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Così la turista greca ha salvato il migrante siriano

Così la turista greca ha salvato il migrante siriano

L’abbraccio ha fatto il giro del web. Lei commenta: “Non sono un’eroina. Ho fatto quello che fanno gli esseri umani con gli esseri umani”

“Non sono un’eroina”. Esordisce così, in una intervista a Repubblica, Sandra Tsiligeridu, la turista greca la cui foto dell’abbraccio col migrante siriano salvato dopo 13 ore in mare ha fatto il giro del mondo sui social. “Ho fatto soltanto quello che fanno gli esseri umani con gli altri esseri umani. Tutti si sarebbero comportati nello stesso modo, al mio posto”.

Il racconto

“Abbiamo visto le mani uscire dalla superficie dell’acqua e mio marito pensava che fosse un sub, quindi si stava allontanando per non investirlo – racconta – ma io mi sono accorta che era un uomo in difficoltà e ho cominciato a gridare. Allora ci siamo avvicinati. Piangevo, non riuscivo a smettere”.

“Era sfinito e in ipotermia, tremava. È riuscito soltanto a dire, in inglese “mi chiamo Mohammed Besmar e vengo dalla Siria“.

L’abbraccio “dovrebbe essere un gesto normale, quotidiano, e invece è diventato eccezionale – sottolinea – Mi sono arrivati migliaia di messaggi, dall’Australia, dall’America, dall’Italia. È un’esperienza che mi ha cambiato la vita, l’ho interpretato come un segnale: devo aiutare gli altri, dobbiamo farlo tutti”.

Immigrati a Kos

Così la turista greca ha salvato il migrante siriano
LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images

Immigrati siriano sull’isola di Kos attendono di essere imbarcati sulla nave Eleftherios Venizelos, 16 agosto 2015

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Immigrati in coda per le procedure di registrazione nello stadio di Kos, Grecia, 11 agosto 2015. Gli uomini e le donne sono separati da un divisorio di cartone

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Immigrati siriani sull’isola di Kos attendono di essere imbarcati sulla nave Eleftherios Venizelos, 16 agosto 2015

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Immigrati siriani sull’isola di Kos attendono di essere imbarcati sulla nave Eleftherios Venizelos, 16 agosto 2015

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Immigrati siriani sull’isola di Kos attendono di essere imbarcati sulla nave Eleftherios Venizelos, 16 agosto 2015

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Immigrati siriani sull’isola di Kos attendono di essere imbarcati sulla nave Eleftherios Venizelos, 16 agosto 2015

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Immigrati in attesa delle procedure di registrazione nello stadio di Kos, Grecia, 11 agosto 2015

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Immigrati in attesa delle procedure di registrazione nello stadio di Kos, Grecia, 12 agosto 2015

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Immigrati in attesa delle procedure di registrazione nello stadio di Kos, Grecia, 13 agosto 2015

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Kos, Grecia, immigrati siriani sbarcano sulle coste dell’isola, 13 agosto 2015

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Kos, Grecia, immigrati siriani sbarcano sulle coste dell’isola, 13 agosto 2015

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Kos, Grecia, una donna siriana con il suo bambino di 10 mesi appena sbarcata sulle coste dell’isola, 13 agosto 2015

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Kos, Grecia, immigrati siriani sbarcano sulle coste dell’isola, 13 agosto 2015

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Kos, Grecia, immigrati sbarcano sulle coste dell’isola, 13 agosto 2015

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Immigrati in attesa delle procedure di registrazione nello stadio di Kos, Grecia, 11 agosto 2015

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Immigrati in attesa delle procedure di registrazione nello stadio di Kos, Grecia, 11 agosto 2015

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Tensione tra immigrati e polizia allo stadio di Kos, Grecia, 11 agosto 2015

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Immigrati provenienti dall’Afgnaistan in una sistemazione provvisoria sull’isola di Kos, Grecia, 10 agosto 2015

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Immigrati provenienti dall’Afgnaistan in una sistemazione provvisoria sull’isola di Kos, Grecia, 10 agosto 2015

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Immigrati provenienti dall’Afgnaistan in una sistemazione provvisoria sull’isola di Kos, Grecia, 10 agosto 2015

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La polizia disperde gli immigrati con i lacrimogeni davanti allo stadio di Kos, in Grecia, 11 agosto 2015

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Il pianto di un bambino in attesa delle procedure di registrazione ello stadio di Kos, Grecia, 11 agosto 2015

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Immigrati in attesa delle procedure di registrazione nello stadio di Kos, Grecia, 11 agosto 2015

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Una donna svenuta durante l’attesa per le procedure di registrazione nello stadio di Kos, Grecia, 11 agosto 2015

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Immigrati all’arrivo sull’isola di Kos, Grecia, 11 agosto 2015

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Immigrati all’arrivo sull’isola di Kos, Grecia, 11 agosto 2015 a

“Prima di venire a Kos, quest’estate – ammette – non mi ero resa conto di quando grave fosse la situazione. L’isola è piena di migranti, ne arrivano a migliaia ogni giorno: dormono in tende nelle strade, non hanno bagni da usare, sono in condizioni pietose. Dove sono le istituzioni europee? Cosa fanno?”. Prima di questo episodio “mi chiedevo: perchè questa gente viene qui da noi? Perchè non li fermano prima? Mi sembrava che fosse un problema di altri, non mio. Ora la mia idea è un’altra”.

“I profughi sono persone che non hanno scelta, scappano per necessità e talvolta sono costretti ad abbandonare anche la famiglia. Mentre facevo snorkeling con mia figlia, intorno all’isola di Pserimos, abbiamo visto sul fondo delle magliette da bambino e delle banconote col simbolo dell’Iraq sopra”.

“L’Onu dovrebbe mettere in piedi un ‘esercito’ di volontari, in ogni Paese. Io potrei cucinare per dieci persone, ad esempio. Oppure offrire loro vestiti”.

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