertolaso. Le limitazioni — attive dalle 12.30 alle 16, come nel Lazio — partiranno domani e resteranno in vigore fino al 15 settembre, solo nei giorni in cui il rischio per i lavoratori sarà classificato come “alto”.

Il documento precisa che i divieti non si applicano a pubbliche amministrazioni, concessionari di pubblico servizio, appaltatori, interventi di protezione civile e attività legate alla pubblica incolumità.

“La nostra priorità è la tutela della salute dei lavoratori — commenta Fontana — soprattutto in momenti come questi in cui il caldo diventa particolarmente insopportabile. L’ordinanza rappresenta un passo importante per garantire che le attività produttive si svolgano nel rispetto delle condizioni di sicurezza e salute.”

I sindacati confederali, che da giorni sollecitavano un intervento, chiedono ora un ulteriore passo avanti: l’introduzione di strumenti di sostegno al reddito su scala nazionale.

Anche l’Emilia-Romagna è intervenuta, firmando ieri un documento che estende le tutele anche ai lavoratori attivi nei piazzali della logistica, una novità per quest’anno. Per i servizi pubblici essenziali, invece, non si prevede una sospensione netta, ma una rimodulazione organizzativa.

“Benché in Emilia-Romagna molte aziende si siano già attivate per trovare soluzioni adeguate — affermano il vicepresidente Vincenzo Colla e l’assessore al Lavoro Giovanni Paglia — , serviva un atto in grado di garantire omogeneità delle misure sul territorio regionale e piena tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, compresa la possibilità di astensione dal lavoro nelle ore più calde della giornata. Gli aspetti fondamentali sono la flessibilità in entrata e in uscita dai luoghi di lavoro, la rimodulazione degli orari.”

Provvedimenti simili sono stati già adottati anche da altre Regioni, tra cui Sicilia, Puglia, Umbria, Toscana, Abruzzo, Campania e Calabria. Anche i Comuni si stanno mobilitando. A Genova, ad esempio, è stato anticipato alle 7:30 (anziché alle 9:30) l’orario di accesso gratuito ai mezzi pubblici per gli over 70, per favorire gli spostamenti nelle ore meno calde della giornata.

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