Non si ferma la corsa alla nomination repubblicana di Donald Trump che, a lungo sottovalutata dall’establishment del partito, è andata crescendo nei mesi, ha preso velocità dopo il trionfo nel Super Tuesday del 1° marzo, e si avvia a diventare inarrestabile nel caso in cui il prossimo 15 marzo il re dell'immobiliare vincesse le primarie repubblicane in Florida, e magari anche in Ohio e in Illinois.
"Un ciarlatano, un impostore, una persona falsa e inaffidabile, inadatta a fare il Presidente degli Stati Uniti. E che potrebbe portare l'America alla rovina": l'ex candidato repubblicano alla presidenza Mitt Romney (2012) non ha usato mezzi termini, la settimana scorsa, nel suo attacco - interno al Grand Old Party - contro il magnate newyorchese: parole durissime pronunciate lanciando un accorato appello ai repubblicani a non votarlo, prefigurando che la sua partecipazione alla competizione per la Casa Bianca consegnerebbe il Paese a Hillary Clinton, condannandolo "a una lunga recessione: tutti saremmo più poveri e meno sicuri".
Parole che probabilmente non toccano il ”popolo" dei sostenitori del tycoon miliardario, composto da un campione sociale variegato e trasversale, deluso dal corso "senza polso" di Barack Obama, arrabbiato con l'establishment politico e finanziario, preoccupato dal terrorismo e dall'immigrazione. Non rigido però su certi valori o principi e capace di perdonargli i suoi tre matrimoni e di accettare l'idea di una first lady straniera: Melania, ex fotomodella slovena di 45 anni, sarebbe la prima dai tempi di Louisa, la moglie di John Quincy Adams (il VI Presidente, 1825-1829).
Attraverso questa carrellata di immagini, scattate nel corso della lunga campagna elettorale del “ciclone Donald”, ecco uno sguardo sul mondo dei suoi scatenati supporter.