La scorsa settimana l’incidente al Canadair CL415 della Protezione Civile, con la morte dei due componenti dell’equipaggio, Matteo Pozzoli, 58 anni di Erba (CO) e Roberto Mazzone, 62, di Salerno; ierila perdita di un elicottero Agusta (Leonardo) AW109E Power della compagnia Alidaunia, precipitato con a bordo cinque passeggeri e due piloti mentre rientrava verso foggia dalle Isole Tremiti. A bordo, una famiglia slovena e anche un medico del 118, Maurizio De Girolamo, che aveva scelto di tornare in volo a causa delle cattive condizioni del mare che impedivano i collegamenti via nave. La famiglia distrutta era quella di Bostjan rigler, 54 anni, direttore delle emittenti slovene Kanal A e Pop Tve, che era in vacanza con la moglie, il fratello e la figlia tredicenne. L’equipaggio era formato dai comandanti Luigi Ippolito e Andrea Nardelli.
A far scattare l’allarme immediato il dispositivo satellitare automatico d’emergenza (Elt/Epirb) che si è attivato automaticamente all’impatto e che ha trasmesso il segnale di soccorso con la posizione, localizzata dalla rete satellitare di soccorso Cospas/Sarsat nelle campagne tra Torre Mileto e Apricena, a circa metà della rotta prevista. Difficile, al momento, avanzare ipotesi sia riguardo a una possibile concausa dettata dal maltempo, sia escludere a priori un’emergenza tanto improvvisa e catastrofica da impedire all’equipaggio di lanciare il mayday.
Di certo per il tipo di missione da eseguire, il carico a bordo e le prestazioni dello A109E, l’elicottero era più che adeguato al servizio, l’equipaggio era molto esperto e la società Alidaunia un operatore italiano attivo da quasi trent’anni, molto noto e apprezzato anche in campo internazionale per serietà ed efficienza. Se nel caso del Canadair il registratore di volo sarà la chiave per comprendere che cosa sia accaduto nei pendii attorno all’Etna, in questa occasione sarà uno scrupoloso lavoro dei periti a poter stabilire le cause della tragedia, indagando sullo stato del relitto. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasoprti, nonché vicepremier, Matteo Salvini, sarebbe in costante contatto con il presidente dell’Enac, l’avvocato Pierlugi Di Palma, con il quale avrebbe programmato a giorni un incontro per fare il punto della situazione sullo stato della nostra aviazione civile.
La legislatura del governo Meloni potrebbe quindi essere l’occasione per completare il processo di trasformazione e rinnovamento dell’ente bloccato da oltre un decennio, anche con l’arrivo di più risorse specializzate per le direzioni tecniche dell’Enac – fondamentali per le verifiche dei prodotti aeronautici e le operazioni volo – e anche dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), per legge titolare delle inchieste sugli incidenti secondo sia il nostro ordinamento nazionale, sia secondo le leggi internazionali dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (Icao). Sia dal punto di vista del numero di aeromobili ed elicotteri presenti nel registro aeronautico nazionale, sia per quanto riguarda le risorse dedicate al settore, dal governo Monti in poi l’aviazione italiana – e la sua cultura – è stata depauperata sia per ragioni di persecuzione fiscale, sia per la troppa burocrazia che affligge il settore rendendolo meno efficiente e sviluppato rispetto ad altri Paesi.
