Come parlare di soldi con i propri figli

I soldi sono l’ultimo tabù. Lo certifica Glenn Kurlander, consulente della ricchezza di Morgan Stanley che ha messo a punto un decalogo  in cui suggerisce come parlare di denaro ai propri figli. “Le famiglie si sentono a loro agio a parlare di qualsiasi argomento, droga, sesso e politica incluse. Ma le cose cambiano, quando si tratta di soldi”, osserva l’esperto. Il silenzio, in questo caso, non è l’arma migliore per preparare i propri figli ad avere a che fare con il denaro. La prima regola, secondo l’esperto, è tenere bene a mente che i soldi sono come il sesso: “I nostri figli ne sanno di più di quanto non dicano”. I bambini e i ragazzi, infatti, osservano come i genitori si rapportano con il denaro, quali mezzi di pagamento usano, come spendono e come gestiscono i propri fondi. “E sì, se viaggiano su un jet privato, probabilmente non ci metteranno molto a capire che la loro sia una famiglia facoltosa”.

Il secondo suggerimento invita a fare attenzione alle parole: “Non si può comprare una Porsche all’anno e poi cercare di spiegare ai propri figli che le cose materiali non contano”. Come non si può invitarli a dare i propri giocattoli in beneficenza, quando per primi non si fanno donazioni. “Il rischio, nel caso di una significativa discrepanza fra la teoria e la pratica, è che le nostre parole possono venire ignorate e noi possiamo essere percepiti come persone ipocrite”. Allo stesso tempo, i ragazzi hanno bisogno di imparare dalle conversazioni in famiglia. “Fra i temi da toccare – suggerisce Kurlander – ci sono le responsabilità e le sfide della ricchezza, ma anche come produrre ricchezza e come non venirne schiacciati come persone. E ancora, come rimanere se stessi se il proprio patrimonio dovesse andare perduto”. La quinta regola si applica al denaro, ma anche a qualsiasi altro argomento: “Non tenete una conferenza ai vostri figli, ma scambiate una conversazione. Un tema difficile come il denaro può diventare interessante se aiuta a mettere in discussione il loro modo di pensare, di vedere le cose”. E la paghetta? E’ importante, ritiene l’esperto, perchè permette ai ragazzi di fare esperienza, comprendere la gratificazione di risparmiare per raggiungere un oggetto desiderato. Si può cominciare dando in occasioni speciali ai più piccoli una cifra contenuta da spendere per i propri consumi. Verso i 6 – 7 anni si può passare a una somma settimanale. L’importante è non intervenire se l’importo viene speso interamente prima della fine della settimana, perchè questo vanificherebbe la lezione.

Aiutare i propri figli nei primi investimenti è un’altra strategia premiante: si può, per esempio, contribuire alla metà di un acquisto e invitarli a lavorare per guadagnare la parte rimanente. I clienti di Kurlander, infatti, si preoccupano per il fatto che i propri figli possano crescere senza sviluppare un’etica per il lavoro. Infine, ricorda l’esperto, parlare di soldi non è un argomento che si esaurisce con il tempo, le sfide che il mercato pone ai figli rendono sempre preziosi i commenti e l’esperienza accumulata dai genitori, a qualsiasi età. Per i più grandi,  con cui il denaro può essere un’occasione di scontro più che di incontro, Forbes suggerisce una serie di strategie aggiuntive  per evitare il conflitto, da dare suggerimenti generali a stilare una lista di acquisti prioritari, ricordandosi sempre di limitare i giudizi al minimo indispensabile. 

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