Franco Gabrielli
ANSA/ETTORE FERRARI
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Lo sgombero dei rifugiati a Roma e la replica del capo della polizia

Lo sgombero di migranti effettuatto a Roma tra tensioni e scontri ha acceso polemiche. Dito puntato contro le forze dell'ordine, accusate di aver usato violenza nel disperdere un centinaio di rifugiati e richiedenti asilo eritrei, da alcuni giorni accampati in piazza Indipendenza.

Inevitabile la risposta del capo della polizia Franco Gabrielli. Che riconosce la gravità dei fatti ma non ci sta a fare il parafulmine: le vere responsabilità sono di chi ha acconsentivo che si vivesse in condizioni degradanti nel centro della città (leggi: l'amministrazione comunale della Capitale?). 

Ecco cos'è successo a Roma e la replica di Gabrielli. 

Le foto dello sgombero

ANSA/ANGELO CARCONI
Un momento dello sgombero dei richiedenti asilo insediatisi in piazza Indipendenza dopo essere stati allontanati dal palazzo di via Curtatone, occupato da quattro anni da circa 400 richiedenti asilo etiopi ed eritrei, Roma, 24 agosto 2017.

Le foto dello sgombero

ANSA/ANGELO CARCONI
Un momento dello sgombero dei richiedenti asilo insediatisi in piazza Indipendenza dopo essere stati allontanati dal palazzo di via Curtatone, occupato da quattro anni da circa 400 richiedenti asilo etiopi ed eritrei, Roma, 24 agosto 2017.

Le foto dello sgombero

ANSA/ANGELO CARCONI
Un momento dello sgombero dei richiedenti asilo insediatisi in piazza Indipendenza dopo essere stati allontanati dal palazzo di via Curtatone, occupato da quattro anni da circa 400 richiedenti asilo etiopi ed eritrei, Roma, 24 agosto 2017.

Le foto dello sgombero

ANSA/ANGELO CARCONI
Un momento dello sgombero dei richiedenti asilo insediatisi in piazza Indipendenza dopo essere stati allontanati dal palazzo di via Curtatone, occupato da quattro anni da circa 400 richiedenti asilo etiopi ed eritrei, Roma, 24 agosto 2017.

Le foto dello sgombero

ANSA/ANGELO CARCONI
Un momento dello sgombero dei richiedenti asilo insediatisi in piazza Indipendenza dopo essere stati allontanati dal palazzo di via Curtatone, occupato da quattro anni da circa 400 richiedenti asilo etiopi ed eritrei, Roma, 24 agosto 2017.

Le foto dello sgombero

ANSA/ANGELO CARCONI
Un momento dello sgombero dei richiedenti asilo insediatisi in piazza Indipendenza dopo essere stati allontanati dal palazzo di via Curtatone, occupato da quattro anni da circa 400 richiedenti asilo etiopi ed eritrei, Roma, 24 agosto 2017.

Le foto dello sgombero

ANSA/ANGELO CARCONI
Un momento dello sgombero dei richiedenti asilo insediatisi in piazza Indipendenza dopo essere stati allontanati dal palazzo di via Curtatone, occupato da quattro anni da circa 400 richiedenti asilo etiopi ed eritrei, Roma, 24 agosto 2017.

Cos'è successo a Roma

Alle prime luci dell'alba, nella mattina di giovedì 24 agosto, in piazza Indipendenza a Roma la polizia ha dato luogo a uno sgombero di rifugiati e richiedenti asilo eritrei, lì accampati. Sono volati getti d'acqua, manganellate e parole pesanti.

"Devono sparire, se tirano qualcosa spaccategli un braccio": è la frase chock pronunciata da un funzionario della polizia mentre rincorreva i migranti.

Roma: scontri Polizia-migranti: "se tirano qualcosa spaccategli un braccio"

Dopo che gli occupanti sono stati allontanati, un gruppo si è nuovamente radunato e ha tentato di bloccare il traffico in piazza dei Cinquecento, davanti alla stazione Termini. Sono stati lanciati oggetti e sassi contro gli agenti in tenuta antisommossa, che li hanno poi dispersi. L'operazione si è conclusa attorno alle 14. 

"Ci hanno preso per i capelli", hanno denunciato alcune donne eritree, definendo l'Italia un Paese fascita. Alcune sono rimaste contuse e hanno necessitato di cure ospedaliere. 

Cosa dice il capo della polizia

Dalla piazza, le tensioni si sono propagate nel mondo politico, in un fuoco incrociato di dichiarazioni di accusa o di difesa degli agenti. Inevitabile il commento del capo della polizia Franco Gabrielli, intervistato da Repubblica

"La frase pronunciata in piazza è grave, quindi avrà delle conseguenze", ha detto Gabrielli. "Abbiamo avviato le nostre procedure interne e non si faranno sconti".

Il direttore generale della pubblica sicurezza però non accetta che la polizia venga usata come capro espiatorio: "Ritengo altrettanto grave che l'idrante e le frasi improvvide pronunciate durate la carica diventino una foglia di fico. La gravità di quello che è successo in piazza non può diventare un alibi per coprire altre responsabilità, altrettanto gravi. E non della polizia", ma "di chi ha consentito a un'umanità varia di vivere in condizioni sub-umane nel centro della capitale. E dunque che si arrivasse a quello che abbiamo visto".

Gabrielli fa quindi riferimento a quanto, due anni fa, da prefetto di Roma, aveva stabilito una road map per trovare soluzioni alle occupazioni abusive: erano in programma oltre 130 milioni di euro per soluzioni alternative alle occupazioni abusive. "Qualcuno sa dirmi che fine ha fatto quel lavoro, e se e come sono stati impegnati quei fondi?", è la sua domanda sibillina.

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