Calcio e business: ecco le plusvalenze delle squadre di Serie A

Da ossigeno dei poveri a leva per sanare i bilanci di tanti, soprattutto delle big. Non più un affare di provincia, ma uno strumento utilizzato con sempre maggiore continuità; questo sono diventate le plusvalenze nel calcio italiano e questo raccontano i numeri aggregati dei bilanci della stagione scorsa.

Ci sono alcune avvertenze prima di maneggiare l'analisi condotta sui conti delle squadre partecipanti all'ultimo campionato di Serie A. La prima è che il sistema delle plusvalenze è assolutamente legale e quando si è avuto il sentore di comportamenti illeciti sono intervenute magistratura e giustizia sportiva. La seconda è che per alcuni club i numeri sono riferiti a bilanci chiusi al 31 dicembre 2017 e, dunque, quando saranno noti quelli del 2018 potranno esserci alcuni scostamenti.

Il dato aggregato, pubblicato dalla Gazzetta dello Sport nella tradizionale inchiesta sullo stato di salute del calcio italiano, dice che nella passata stagione le plusvalenze scritte a bilancio hanno toccato quota 731 milioni di euro. Una fetta non secondaria del totale dei ricavi della Serie A, saliti a 3,111 miliardi di euro comprese le plusvalenze (poco meno di 2,4 senza conteggiarle).

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Plusvalenze raddoppiate dal 2016 al 2018

L'esplosione di questa voce dei conti economici delle società italiane è evidente ed è fotografata alla perfezione dall'analisi che Panoramaha fatto sull'andamento delle ultime stagioni. Il fenomeno è rimasto sotto controllo fino al 2015 e ha cominciato a galoppare negli ultimi 24 mesi.

Si è passati nell'arco di due stagioni da 376 a 731 milioni di euro (+94%) e il grande balzo è avvenuto nell'estate della cessione di Pogba al Manchester United, aprendo l'era delle maxi plusvalenze e tracciando una strada che sino a quel momento era stata percorsa soprattutto da chi aveva necessità di limare i conti per rispettare il Fair Play finanziario oppure ne aveva fatto strumento per incassare e reinvestire sperando di mantenere vivo il circolo virtuoso.

Di fatto, le plusvalenze rappresentano oggi quasi un quarto del totale dei ricavi dei club italiani: 23,5%. Due anni fa erano attestati al 15,5%. Una progressione che preoccupa perché svela la difficoltà per tanti a incidere sulle voci strutturali del fatturato, dallo stadio agli incassi dell'area commerciale. E il diritti tv non possono coprire tutto. Ma così facendo si espongono le società al doppio rischio di una scarsa stabilità nella progressione e della difficoltà a costruire cicli tecnicamente vincenti.

Le piccole, invece, stanno progressivamente rinunciando al loro ruolo di vivaio del calcio italiano. E' una conseguenza anche del sistema dei prestiti che consente alle big di intercettare per tempo un potenziale campione, prenderlo e poi farci plusvalenza se non riesce a sfruttarne le qualità in prima squadra.

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La classifica delle plusvalenze della Serie A

L'altro dato incontrovertibile è che le plusvalenze sono sempre più uno strumento utilizzato dalle big e non più un affare di provincia. Prendendo la classifica della stagione 2017-2018 emerge che le prime (Juventus, Napoli e Roma) ne hanno accumulate per 178 milioni con una media di quasi 60 a testa

Alle spalle del podio e in zona Europa la media scende a 48 milioni con Inter, Lazio, Milan e Atalanta che ne hanno messe insieme per un totale di 193. Detto che le retrocesse si sono fermate a 9 milioni complessivi (il Crotone è addirittura andato in negativo) con una media di 3, il gruppone di centroclassifica si è attestato a 35.

Non è una novità, ma una tendenza consolidata dal 2016. Nella stagione precedente, infatti, le Big Three della Serie A (curiosamente sempre Juventus, Roma e Napoli) avevano fatto registrare una media di 113 milioni (340 complessivi), ovvero quasi il triplo rispetto alla media complessiva per club del campionato.

Ecco le plusvalenze club per club:

Juventus 93,9 milioni di euro

Fiorentina 87,2

Torino 71,2

Lazio 63,7

Roma 53,9

Inter 49,1

Atalanta 45,5

Sampdoria 36,7

Milan 34,7

Napoli 30,2

Genoa 27,5

Bologna 26,1

Chievo 24

Sassuolo 17

Cagliari 14,2

Udinese 6,8

Verona 6

Benvento 3,3

Spal 0,3

Crotone -0,2

Ultima annotazione: se pensate che nel 2018 le cose siano cambiate, vi sbagliate. La Juventus, solo per prendere ad esempio il club più ricco e che ha fatto i numeri più alti nelle ultime due stagioni, ha contabilizzato plusvalenze per 35,6 milioni di euro solo a luglio 2018 e ne ha aggiunte per altri 41 tra Sturaro, Audero e Cerri. Quota cento non è lontana e le altre si stanno muovendo sulla stessa strada.


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