Spread e Borsa plaudono al Napolitano bis

Spread giù, Borsa su. Il binomio vincente dei mercati, quello che fa capire che c'è fiducia, è tornato protagonista a Piazza Affari.

I listini di Milano hanno aperto con un balzo in avanti dell'1,81%, mentre la differenza di rendimenti tra i titoli decennali italiani e quelli tedeschi scendeva lentamente ma costantemente sotto i 280 punti, livello mai visto dallo scorso gennaio.

Cosa significa? Significa che l'elezione di Giorgio Napolitano a Capo dello Stato per la seconda volta dopo tutto il caos elettorale delle ultime settimane è stato interpretato dalle piazze finanziarie come un buon segno. Da premiare, con un'ondata di acquisti dei nostri titoli quotati (soprattutto quelli bancari che nelle prime ore della mattina volavano a ritmi anche del +4,5%) e con uno sconto sui rendimenti dei titoli di stato che equivale a etichettare il nostro Paese come meno rischioso (maggiore il rischio, maggiore il rendimento pagato, e viceversa).

Ecco quindi che lo spread scende, verticalmente. E il rendimento del nostro titolo di stato (Btp) a due anni cala al minimo storico dell'1,267%. Questa notizia è importante perché significa che nel breve periodo (due anni) l'Italia merita fiducia. È vista come un Paese meno a rischio rispetto a prima del Napolitano bis.

Stabilità (almeno parziale), possibilità di un Governo che avvii finalmente le riforme necessarie al Paese, che sblocchi i soldi per rifinanziare cassa integrazione, esodati e riforme del lavoro, che vada a fondo sul tema imprese e credit crunch. Il Napolitano bis significa, almeno sulla carta, tutto questo. Napolitano per la Borsa e i mercati è stato sinomino di "salvataggio", "interventismo" ed "equilibrio" già in passato. E ora si aspettano che lo sia anche nel prossimo futuro. A partire da domani.

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