‘L’ultimo sopravvissuto’, un’inedita testimonianza dell’Olocausto

Si tratta forse di una delle ultimissime testimonianze dirette degli orrori dell’Olocausto. L’ultimo sopravvissuto (Newton Compton) è il racconto di Sam Pivnik, ottantaseienne polacco che ha attraversato uno a uno i gironi dell’inferno di Auschwitz.

Nato nel 1926 a Bedzin, appartenente a una famiglia ebrea, Sam venne deportato nel 1943 con madre, padre e fratelli nel famigerato campo di sterminio. Quasi immediatamente i suoi cari finirono i loro giorni nelle camere a gas, mentre lui iniziò l’estenuante lotta alla sopravvivenza tra gli orrori del lager.

Nel libro prendono forma i ricordi dell’anziano testimone. Sam Pivnik, con la matricola 135913 tatuata sul braccio, venne assegnato al cosiddetto Rampkommando, l’unità di prigionieri che si occupava di posizionare le passerelle necessarie a far scendere il carico di nuovi arrivati dai treni. Questo incarico gli permise di accedere a cibo in più e a merce da scambiare, tutto grazie ai bagagli dei passeggeri. Passò anche un periodo ricoverato nell’infermeria del campo a causa del tifo, e riuscì a passare miracolosamente molte delle famose selezioni di Auschwitz.

Ripresosi dalla malattia, Sam venne assegnato ai lavori forzati nella miniera di carbone di Fürstengrube, sempre nel complesso di Auschwitz/Birkenau. Ma, all’avvicinarsi dell’Armata Rossa nel gennaio 1945, il campo venne evacuato, e iniziò la “marcia della morte” nel gelido inverno polacco. Pivnik fu infine imbarcato sulla nave tedesca Cap Arcona, puntualmente bombardata dalla RAF, dalla quale riuscì ancora una volta a scampare.

Alla fine della guerra si trasferì a Londra, dove vive ancora oggi e dove collabora con varie associazioni di sopravvissuti alla Shoa. Una domanda in particolare gli viene rivolta spesso: perché ha aspettato così tanto per restituire al mondo la sua testimonianza? La risposta è nel libro:

“La coscienza mi chiese di dimenticare, di costruirmi una nuova vita, di andare avanti […] E un altro fatto è che un giorno ho capito che dovevo raccontare questa storia […] La mia generazione non rimarrà ancora a lungo in vita e un giorno tutto quello che sarà rimasto di noi saranno le nostre parole stampate.”

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- L’ultimo sopravvissuto – Sam Pivnik (Newton Compton)

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