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Apple accusata di truffa, ecco perché e come stanno le cose

Nelle pubblicità dell’iPhone XS il notch sarebbe stato nascosto volontariamente per ingannare gli utenti. E non è l’unico problema

Si riassumono in due le accuse che il tribunale del Distretto Nord della California ha ricevuto da Courtney Davis, semplice cittadina che ha deciso di porsi contro Apple in merito a uno dei suoi ultimi esemplari di smartphone: l’iPhone XS. La questione è questa: la Mela, in una delle sue pubblicità, avrebbe volutamente utilizzato uno sfondo scuro sul telefonino per nascondere il notch, la tacca superiore che ha debuttato lo scorso anno, così da far sembrare che sia assente e restituire una sensazione di full touch display, che in realtà non c’è.

Più di un problema

La mossa di Courtney Davis, che sarà valutata dall’organo giudiziale nelle prossime settimane, va ad affiancarsi ad un’altra che tira in ballo particolari più tecnici dei melafonini. Apple avrebbe infatti mentito sulle reali dimensioni dello schermo dell’iPhone XS, indicando una diagonale di 5,8 pollici invece di una concreta di 5,6875 pollici.

E non c’è solo questo: un’ulteriore causa parla addirittura di una risoluzione minore dei pixel dell’iPhone X (quindi quello del 2017) rispetto al vetusto iPhone 8 Plus. Il motivo? Il cellulare con la tacca afferma di avere 2.436 X 1.125 pixel ma, secondo i documenti depositati press il tribunale californiano, invece di usare pixel con tre sottopixel (rossi, verdi e blu) per ciascuno, ne monta solo due in ogni pixel, portando così a 5.481.000 il numero totale.

Meglio l'iPhone 8 Plus?

Di contro, l’iPhone 8 Plus, con risoluzione da 1920 X 1080 pixel e 3 sottopixel per punto, arriva a 6.220.800 sottopixel, più del modello successivo. Inoltre, pare che l’iPhone X non abbia alcun subpixel nel notch superiore e negli angoli, facendo così scendere ulteriormente il conteggio finale. Si tratta di numeri la cui differenza all’occhio umano non è facilmente percettibile ma resta comunque l’amaro in bocca per ritrovarsi tra le mani un dispositivo che fa addirittura dei passi indietro, in quanto a qualità, rispetto a dove dovrebbe trovarsi oggi.

Contro Qualcomm

Di certo non è un buon momento per Apple, che qualche giorno fa ha dovuto accettare la decisione di una Corte in Cina a seguito di un’ingiunzione preliminare avviata e vinta da Qualcomm. La produttrice di chip, da tempo, accusa Cupertino di non aver versato le dovute royalties per l’uso di brevetti sugli iPhone dalla versione 6S in poi. Di contro, Apple afferma che gli stessi brevetti sono caduti in disuso con l’aggiornamento a iOS 12.

In Cina però Qualcomm ha portato a casa il risultato, di fatto creando parecchi grattacapi alla multinazionale che ora rischia di vedersi bloccare le vendite dei suoi gioielli nel più grande mercato hi-tech al mondo.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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