La Superlega non vi piace? Tenetevi questo calcio (morto)

Nell'ultima finestra di calciomercato il Chelsea da solo ha speso quanto la somma di Serie A, Liga, Bundesliga e Ligue1. E la Premier League, con i suoi oltre 800 milioni di euro investiti a saldo negativo, ha doppiato quelle che un tempo erano le competitor sul palcoscenico internazionale. Tutte ferme, come nel caso italiano, o condannate a procedere a marce ridotte in un sistema ultra polarizzato in cui il campionato inglese cresce a ritmo record, estraendo il massimo valore possibile dalla sua posizione dominante, mentre gli altri vivacchiano. E vedono impoverirsi in maniera costante il proprio patrimonio tecnico e competitivo, perdendo in proiezione forza contrattuale e appeal, condannati così a soffrire un gap crescente nei confronti della prima della fila.

La Superlega esiste già ed è la Premier League. Non è un caso che la stroncatura più netta e a tratti sarcastica del nuovo format lanciato dai promotori, con lo schermo della società A22 Sports Management che si sta occupando di provare a rimettere insieme i cocci della disastrosa presentazione nell'aprile 2021, sia venuta proprio dal Regno Unito. I titoli dei giornali l'hanno in fretta ribattezzata "European Zombie League", evocando una nuova rivolta di popolo come quella che accelerò la morte in culla del progetto originario di due anni fa.

La prima pagina del Daily ExpressDaily Expres

Può essere che il passo indietro dei cosiddetti 'ribelli' non sia ancora sufficiente a coagulare intorno all'idea di un calcio diverso da quello attuale una maggioranza solida. Il fronte appare compatto, almeno leggendo i comunicati ufficiali dell'ECA, associazione che riunisce i club europei, e dell'European Leagues, che raccoglie e rappresenta le leghe del Vecchio Continente. Gli stessi vertici di A22 Sports Management parlano di un processo non concluso e aperto ad altri confronti e contributi. Il punto centrale, però, è un altro: se anche questa Superlega non piace, qual è l'alternativa al calcio morto (o moribondo) che già è realtà in Europa?

Perché il mantenimento dello statu quo porta inevitabilmente su un percorso già disegnato e consentirà solo a qualche rara eccezione di sopravvivere e competere. Al di fuori della Premier League, che già oggi occupa 6 delle prime 10 posizioni (e 11 su 20) nella classifica Deloitte per ricavi, rimane poco o nulla: Psg che è una squadra-Stato, Bayern Monaco che da solo coagula tutto il valore del calcio tedesco (e che ha vinto in carrozza le ultime dieci Bundesliga), Real Madrid e Barcellona, due eccezioni nel panorama declinante della Liga e che comunque fanno parte del gruppo dei ribelli. Possiamo farcelo bastare?

Questa è la domanda cui gli oppositori della Superlega, in qualunque sua forma, devono rispondere in attesa del verdetto della Corte di Giustizia UE che potrebbe non chiudere del tutto la porta in faccia a un nuovo modello di governance del calcio europeo e mondiale. E aspettando il piano dettagliato di quanto annunciato in pompa magna parlando di una Superlega aperta e legata al merito, rispettosa dei campionati nazionali e solidale. Perché oltre gli annunci sarà bene vedere fino in fondo le carte. Poi decidere. Se anche una Superlega 'democratica' non vi piace, vuole dire che vi va bene diventare tutti sudditi calcistici di Sua Maestà?

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