Home » Attualità » Bastone o carota… Cosa insegna la vicenda dello scippatore picchiato

Bastone o carota… Cosa insegna la vicenda dello scippatore picchiato

Bastone o carota… Cosa insegna la vicenda dello scippatore picchiato

La vera domanda è: cosa è più efficace per convincere un delinquente ad essere un cittadino onesto?

C’è una cosa che incuriosisce da quando è stato pubblicato online il video del pestaggio avvenuto a Roma nei confronti di un malvivente, uno scippatore che pochi secondi prima aveva rubato la borsetta ad un’anziana. Inutile dire che tutto il can can mediatico si è concentrato sulla violenza e colpevolezza degli aggressori facendo passare per vittima quello che, per prima cosa (anche cronologicamente parlando) è un delinquente, uno scippatore, un criminale.

Lasciamo a loro il dibattito sull’«hanno fatto bene o hanno fatto male a picchiarlo» sapendo perfettamente che esistono due Italia: quella che si schiera contro la violenza gratuita, anche nei confronti di un criminale colto in flagrante e quella che invece pensa il più classico dei “gli sta bene”.

Personalmente ritengo che la questione più interessante sia un’altra: capire come questa aggressione abbia agito sul delinquente, sulla sua vita da criminale. Mi spiego: mettiamo caso che dopo lo scippo invece dei passanti che lo hanno picchiato lo scippatore si fosse imbattuto in una pattuglia delle Forze dell’ordine. Sarebbe scattato l’arresto, le manette, l’accompagnamento in Questura, la denuncia e, presumibilmente dopo una notte dietro le sbarre l’uomo sarebbe stato rimesso in libertà, come è effettivamente avvenuto con il solo divieto di soggiorno a Roma. Ecco, questo tipo di gestione perfettamente rispettosa della legge e senza alcun tipo di violenza avrebbe cambiato l’agire futuro del criminale? Lo avrebbe convinto a diventare cittadino onesto? Non lo so. Ma i dati dicono che l’80% di chi viene rimesso in libertà dopo il carcere torna a delinquere; figuriamoci dopo un semplice buffetto ed una sgridatina da parte del giudice.

Invece dei carabinieri lo scippatore ha trovato dei passanti, violenti, che non gli hanno risparmiato alcun tipo di colpo, con l’appoggio di chi assisteva alla scena invitando a dare una lezione all’«infame». Ecco: quei calci quei pugni, il setto nasale rotto e la paura che lo stesso uomo ha raccontato alla stampa saraqnno stati un deterrente efficace a convencerlo a non farlo più?

Le sue scuse (per quello che valgono in un’intervista dove non avrebbe potuto dire altro che quello) lasciano il tempo che trovano. Sono certo che d’ora in avanti prima di puntare un’altra anziana, un’altra borsetta ci penserà due volte. Quei calci e quei pungi di sicuro gli sono entrati nella testa, molto più di un banale decreto di divieto di dimora.

TUTTE LE NEWS DI CRONACA

© Riproduzione Riservata