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(Ansa)
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Tasse e Superbonus, ecco le novità

Adempimento collaborativo, contenzioso tributario, Statuto dei contribuenti e revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche sono i tre schemi di decreti legislativi in attuazione alla riforma fiscale che sono stati approvati ieri nell’ultimo Cdm dell’anno. ''Si tratta di provvedimenti molto importanti, che contribuiranno a semplificare il sistema fiscale, rendendolo più equo e dinamico'', spiega in una nota il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo aggiungendo che con l’approvazione di oggi si è intervenuti “sul contenzioso tributario con l'obiettivo di velocizzare e semplificare i procedimenti, potenziando l'udienza da remoto, la digitalizzazione del processo nonché l'istituto della conciliazione giudiziale per deflazionare il contenzioso in cassazione”.

Il provvedimento più atteso resta quello sulla revisione dell’Irpef, dato che nel precedente Cdm l’approvazione era stata fatta slittare, per dare continuità alla legge di Bilancio. Nella Manovra, approvata dal Senato il 22 dicembre e che vedrà l’ok definitivo oggi alla Camera, è infatti prevista la riconferma del taglio del cuneo fiscale, per i lavoratori che hanno un reddito fino a 35.000 euro di sei punti percentuale e di sette per i redditi fino a 25.000 euro. Misura che deve essere letta insieme alla revisione degli scaglioni Irpef che comporta l’accorpamento dei primi due: per i redditi fino a 28.000 l’aliquota fiscale sarà del 23%, dai 28.000.01 a 50.000 euro si passerà al 35% e oltre i 50.000,01 euro si avrà una tassazione del 43%. Il vantaggio maggiore viene dunque concesso ai redditi medio bassi, fino a 28.000, dato che con la precedente suddivisione, la tassazione era pari al 25%. Da aggiungere, l’estensione della platea della no tax area che aumenterà fino a 8.500 euro. Soglia già prevista per quanto riguarda i redditi da pensione. Revisione fiscale che però andrà a penalizzare i redditi superiori a 50.000,01 euro. Per il 2024 è infatti prevista una franchigia di 260 euro per le detrazione del 19%, fatta eccezione per le spese sanitarie e i premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi, per tutti quei contribuenti che hanno redditi superiori ai 50.000, 01 euro.

Questa prima revisione delle detrazioni è stata fatta, come spiegato i mesi scorsi dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, per andare ad equilibrare il risultato finale derivante dall’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef. La riduzione delle tasse dal 25 al 23% ha infatti un impatto positivo anche per i redditi superiori ai 28.000 euro, e introducendo una franchigia di 260 euro, l’idea del governo è quella di garantire l’equità e la progressività fiscale. Da ricordare che nella riforma è comunque prevista una revisione totale delle tax expenditure, perché sono troppe e attualmente ingestibili a livello di bilancio dello Stato. In pratica, per molte non si conoscono il numero effettivo dei beneficiari e di conseguenza a quanto ammonta la spesa.

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