Victoria's Secrets a Milano, l'angelo mi ha spezzato il cuore

34D. Non è l’aula in cui seguivo i corsi all’università, ma la mia taglia di reggiseno americana.

In Italia si limitano a catalogare in 1’,2’, 3’ e così via.  E allora “compra una taglia in più perché ti stringono le spalline” o “compra una taglia in meno che ti strizza davanti ma ti lascia respirare dietro”.

All’estero no, sanno che ci sono donne con un giro schiena piccolo ed una coppa di seno grande, oppure il contrario. E, sempre in Italia, il monopolio quasi assoluto di reggiseni & co con modelli discretamente sexy ad un prezzo abbordabile è strettamente impugnato da Intimissimi (che appartiene alla stessa catena di Calzedonia e Tzenis). Fino ad oggi. Poi, la svolta.

Victoria’s Secrets apre a Milano: la notizia ha causato un salto sulla sedia a molte donne italiane e ha provocato eccitamenti maschili che già si immaginavano le loro  compagne strette in completini intimi super sexy come quelli portati in passerella dagli angeli Adriana Lima, Heidi Klum, Naomi Campbell, Laetitia Casta ed Eva Herzigova.

Ho chiesto una soglia più alta sulla carta di credito. Ho immaginato di provocare un infarto al mio fidanzato e renderlo immensamente devoto sfoggiando un due pezzi traforato e un paio di ali bianche. Ho cercato  assatanata il punto vendita e la bolla di sapone mi è scoppiata in mano. Sì apre, ma mica in centro o chessò nel centralissimo Corso Buenos Aires. No. A Malpensa. Terminal 1 area Schengen partenze A. Eh??

Ma non finisce mica qui. Non solo hanno deciso di aprire un punto vendita in una delle location in cui nessuno si spingerebbe mai a fare shopping se non per ingannare l’attesa di un volo in ritardo, ma in più il negozio non venderà intimo, ma solo pelletteria, valigeria e eyewear. Eyewear? Ma che mi frega dell’eyewear di Victoria’s Secrets? Io voglio i reggiseni imbottiti ricamati, i babydoll e i perizomi.

Niente, amara delusione. Un plauso alla direzione marketing del marchio che ha mi ha spezzato le ali.

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