Le dieci più clamorose fughe di notizie della storia americana

Daniel Ellsberg è uno che se ne intende. Quarant'anni fa fu il protagonista della diffusione dei Documenti del Pentagono, le carte riservate sulla guerra del Vietnam. Quattro decenni dopo, l'ora attivista per i diritti civili fa un'affermazione precisa: l'America non ha mai conosciuto una fuga di notizie più importante della diffusione del materiale della Nsa avvenuta per opera di Edward Snowden.

Eppure, sono state molte le leaks, le fughe di notizie che hanno imbarazzato il potere del governo statunitense. La storia americana ne è piena. Alcune di queste rivelazioni hanno contribuito a determinare il corso degli eventi (vedi il Watergate), altre a condizionarli (Pentagon Papers), altre, hanno semplicemente permesso all'opinione pubblica di capire quali sono i meccanismi del potere. Negli ultimi anni, la maggior parte di queste fughe di notizie hanno riguardato il sistema di intelligence, e in particolare la Cia, che ha perso così molta della sua mitica autorevolezza.

1) Una nazione "nata" sulla diffusione di documenti riservati La pubblicazione nel 1773 su di un giornale di Boston delle lettere di Thomas Hutchinson diedero fuoco alle polveri già accese della Rivoluzione americana. Si trattava di una serie di missive scambiate alcuni anni prima con il cognato Andrew Olivier con valutazioni negative sulle tensioni provocate dai coloni radicali in lotta contro la Corona Britannica in Massachusetts. Quando il carteggio comparve sul Boston Gazette, Hutchinson era diventato governatore della colonia. L'effetto incendiario fu immediato. Quelle lettere (e le tasse imposte da Londra) diedero il là alle proteste che nel dicembre di quell'anno culminarono con la rivolta del Tea Party nel porto di Boston. Era stato Benjamin Franklin, che si trovava a Londra come rappresentante della colonia (e che grazie alla lettura di quelle missive divenne un fervente patriota), ad acquisire quelle lettere e poi a farle arrivare in Massachusetts, nelle mani di Samuel Adams, poche settimane prima delle loro pubblicazione.

2) Il trattato Jay con gli inglesi.Ma, quello non fu l'unico caso. George Washington si infuriò con Alexander Hamilton per una fuga di notizie durante le trattative nella primavera del 1794 con gli inglesi per quello che poi passò alla storia come il Trattato Jay (dal nome del diplomatico John Jay, che condusse i colloqui). James Madison, invece, la giurò al suo segretario di stato quando alcuni documenti riservati arrivarono nella mani dei suoi nemici nel Partito Federalista.


3) Guerra tra Usa e Messico: il caso Nugent.  John Nugent, un giornalista del New York Herald, venne arrestato e costretto a rimanere per un mese in una stanza del Congresso, guardato a vista da guardie armate (che lo facevano andare a casa alla sera,quando smontavano il turno ) per aver rivelato i contenuti dell'accordo segreto che metteva fine alla guerra tra Stati Uniti e il Messico. Era il 1848 e il presidente era James K. Polk. Nugent non rivelò mai chi gli passò le informazioni.

4) I piani anti-Hitler di Roosvelt. Un secolo più tardi, il 4 dicembre 1941, il Chicago Tribune intitolava a tutta pagina: "I piani di guerra di F.D.R." Il quotidiano, insieme ad altri, era venuto in possesso di una copia dei piani militari che l'allora presidente Roosevelt aveva chiesto di preparare allo stato maggiore delle forze armate in vista di una una guerra contro la Germania di Adolf Hitler. Di fatto, sui mari, dopo l'affondamento di alcune navi statunitensi, l'America era già in una situazione di conflitto non dichiarato con la Germania Nazista. Tre giorni dopo quell'articolo, arrivò la guerra aperta: l'attacco a Pear Harbour da parte dei giapponesi.

5) I pentagon papers.  il giugno del 1971 quando il New York Times iniziò a pubblicare i "Documenti del Pentagono" , carte riservate del Dipartimento della Difesa sul coinvolgimento degli Usa nella Guerra del Vietnam dal 1945 al 1967. La documentazione top secret rivelava come il governo americano avesse sistematicamente mentito al Congresso e all'opinione pubblica rispetto agli obiettivi e all'andamento della guerra nel sud. Daniel Ellsberg, un analista militare che era diventato un attivista per i diritti civili, l'aveva fornita al quotidiano. I Pentagon Papers contribuirono a far crescere la forza del movimento pacifista negli Usa. 

6) Il caso Gola profonda. Pochi anni dopo sarebbe stato il Watergate. Carl Bernstein e Bob Woodward furono in grado di condurre quell'inchiesta giornalistica che portò alle dimissioni di Richard Nixon grazie alle rivelazioni di Deep Throat, di Gola Profonda, così come venne stata chiamata in codice la fonte che forniva loro le informazioni e le piste su cui indagare. Il suo nome fu rivelato da Woodward solo la sua morte, nel 2005. Si trattava di Mark Felt, l'allora numero due dell'Fbi.

7) Valerie Plame Affair. Nel decennio della War on Terror, l'Agenzia di Langley è al centro dell'attenzione. Nel 2003 scoppia il Valerie Plame Affair. Un giornalista, Robert Novak, scrive che la donna è un agente della Cia sotto copertura. La rivelazione arriva dopo che il marito di Valerie, Joseph Wilson, un ex importante diplomatico statunitense, pubblica un articolo in cui smonta le giustificazioni trovate dall'amministrazione Bush per invadere l'Iraq. Sembra una vendetta contro Wilson. L'articolo di Novak porterà alle dimissioni dall'agenzia della Plame, ma anche a un'inchiesta su chi, dentro l'amministrazione abbia fatto la soffiata a Novak. Il nome verrà fuori: Lewis Libby, uno dei funzionari più importanti della Casa Bianca.

8) La vendetta di Sterling.Nel gennaio del 2011, Jeffrey Sterling, un ex funzionario di Langley viene arrestato perché ha fornito informazioni a James Risen, il cronista del New York Times vincitore del Premio Pulitzer, che ha scritto un libro nel 2006 sulle operazioni coperte della Cia. Nel volume si racconta che la rete di informatori dell'intelligence americana in Iran viene smantellata grazie a una serie di clamorosi errori da parte degli agenti inviati a Teheran. Secondo l'accusa, Sterling offre le sue informazioni a Risen per vendetta contro l'agenzia. Assunto dal 1993 al 2002, l'analista era convinto di essere stato discriminato perché la Cia non gli aveva dato il permesso di scrivere un libro su i suoi anni in servizio.

9)Kiriakou e il waterbording. John C. Kiriakou è invece il nome del primo (ex) funzionario a venire condannato per una fuga di notizie nella storia della Cia. E'il gennaio del 2013. La pena è di trenta mesi di prigione. Per 15 anni nell'intelligence (darà le dimissioni nel 2004), una carriera costellata di importanti operazioni (come quella che lo portò a catturare nel 2002, Abu Zubaydah, un pezzo grosso di Al Qaeda in Pakistan), Kiriakou era diventato un nome famoso per i giornalisti e i media nel 2007, quando andò in televisione a parlare del Waterboarding, la tecnica di interrogatorio utilizzata contro i terroristi. Nel 2012 viene messo sotto inchiesta per aver diffuso notizie riservate  tra cui il nome di un agente coperto della Cia inviando una mail a un cronista. Un anno dopo, la condanna.

10) Wikileaks.Nella recente storia, prima dell'Affaire Snowden, il caso di fuga di notizie che ha fatto maggiore scalpore è stato quello in cui è rimasto coinvolto il soldato Bradley Manning, attualemente sotto processo davanti a una corte marziale, accusato di aver scaricato e fatto arrivare migliaia e migliaia di documenti riservati del Pentagono e del Dipartimento di Stato a Julian Assange, il fondatore di Wikileaks. In servizio in Iraq, il giovane originario del Midwest, l'avrebbe fatto perché disgustato dalla guerra in Iraq.

Per l'amministrazione Obama questo è stato il primo, vero scandalo riguardante la fuga di notizie riservate. Ma se le rivelazioni di Wikileaks sono state abbastanza indolori per il governo degli Usa, quelle di Edward Snowden, al contrario, mettono il dito sulla piaga della piaga del rapporto di fiducia e trasparenza tra amministrazione e pubblica opinione. Quella dell'ex analista della National Security Agency in fuga dagli Usa è una pagina di Storia ancora tutta da scrivere.

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