40 bambini, tra cui alcuni neonati sono (e non sarebbero, ma SONO) stati uccisi. 40 bambini sono stati ammazzati nelle loro case, magari mentre cercavano la fuga o forse nel letto dove dormivano, per non parlare di quelli presi in braccio da mamma e papà come gesto ultimo di protezione. Bambini morti terrorizzati. Ad alcuni di questi è (e non sarebbe) stata tagliata la testa.
Si fa fatica persino a respirare se si pensa a tanto orrore. È per questo che davvero non capisco chi ieri sui social, in tv, sui giornali è riuscito anche solo per un momento non solo a parlare ma persino a cercare giustificazioni storiche, comprensione politica per commentare quanto compiuto dagli uomini di Hamas sabato nel kibbutz dove oltre ai 40 corpi di bambini ne hanno lasciati a terra altri 160 di adulti. Uccisi come se si fosse dentro un videogame.
Non si tratta di commentare le parole di Patrick Zaki, Rosy Bindi, Pierluigi Bersani, dei collettivi studenteschi di alcuni licei della Milano bene, di molti manifestanti scesi in piazza con la Cgil, di gran parte dei centri sociali sparsi nel paese e degli altri politici ed esperti che da 48 ore usano la peggiore delle espressioni possibili: «però…».
Le frasi e le opinioni sono sempre le stesse, fateci caso. Il però arriva come una lama dopo la debita e debole premessa: «Condanna per le azioni di Hamas… PERO’…» e dopo il però vai di discorsi che possono partire dagli anni ’70, per raccontare che Israele ha invaso e schiavizzato il popolo palestinese, oppure fermarsi agli ultimi mesi, attaccando la politica di Benjamin Nethaniau. Frasi dentro cui si nasconde la vera opinione anti-israeliana a filo palestinese di Zaki, Bindi, etc etc etc.
Ripeto: ognuno può pensarla come vuole, dagli studenti dei liceli del centro di Milano a politici di lungo corso. Ma ieri, davanti alla notizia di tanto orrore sarebbe stato giusto quantomeno il silenzio, per 24, 48 ore. Ieri bisognava tacere o almeno parlare per chiedere ad Hamas di fermarsi.
Quei PERO’ pronunciati ieri dopo che il mondo ha visto di cosa sia capace un uomo (che qualcuno ha pure il coraggio di definire «partigiano») sono un’offesa a quei 40 bambini, trucidati.
C’è un tempo per ogni cosa, soprattutto c’è e ci sarebbe stato da domani il tempo per parlare di una questione che divide il mondo da decenni. 24 ore di silenzio sarebbero state il minimo sindacale.
