Silvia Morara

Shalpy a Panorama d'Italia: "L'Italia ora è pronta alle unioni civili"

"L'Italia è pronta al cambiamento". Shalpy, arriva sul palco spoletino di Panorama d'Italia assieme a suo marito, Roberto Blasi, sposato un mese fa, nella giornata in cui monsignor Krzysztof Charamsa, rivela la sua omosessualità e chiede alla Chiesa di aprire gli occhi.

Incalzati dalle domande di Alfonso Signorini, direttore di Chi, la "coppia di grande attualità" come la presenta lui, racconta il calore, l'affetto della gente: "ci fanno le congratulazioni, ci augurano tanta felicità. È arrivato il momento di regolarizzare le coppie di fatto. La nostra società non è più chiusa come un tempo".

E Singorini aggiunge: "Il governo Renzi ha promesso una legge, doveva essere varata in autunno, ma è slittata al prossimo anno perchè ci sono altre urgenze come se avere garanzie e assistenza da parte dello Stato non fosse urgente. È scandaloso".

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Schalpy a Spoleto per Panorama d'Italia
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Shalpy nel suo camerino prima di incontrare il suo pubblico a Spoleto
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Al centro Alfonso Signorini, direttore di Chi, con Shalpy (sinistra) e il marito Roberto Blasi
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Al centro Alfonso Signorini, direttore di Chi, con Shalpy (sinistra) e il marito Roberto Blasi
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Al centro Alfonso Signorini, direttore di Chi, con Shalpy (sinistra) e il marito Roberto Blasi
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Alfonso Signorini, direttore di Chi, con Shalpy
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Alfonso Signorini, direttore di Chi, con il marito di Shalpy, Roberto Blasi
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Shalpy al Teatro del Complesso di San Nicolò a Spoleto
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Da sinistra: Roberto Blasi, marito di Shalpy, Alfonso Signorini, direttore di Chi, Shalpy e Giorgio Mulè, direttore di Panorama
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Shalpy con una sua fan al Teatro del Complesso di San Nicolò a Spoleto

La lettera a Papa Francesco

Ma voi, chiede il direttore di Chi, perchè vi siete sposati? Per sfidare l'opinione pubblica? "Assoluntamente no - risponde Blasi che con Shalpy aprirà un albergo a Los Angeles che si chiamerà "Les Italiens"- l'abbiamo fatto per noi. Abbiamo ritenuto giusto dare un senso alla nostra storia d'amore". Perchè d'amore si tratta, incalza Shalpy, "io come cattolico mi sono sentito in difficoltà. Per questo ho scritto una lettera a Papa Francesco, chiedendo la sua benedizioine. Non mi ha risposto, ma non me lo aspettavo. Io non ho mai dichiarato la mia omosessualità, ma solo il mio amore".

Non è stato facile negli anni Ottanta e Novanta essere omosessuali, dice Shalpy. "Lo spettacolo per me è stato un rifugio. Ma oggi è diverso. La società italiana è pronta al cambiamento".

Figli e madri

Sui figli si apre il dilemma. "Ne volete?" chiede Signorini. "Io non ne sento la necessità - risponde Blasi, ma Shalpy, invece, "sì, io penso di sì. Perchè al di là di quello che impone la società io ritengo che l'affetto, l'amore non abbiano sesso".

Shalpy racconta che nella sua famiglia Roberto è stato accolto senza problemi: "l'immagine più bella è quella della mia mamma che tiene le mani mie e di Roberto insieme".

L'integralismo omosessuale

Signorini tocca infine un tasto delicato: la presenza, nella cultura omosessuale, della "macchietta", di tutte le forzature e gli eccessi, a suo avviso dannose per gli omosessuali. "È assolutamente così" concorda Shalpy. "C'è un integralismo omosessuale. Ma quello che fa male è che i politici usino questi integralisti per gettare fango. La difficoltà che abbiamo io e Roberto è mantenere la normalità. Bisogna andare oltre quello che si vede".

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