Caccia al Milan

Tutti a caccia del Milan, campione d'Italia che a sua volta corre per aggiungere la seconda stella allo scudetto numero 19 conquistato lo scorso 22 maggio a Reggio Emilia. La stagione 2022/2023 che scatta prima di Ferragosto per poi fermarsi e lasciare spazio al Mondiale degli altri - anomalia assoluta che inciderà anche sul suo andamento - ha una guida chiara e indiscutibile: la squadra di Stefano Pioli non solo ha il tricolore cucito sulla maglia, circostanza che per definizione la rende lepre e non inseguitrice, ma esce dall'estate del mercato (non ancora finito) rinforzata nelle sue convinzioni.

Il fatto che si parta con ancora una ventina di giorni di trattative a disposizione non è ovviamente un dettaglio. Anzi. La griglia di oggi può non valere più il 1° settembre alle ore 20, quando suonerà il gong al calciomercato che ingloba le prime quattro giornate del campionato compresi alcuni scontri diretti tra grandi o presunte tali. Ecco, quindi, l'avvertenza di tutti gli anni con qualche attenzione in più oggi: i giudizi e le previsioni del 13 agosto non è detto siano definitivi; ci si risente il 2 settembre per un pronostico da stampare e attaccare al muro.

Fatta la premessa, ecco il ragionamento che deriva dall'osservazione di un'estate in cui, Juventus a parte, nessuno è andato oltreoceano per sfibranti tournée che sono state sostituite da percorsi di avvicinamento al debutto apparentemente più lineari. Anche questo è un prodotto di un calendario bulimico in cui dal 13 agosto al 13 novembre non ci sarà quasi spazio per respirare: 15 giornate di campionato e 6 delle coppe europee. Auguri, perché si replicherà dal 4 gennaio a giugno.

Chi parte in pole per lo scudetto? Il Milan. Manca ancora l'uomo che prende il posto di Kessie a centrocampo, ma Pioli ha in mano una rosa più profonda rispetto all'anno scorso: De Ketelaere è il più atteso di tutti per il carico di aspettative che porta con i 35 milioni che è costato ad Elliott. Le amichevoli hanno confermato l'identità dei rossoneri, non c'è nulla da inventare ed è un vantaggio rispetto alle avversarie. In prima fila, alle spalle del Milan, c'è l'Inter. Simone Inzaghi ha garantito che il mercato in uscita è chiuso e se fosse così Marotta e Ausilio gli hanno consegnato una squadra rinforzata da Lukaku e allungata con Mkhitaryan, Asllani e Bellanova. Dovesse andare diversamente sarebbe un guaio per i nerazzurri.

In seconda fila Juventus e Roma anche se Allegri è quello più indietro di tutti, nonostante la montagna di denaro (finanziata anche con cessioni pesanti) riversata sul mercato. I bianconeri sono un cantiere aperto, il ko con l'Atletico Madrid ha fatto suonare l'allarme anche perché il 2023 sarà l'anno del centenario della proprietà Agnelli e non sono consentiti passi falsi: niente transizione, insomma, l'obiettivo è lo scudetto. La Roma viaggia sulle ali dell'entusiasmo e i Friedkin hanno fatto sforzi immensi per accontentare Mourinho: Abraham, Dybala, Pellegrini, Wijnaldum e magari Zaniolo: chi ha un quintetto così in giro per l'Italia?

Terza fila per Lazio e Napoli. Incuriosisce Sarri che ha avuto tanto da Lotito, come anche gli oltre 21mila abbonamenti testimoniano in una piazza mai tenera con il presidente. A Napoli, invece, il clima è di depressione: De Laurentiis ha dato via alla rifondazione (Insigne, Mertens, Koulibaly, Ospina e forse Fabian Ruiz) per contenere i costi e provare a estrarre valore da talenti presi in giro per l'Europa: il compito di Spalletti non sarà semplice, anche se nessuno potrà chiedergli lo scudetto o un miracolo.

A seguire Fiorentina e Atalanta. Italiano ha per le mani un gruppo che dovrebbe migliorare: ha preso Jovic e confermato Milenkovic, viene da una stagione positiva e ha una traccia di gioco riconoscibile. Gasperini si è lamentato per il mercato della Dea ma ha il vantaggio di non avere tra i piedi le coppe, circostanza che lo rende privilegiato in un campionato così compresso e, quindi, potrebbe anche trovarsi molto più avanti della settima o ottava posizione di cui è accreditato.

Tra le outsider occhio al Monza italiano di Berlusconi e Galliani, pur chiarendo che l'obiettivo della parte sinistra della classifica è molto difficile da raggiungere per una squadra praticamente rivoluzionata. Il Torino viene da un'estate folle di liti e polemiche, non ha l'appoggio dei tifosi ma in panchina c'è un fuoriclasse nell'estrarre oro da qualsiasi potenziale.

Per chiudere la corsa a non retrocedere. Chi va giù? Indichiamo quattro indiziate più di tutte che sono due neopromosse come Cremonese e Lecce - ma attenzione alle ultime due settimane di mercato soprattutto in casa grigiorossa -, la Salernitana che un anno fa si è salvata per il rotto della cuffia e non pare migliorata e la Sampdoria per la quale è bene aprire un capitolo a parte. Impossibile programmare in un caos societario come quello blucerchiato: i dirigenti hanno fatto il possibile, ma prima di sblocca la cessione meglio sarà per tutti. E adesso, buon campionato.

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