Telecom disarmata davanti allo straniero

Una volta confermato alla direzione generale del ministero dell’Economia, Vincenzo La Via dovrà mettere le ali ai piedi per varare i provvedimenti attuativi che consentono alla golden share, approvata dal governo Monti nel marzo scorso, di funzionare davvero. E non c’è tempo da perdere. In men che non si dica la Telecom Italia potrebbe essere conquistata da Li Ka-shing; la rete e servizi finirebbero in mano ai cinesi della H3g, senza opa e senza che il governo italiano possa impedirlo. In questo vuoto autorizzativo, che dura da un anno, può accadere di tutto.

La Telecom Italia resta un gruppo strategico in cerca di un assetto stabile e di capitali da investire, mentre lo scenario internazionale si sta facendo bollente. C’è aria di consolidamento, di fusioni e acquisizioni. La Vodafone, con i 100 miliardi di dollari realizzati dalla vendita della sua quota nell’americana Verizon, può fare shopping in tutto il mondo. France Télécom e Deutsche Telekom sono tornate a parlarsi per esplorare possibili intese. Un matrimonio è una scelta politica, perché i due gruppi dipendono dai rispettivi governi che, in questa fase, hanno rapporti un po’ burrascosi. Ma sull’altare del rilancio dell’asse Berlino-Parigi e di una strategia paneuropea le telecomunicazioni sono l’offerta perfetta.

La Telecom Italia è in balia di molte debolezze: quelle dei soci finanziari (con le Generali in fase di uscita dalle partecipazioni non assicurative) e quella del socio industriale, la spagnola Telefónica, oberata di debiti. Forte in Sud America, ma azzoppata dalla recessione nella Penisola iberica, non ha risorse per crescere, però non vuole nemmeno battere in ritirata. L’idea di una fusione, accarezzata dall’ex numero uno Marco Tronchetti Provera, è stata scartata dall’attuale presidente Franco Bernabè, che preferisce la via cinese.

La golden share potrà essere usata dal governo prima che venga scorporata la rete fissa: è proprio essa, infatti, a rendere strategica la Telecom ai fini degli interessi nazionali. Il cantiere è aperto, prima di chiuderlo passerà almeno un anno e mezzo, come fanno osservare alla Cassa depositi e prestiti, impegnata per suo conto nella rete a fibra ottica con la Metroweb, acquisita dalla Fastweb. Per tutti questi progetti si aspetta che il governo abbia idee in testa e strumenti operativi a disposizione. 

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