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La Ue contro l'Ungheria di Orban, spiegato bene

Il Parlamento Ue ha "condannato" il premier Viktor Orban sullo stato di diritto in Ungheria. Il giorno della resa dei conti tra la Ue e il premier ungherese è arrivato. Orban è stato sottoposto alla procedura prevista dall'articolo 7 del trattato UE sullo stato di diritto che prevede in caso di presenza di "grave rischio" di violazione dei valori Ue, il varo di misure preventive da parte del Consiglio Europeo che devono essere approvate dai quattro quinti degli Stati membri. Ora la parola passa al Consiglio europeo.

Quali sono le accuse

Ma quali sono state le accuse che la Ue muove all'Ungheria di Orban?

Dalla legge sul diritto d'asilo che introduce la detenzione obbligatoria a quella sulle università che penalizza la Central European University del magnate americano George Soros, fino alle norme sul finanziamento alle ong: è dalla riforma costituzionale del 2013 che l'Ungheria di Victor Orban si è messa in rotta di collisione con l'Ue sullo Stato di diritto. 

  • MIGRANTI - Per la Ue la riforma della legge sull'asilo presenta gravi violazioni dei diritti umani, prima fra tutte la detenzione obbligatoria di tutti i richiedenti asilo, compresi i minori, per l'intera durata della procedura di asilo.

  • DIRITTI SOCIALI - Dal dicembre 2010, quando il governo di Orban ha adottato una modifica della cosiddetta legge sugli scioperi, sono in linea di principio illegali.

  • LIBERTA' ACCADEMICA. Una nuova legge pone limiti molto stringenti alle università dell'Ue e di Paesi terzi, in contrasto con il diritto di libertà accademica, quello all'istruzione e la libertà d'impresa stabiliti dalle norme europee. Per questo a dicembre scorso la Commissione Ue ha deferito il Paese alla Corte di Giustizia della Ue.

  • INDIPENDENZA DELLA GIUSTIZIA - La Costituzione modificata ha dato facoltà al'Ufficio governativo dei giudici di spostare a piacimento giudici e processi. Inoltre ha limitato l'indipendenza dei magistrati. È stata poi ridotta le competenza della Corte costituzionale.

  • GUERRA ALLE ONG - La Commissione Ue ha avviato una procedura d'infrazione contro i requisiti più stringenti per le organizzazioni che ricevono finanziamenti dal'estero perchè viola le norme sulla circolazione dei capitali. Di fatto, ha spiegato l'Onu, servono a limitare o bloccare l'attività delle ong che si occupano di diritti e di migranti.

  • CONTROLLO DEI MEDIA - Secondo l'Ue le nuove leggi sui media limitano libertà di opinione ed espressione e non garantiscono una stampa priva di censura e restrizioni.

La reazione di Orban

Nonostante la grande quantità di fondi europei che l'Ungheria riceve, il premier Orban ha continuato fino all'ultimo a sfidare la Ue. Anche l'11 settembre, alla vigilia della riunione del Consiglio Europeo, il premier sovranista, leader del fronte di Visegrad anti-migranti, ha difeso la sua linea parlando di "patria", "nazione", "difesa dei confini" e agli eurodeputati in aula ha detto: "Budapest non accetterà minacce e ricatti delle forze pro-immigrazione".

Di fronte al pugno duro di Orban, Manfred Weber, il capo del gruppo popolare europeo cui appartiene anche il leader ungherese, ha annunciato che "se da parte di Budapest non ci sarà la disponibilità a risolvere tutti i problemi, si farà scattare l'articolo 7.1" del Trattato sull'Unione europea. Con le conseguenti sanzioni.

Perché è importante

La decisione spacca completamente l'Europa: socialisti e liberali sono schierati per il via libera alle misure punitive, i sovranisti ed euroscettici, tra cui la Lega di Matteo Salvini, sono contrari.

In Consiglio Europeo sarà il turno del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che dovrà decidere come e cosa votare. È diviso infatti, anche il voto in Italia con il Movimento Cinque Stelle pronto a condannare Orban a differenza di Forza Italia e della Lega che lo sostengono.

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