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Lo sguardo di Satana - Carrie, il remake: 5 cose da sapere

A distanza di 37 anni dal classico del cinema horror firmato Brian De Palma, viene rivisitata la storia di bullismo scolastico ed emarginazione tratta dal romanzo di Stephen King. Nel 1977 Carrie - Lo sguardo di Satana fu il primo film dell'orrore a essere nominato agli Oscar per le performance di Sissy Spacek e Piper Laurie. Il nuovo lungometraggio Lo sguardo di Satana - Carrie è nelle sale italiane dal 16 gennaio. 

Ecco cinque cose da sapere.

1) Primo horror per Kimberly Peirce

Per la regia è stata scelta Kimberly Peirce, regista classe '67 già autrice del crudissimo e indimenticabile Boys Don't Cry (1999). Dopo il dramma sul primo "disertore" della guerra in Iraq Stop-Loss (2008), per lei si tratta della prima volta che ha a che fare con un horror. Ciò aggiunge un certo realismo alla trama, anche se toglie il carattere più disturbante del film di De Palma, di cui Peirce è anche amica e da cui ha avuto la benedizione. 

2) Niente di nuovo, ma un aggiornamento alla società dei social media

Come ha dichiarato Peirce stessa, il suo interesse è stato più che altro restare fedele alla storia originale di King e non tanto creare una propria leggendaria versione artistica. "Volevo catturare l'essenza di Stephen King" ha detto. La sua rivisitazione infatti, sulla sceneggiatura di Roberto Aguirre-Sacasa (già autore di alcuni episodi della serie tv per teenager Glee), non aggiunge molto di nuovo all'immaginario già noto, anche se può esser utile per far conoscere la storia alle nuove leve. Chloë Grace Moretz interpreta Carrie, ragazzina emarginata e timorosa verso gli altri, repressa dall'educazione oscurantista e bigotta della madre, a cui dà corpo Julianne Moore
Catapultata nell'epoca contemporanea la storia si aggiorna sulle cattiverie degli adolescenti, che ora passano anche attraverso gli smartphone, i video e YouTube. 

3) Chloë Grace Moretz, adolescente vera e carina

Chloë Grace Moretz è uno dei più interessanti giovani volti del cinema. Non ha neanche 17 anni e già ha alle spalle una carriera quasi da veterana (Kick-Ass,Le paludi della morte, Hugo Cabret,Dark Shadows). Ha un talento indiscutibile e anche una certa famigliarità con ruoli dark (era lei la vampiretta di Blood Story, il rifacimento americano del meraviglioso Lasciami entrare).  A differenza di Sissy Spacek, la Carrie di De Palma che all'epoca del film aveva 27 anni, lei è davvero un'adolescente. Però, nonostante il suo viso irregolare, non ha tanto l'aria e il corpo della vittima: per quanto si sforzi a richiudersi nelle spalle "aggrucciate" è molto graziosa e non sembra una creatura totalmente indifesa e martoriata, così com'era la povera Carrie di Spacek, di notevole magrezza.

4) Meno horror e meno irrazionalità

Il film di Peirce è meno horror di quello di De Palma, anzi, è forse soprattutto un dramma sulla diversità e la non accettazione. Non ci sono scene di grande tensione e paura. La madre interpretata da Julianne Moore è meno inquietante di quella di Piper Laurie.
Anche la terribile scena finale, quando Carrie al ballo della scuola si vendica sui presenti, è meno tremenda. I suoi poteri telecinetici sono meno impulsivi, non intessono morte ciecamente, come una scheggia impazzita. Insomma, la professoressa di educazione fisica che difendeva Carrie qui si salva (ora si chiama Miss Desjardin, come nel romanzo, e non Miss Collins, e la interpreta Judy Greer): De Palma non la graziava, King sì. Carrie di Chloë Grace Moretz sembra una maga che con le mani, più che con lo sguardo, giostra i destini e ha un senso di giustizia razionale.

5) I giovani del cast

Il film di De Palma aveva lanciato un John Travolta ai suoi primi passi, che interpretava il cattivo Billy Nolan, il fidanzato di Chris (ieri interpretata da Nancy Allen, oggi da Portia Doubleday), che versa sangue di maiale addosso a Carrie. Fece da trampolino anche William Katt, il protagonista della serie televisiva anni '80 Ralph Supermaxieroe, che incarnava il bel Tommy Ross che invita Carrie al ballo. Ora Billy ha il volto dell'australiano Alex Russell e Tommy quello promettente dell'americano Ansel Elgort. Vedremo se avranno la stessa fortuna dei predecessori. 

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