The Sweet Sixties: Narrazioni di Moda

Un’esplosione di colori e geometrie, una rivoluzione di stile nata dalle vetrine variopinte di Carnaby Street a Soho che ha poi dato vita alla Swinging London: sono i rivoluzionari anni Sessanta.

Iniziano infatti le prime rivoluzioni studentesche, le donne passano dal cotonarsi i capelli al caschetto liscio e sbarazzino, la minigonna di Mary Quant fa scuola e le gonne iniziano ad accorciarsi. La nascita dei collant dalle tonalità più accese, dal rosso al giallo, l’incredibile sbarco sulla luna che la moda ha rielaborato a modo suo con abiti composti da dischi in metallo e gli angioletti pop di Fiorucci che compaiono su jeans e t-shirt.

Curata da Stefano Dominella insieme a Guillermo Mariotto, The Sweet Sixties è una mostra-performance che ripercorre questo decennio interpretando lo stile e rievocandone le atmosfere. Il Museo Nazionale di Castel Santangelo ospiterà la mostra dal 27 marzo al 21 maggio e vedrà la presentazione di 50 look realizzati attraverso la tecnica dell’upcycling con il recupero di accessori e abiti provenienti da mercatini e negozi vintage.

«Questa è la decade in cui i giovani si sono scoperti tali per la prima volta» racconta Stefano Dominella. «Una dimensione fortemente borghese, all’improvviso, si è trovata a fare i conti con l’effervescenza britannica dei sixties, il ritmo dei Beatles, il fascino di James Bond, la minigonna di Mary Quant e le tendenze in fatto di moda di Soho e Kensington. E poi i film con Doris Day, Brigitte Bardot a Saint Tropez, Catherine Deneuve, Jane Fonda in Barbarella».

The Sweet Sixties: Narrazioni di Moda

La mostra si divide in cinque sale dove ognuna racconta un aspetto di quegli anni: la prima sala è dedicata a Carnaby Street, dove tutto prende inizio. La seconda sala invece vede protagoniste le colorate piume di Ken Scott e i dolci angioletti di Fiorucci. Il terzo capitolo omaggia la space age, dove Paco Rabanne e Pierre Cardin hanno riprodotto atmosfere spaziali con i loro abiti in pvc.

Quasi giunti alla fine, la quarta sala ci mostra un’esplosione di colori e ricami, con paillettes iridescenti e abiti glamour che riprendono vita dopo un’attenta selezione in archivi di sartorie come Battilocchi e Jole Veneziani.

L’ultima sala non poteva che raccontare l’accostamento dei colori protagonisti di quegli anni: il bianco e il nero. Vediamo infatti questi due colori giocare sempre tra loro, creando disegni geometrici e illusioni ottiche.

The Sweet Sixties: Narrazioni di Moda


«Una mostra-performance che restituisce potentissima una delle innate capacità della moda: fare cultura» afferma il Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura Lucia Borgonzoni «Il lavoro di selezione dei look e il percorso dei cinque filoni narrativi riescono perfettamente nell’obiettivo di rappresentare tutta la carica creativa di un decennio che ha segnato la storia e la cui voce è in grado di risuonare ancora oggi. Sa infatti mescolarsi alle voci della contemporaneità e agganciare tendenze che interpretano nuove consapevolezze, come ad esempio quelle legate agli acquisti “vintage” e al rispetto per l’ambiente, ambito nel quale la moda italiana sta già lavorando da tempo con risultati d'eccellenza a livello internazionale».

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