“Matteo, mi insegni la tecnica per non farmi manipolare?” … Siamo alla solite: mi viene richiesto di insegnare un sistema matematico per raggiungere un obiettivo psicologico. Siamo talmente assuefatti da libri e trasmissioni che ci danno soluzioni precotte che ci scordiamo che l’unico modo efficace per non farci fregare è conoscere i meccanismi manipolativi.
Parliamo quindi di manipolazioni, nella fattispecie dei ricatti affettivi.
Chi dice che i vecchi rimedi rubati alla vecchia saggezza contadina siano quelli meno efficaci? … In genere io. Ma se si parla di manipolazioni i vecchi metodi hanno sempre una certa presa. Nella fattispecie i ricatti più primitivi (quelli affettivi appunto) hanno sempre un’efficacia (quasi) garantita, non solo nel rapporto bambino-adulto ma anche in quello adulto-adulto.
Quando nascono i ricatti affettivi? Potremmo dire che nascono assieme all’essere umano. Il pargoletto non ha praticamente strumenti efficaci per ottenere da mamma e babbo ciò che desidera. Un adulto ha mediamente:
– Una dialettica
– Una certa influenza manipolativa
– Un background culturale al quale aggrapparsi
– Anni di esperienza
– Un certo potere economico
– La prestanza fisica (quando si minaccia di ricorrere alla forza)
Il bambino non dispone di niente di tutto ciò e quindi può far leva solo su due elementi:
– Il senso di colpa
– La deprivazione affettiva
Maggiore è il legame con il manipolatore maggiore sarà l’influenza della manipolazione stessa.
Partiamo dal più comune: il senso di colpa. Un messaggio colpevolizzante (tramite il pianto o lo sguardo in stile Bambi, ad esempio) ve lo potrebbe inviare il vostro bambino quando gli negate il gelato alla panna; il messaggio implicito è il seguente: “perché mi fai questo? Stai facendo male al mio cuoricino!”. Questa primitiva (ma efficacissima) modalità fa emergere in un attimo tutti i nostri più sopiti sensi di colpa rendendoci inermi (ed influenzabili) davanti ad un gigantesco rimorso.
La seconda arma è ancora più maligna. Nella deprivazione emotiva il nano malefico lascia intendere che il comportamento “irresponsabile” del genitore deve essere ferocemente punito facendo leva sulla paura ancestrale che più terrorizza ogni genitore: la mancanza di amore. “Mi fai questo? Io non ti voglio più bene!”.
A questo punto parliamo dei bambini grandi: gli adulti. I ricatti affettivi non vengono solo esercitati dai bimbi (che sarebbero comunque legittimati ad usarli). Spesso tali modalità sono usate anche da coloro che hanno visto un bel po’ di primavere.
Tali manipolazioni sono potenti perché hanno il potere di agire sul nostro senso di colpa e sulla nostra innata paura di rimanere da soli. Agiamo come desidera il manipolatore di turno in quanto questo è l’unico modo per mettere a tacere la sensazione di colpevolezza e la paura della solitudine!
Riporto qui una serie di classiche frasi manipolatorie:
– Ho fatto questo perché soffro
– Se non agisci così mi fai del male
– Se non fai ciò ti lascio
– Se te ne vai mi ammazzo!
– Se lo fai non ti rivolgo la parola per due settimane!
– Non credi di avermi ferito già abbastanza?
– Se non lo fai ti odierò per una vita!
Nei prossimi post inserirò altri tipi di manipolazione più sofisticate … oggi siamo partiti dall’ABC del manipolatore provetto. Ripeto che comunque non credo nelle tecniche che ci immunizzano dalle manipolazioni , ma credo nella psico-educazione.
Riconoscete quindi il tranello … ed evitatelo!