Sanna MArin
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Sanna Marin, il premier finlandese più giovane del mondo

Non è solo il più giovane primo ministro al mondo. È anche il primo ad avere due genitori dello stesso sesso, due madri per la precisione. Ed è pure una donna. La socialdemocratica finlandese Sanna Marin, 34 anni, ha infranto vari tetti di cristallo, non solo quello dell'età.

Dopo le dimissioni del premier Antti Rinne, il 3 dicembre, Sanna è stata chiamata al comando di una coalizione di centro-sinistra con altri quattro partiti, tutti e quattro guidati da donne (di cui tre sotto i 35 anni). E non è finita. Quando questa settimana entrerà in carica, la neopremier avrà un ministro delle Finanze due anni più giovane di lei. Il suo nome è Katri Kulmuni: anch'essa donna, ça va sans dire.

Nel Paese nordico, che conta 5,5 milioni di abitanti, avere un premier donna non è una novità. Sanna sarà la terza ad accedere alla carica di primo ministro. Ma sarà la più giovane. E non solo in Finlandia, visto che la premier neozelandese Jacinda Ardern ha 39 anni e il primo ministro ucraino Oleksiy Honcharuk e il leader supremo nord-coreano Kim Jong-un ne hanno 35.

Cresciuta con la madre e la partner di sua madre, Sanna non ha vissuto un'infanzia facile. Nel 2015 ha dichiarato al sito finlandese Menaiset che, quand'era bambina, si sentiva «invisibile» perché non era in grado di parlare apertamente della sua famiglia.

Ma Sanna non è stata privilegiata neanche dal punto di vista economico: cresciuta in un appartamento in affitto, è stata il primo membro della sua famiglia a frequentare l'università. Ma è sempre stata incoraggiata a credere che avrebbe potuto fare quello che desiderava. E così è stato.

Entrata giovanissima nel partito socialdemocratico, è diventata sindaco della sua città natale Tampere (la terza della Finlandia, con 220 mila abitanti) a 27 anni, deputato a 30 anni e ministro dei Trasporti a 33 anni. A 32 anni ha anche avuto con il suo partner Markus Räikkönen una bambina, Amalia, che ora ha 22 mesi.

Anche adesso Sanna dovrà correre. Fino alla fine dell'anno, la Finlandia deterrà la presidenza dell'Unione europea. Per questo motivo, dovendo rappresentare il suo Paese al Consiglio europeo del 12 e del 13 dicembre a Bruxelles, entrerà in carica a brevissimo.

Al rientro in patria, dovrà affrontare la crisi che ha portato il suo predecessore alle dimissioni. Antti Rinne se ne è dovuto andare a causa della cattiva gestione dello sciopero dei dipendenti delle Poste, ma in Finlandia i problemi sindacali sono tutt'altro che risolti.

Nei prossimi mesi nel Paese nordico scadranno molti contratti collettivi e i potenti sindacati locali sono già sul piede di guerra. Anche perché sono molti irritati: in seguito a un «patto di competitività», fra il 2016 e il 2019 in Finlandia le ore di lavoro sono aumentate di tre giorni l'anno, ma i salari sono rimasti fermi. La strada, per Sanna, si fa in salita.

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