Gli Zingari di Josef Koudelka, in mostra a Milano

© Josef Koudelka / Magnum Photos

Zehra, Slovacchia, 1967. Tre ragazzini in posa mostrano i muscoli.


© Josef Koudelka / Magnum Photos

Kadan, Boemia, 1963


© Josef Koudelka / Magnum Photos

Romania, 1968


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Velka Lomnica, Slovacchia, 1963


© Josef Koudelka / Magnum Photos

Zehra, Slovacchia, 1967.


© Josef Koudelka / Magnum Photos

Bratislava, Slovacchia, 1966.


© Josef Koudelka / Magnum Photos

Romania, 1968.


Quando nel 1968 il The Sunday Times pubblicò lo storico reportage fotografico che documentava l’invasione di Praga da parte delle truppe del Patto di Varsavia, in calce a quelle immagini c'erano solo della iniziali, P.P., che stavano per Prague Photographer (fotografo di Praga). Il suo autore aveva preferito pubblicarle in forma anonima, a garanzia dell'incolumità propria e della sua famiglia. Quando l'anno dopo sarebbero state premiate a New York con la Robert Capa Gold Medal, il fotografo lo avrebbe saputo per caso. Quegli scatti sarebbero rimasti "senza autore" fino al 1984, quando furono mostrati per la prima volta accompagnati dal nome dell'autore, dopo essere rimasti per 16 anni nell'anonimato. Quel nome era Josef Koudelka.

Ingegnere aeronautico di formazione, Koudelka aveva iniziato a fotografare in veste professionale solo dal 1962, come fotografo di scena del Teatro Semafor di Praga. Quando si era avventurato per le strade di Praga a fotografare tutto quello che vi stava accadendo, il 21 agosto del 1968, Koudelka era tornato da pochi giorni da un viaggio in Romania, tra gli zingari, al cui mondo si era avvicinato attraverso la musica gypsy, affascinato dalle sue sonorità cupe e malinconiche, quando ancora giovane studiava cornamusa e violino. Dal 1962 aveva iniziato un lavoro fotografico sulle comunità gitane d'Europa, che lo avrebbe impegnato per tutto il decennio, principalmente nella ex Cecoslovacchia (Boemia, Moravia, Slovacchia), in Romania e in Ungheria.

Progettava un libro che, col titolo Cikáni (zingari in ceco), avrebbe dovuto uscire in Cecoslovacchia nel 1970, ma che non vide mai la luce nella sua forma originaria. In quell'anno Koudelki lasciò infatti Praga per la Francia, dove aveva ottenuto una borsa di studio per documentare la vita degli zingari della Camarga. Il suo primo libro, Gitans, la fin du voyage, pubblicato in Francia nel 1975, conteneva solamente una parte (60 scatti, per lo più realizzati nella Slovacchia orientale) del suo enorme lavoro sui gitani.

Solo nel 2011 la versione originaria del progetto, integrata dalle foto realizzate in Francia e Spagna, è stata data alle stampe da Contrasto, con il titolo Zingari . Quelle 109 fotografie sono ora anche una mostra che, alla presenza dell'autore - che ne ha curato personalmente l'allestimento - inaugura oggi presso la Fondazione Forma di Milano.

La mostra, presentata in prima mondiale, è stata realizzata in collaborazione con l'agenzia Magnum Photos , della quale Koudelka è membro associato dal 1974. Al pubblico sono proposte delle sontuose stampe realizzate "sotto la stretta sorveglianza dell’autore", appositamente per la presentazione di Forma, che chiuderà i battenti il 16 settembre.

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