Storie di donne: libri che raccontano vite, lotte, rivendicazioni

Annalisa Monfreda, Come se tu non fossi femmina

Annalisa Monfreda è giornalista e attualmente direttrice di Donna Moderna. Annalisa Monfreda è anche mamma di due bambine, che ogni giorno cerca di educare al rispetto di sé stesse facendoglielo, come prima cosa, respirare a casa. Come se tu non fossi femmina parte dunque dal rapporto con queste figlie, che viene raccontato con il pretesto di un viaggio in Croazia fatto tutte insieme, che l’autrice usa per arrivare, attraverso esempi e aneddoti teneri e divertenti, al cuore del discorso: essere donne oggi. Il testo dunque è pensato per essere per prima cosa fruibile da un pubblico vasto, la lettura è piacevole e l’immaginazione scorre facilmente su questa combriccola tutta al femminile (al padre delle bambine, ci racconta Monfreda, sono state revocate le ferie all’ultimo minuto!). Gli argomenti su cui si focalizza la riflessione di Monfreda sono però complessi: Come se tu non fossi femmina è un libro sulla maternità, ma anche sull’essere una figlia che diventa madre, sulle scelte di vita che l’autrice ha fatto, e sulla costruzione della personalità, che per ogni bambino, femmina o maschio che sia, è inevitabilmente condizionata anche dall’ambiente che lo circonda. Monfreda spera che le sue figlie questa personalità possano costruirla sentendosi per la prima cosa libere, da costrutti sociali e imposizioni, in una continua ricerca di sé.

Annalisa Monfreda
Come se tu non fossi femmina
Mondadori, 2018
168 pp, 16 euro

Jessa Crispin,Perché non sono femminista

Il pamphlet si concentra sulla questione dell’abuso di potere, ma lo fa da un punto di vista diverso rispetto a quello che provocatoriamente potrebbe venir definito “femminismo mainstream”, di cui si sono fatti portavoce esponenti della musica e del cinema soprattutto negli Stati Uniti. Il punto da cui parte l’attivista Jessa Crispin è la necessità di apportare cambiamenti strutturali nelle nostre socialità post-capitaliste. Il rischio, altrimenti, è che gli unici benefici di quella che per Crispin è una “rivoluzione di poche” riguardino solo una minuta élite di donne, senza apportare una vera uguaglianza e un reale cambiamento dei costumi. C’è un passo, che riassume bene il concetto che sta alla base del j’accuse di Crispin: “Chiedere a un sistema costruito con il preciso scopo di opprimere: «Ehm, per favore, smetteresti di opprimermi?» è assurdo. L’unica azione che ha senso intraprendere è smantellare completamente quel sistema e sostituirlo con un altro”. Da queste poche parole si può capire bene che Jessa Crispin non ha nessuna intenzione di cedere al politicamente corretto, arma di quel femminismo che non riconosce e che, per lei, è comunque espressione di un élite: magari con più donne al potere, certo, ma la sostanza non cambia. Crispin spiega dunque, con parole travolgenti, perché sia contro un femminismo gradito a tutti, e perché la sua lotta sarà sempre per un cambiamento radicale della società, in cui la collettività venga necessariamente prima del prestigio individuale.

Jessa Crispin
Perché non sono femminista
Sur, 2018
149 pp., 16,50 euro


Cavallo, E. Favilli, Storie della buonanotte per bambine ribelli 2

Il primo volume di Storie della buonanotte per bambine ribelli è stato un vero e proprio casoeditoriale. Uscito in U.S. nel 2016 grazie a un crowdfunding su Kickstarter e grazie al lavoro di due scrittrici e imprenditrici italiane, Francesca Cavallo ed Elena Favilli, è stato pubblicato in Italia nel 2017 da Mondadori e da allora si mantiene saldo in vetta alle classifiche. Potremmo definire Storie della buonanotte per bambine ribelli il capostipite di un trend editoriale fortunato, che dà voce alle storie di donne, più o meno famose, che con le loro azioni, i loro sogni, e le loro lotte sono state fautrici di piccole e grandi rivoluzioni. Questo secondo volume parte dai suggerimenti che sono arrivati, di persona o nella casella mail delle autrici, da lettori di tutto il mondo (oltre un milione!), che dopo aver letto il primo volume hanno immaginato di quali altre donne straordinarie avrebbero voluto un racconto. Accanto a figure celebri come Agatha Christie, Eleanor Roosevelt, e Mata Hari, ne troviamo altre meno conosciute, come la partigiana francese Andrée Epel e la biochimica Gery Cori, o appartenenti alla nostra attualità, come la conduttrice televisiva Ellen Degeners e la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini.

Francesca Cavallo, Elena Favilli
Storie della buonanotte per bambine ribelli 2
Mondadori, 2018
211 pp., 19 euro

Una, Io sono Una

Io sono Una è un memoir in forma di graphic novel, un’opera che riesce a trasmettere riflessioni durissime in una forma estremamente delicata. Una è una ragazzina come tutte le altre, che vive gli alti e bassi della crescita in una famiglia scalcagnata ma tutto sommato normale. Una incontra un uomo che la abusa, quando è ancora molto piccola, e di nuovo si trova in una situazione analoga negli anni dell’adolescenza: qualcosa dentro di lei cambia, un peso si annida nel suo cuore, ma non sa verbalizzarlo. La vicenda di Una è al tempo intima e universale: Una non è speciale nel suo dolore, è “una” tra le tante a cui è successo, la sua voce è la voce di una moltitudine silenziosa di storie più o meno simili che si ripetono identiche attraverso i secoli. La storia di Una si svolge poi sullo sfondo di una vera e propria epidemia di violenze nello Yorkshire: Una ha scampato un destino più atroce, ma il suo dramma individuale si inserisce nello stesso, tremendo, quadro dei fatti di cronaca che legge sul giornale. Io sono Una non si limita dunque al racconto di una vicenda personale: è la storia di una cultura misogina, sessista e violenta, radicata nel nostro occidente dorato, la storia di una società che, forse, sta cominciando a guardare in faccia i suoi mostri.

Una
Io sono Una
Add, 2018
207 pp., 19,50 euro

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