Coronavirus: come ottenere il rimborso di viaggi, eventi e concerti

Viaggi, vacanze, ma anche matrimoni, comunioni, cresime, feste di compleanno, concerti, eventi, fiere e manifestazioni varie. Più di 9,6 milioni di italiani, a causa del Coronavirus, hanno dovuto cancellare o rimandare impegni che avevano in programma in questi mesi e per i quali avevano già sostenuto delle spese, denaro che nella stragrande maggioranza dei casi non è mai stato rimborsato.

La situazione più difficile è quella vissuta da coloro che avevano già prenotato le vacanze anticipando caparre, pagamenti di interi pacchetti, prenotazioni e cauzioni. Da quanto risulta da un'indagine condotta da Facile.it 2 famiglie su 3 tra quelle che avevano già prenotato le ferie e si sono trovate costrette a disdirle a causa delle restrizioni di movimento imposte dal Governo come misura di contenimento dell'epidemia da Coronavirus e costoro non hanno avuto diritto a alcun rimborso.

Solo nel 35% dei casi le strutture recettive hanno emesso i voucher come prevede la legge. Il cosiddetto voucher salva vacanza introdotto dal decreto Cura Italia del 17 marzo e confermato dal Decreto Aprile è un buono applicabile a tutti i contratti di soggiorno per i quali sia stato effettuato un pagamento e a tutte le strutture ricettive italiane, a prescindere dalla nazionalità del cliente e dalla sede dell'agenzia di viaggio o del portale attraverso cui è stata effettuata la prenotazione.

In pratica le strutture ricettive o le agenzie di viaggio hanno il diritto a convertire la spesa del cliente in un altro pacchetto vacanza valido per un anno senza dover re astituire al consumatore il denaro versato. Si tratta di una misura pensata per tutelare il settore turistico che versa in condizioni disastrose, ma secondo il Presidente del Codacons Carlo Rienzi, rappresenta un furto dei diritti fondamentali del cittadino.

"Con tale articolo i diritti degli utenti vengono cancellati con un colpo di spugna, e chi non potrà più partire perderà tutti i soldi già pagati per viaggi annullati durante l'emergenza coronavirus – afferma il presidente Carlo Rienzi – Una misura indegna di un paese civile, che il Codacons porterà all'attenzione delle istituzioni europee perché sanzionino la condotta di Governo e Parlamento che, con tale articolo, derogano in mondo ingiusto al Codice del Turismo, piegandosi al volere dei poteri forti".

In Italia, poi, nel corso della quarantena, sono già saltati 17.000 matrimoni e anche in questo settore il tema rimborsi è piuttosto delicato. Secondo quanto riporta la ricerca infatti, oltre migliaia di famiglie sono state costrette ad annullare la celebrazione di nozze già prenotate e il 29.1% del totale non ha ottenuto alcun rimborso. Percentuali simili anche per comunioni, battesimi, cresime o feste di compleanno dove 1 italiano su 2 che aveva prenotato locali, catering, musica o altro non ha rivisto un solo euro.

Sul fronte concerti, manifestazioni ed eventi si vive ancora nel limbo del rinvio e della speranza che il concerto tanto atteso non salti, ma venga solo spostato. Al momento il 25,2% delle famiglie italiane ha dovuto annullare o rimandare attività già prenotate e pagate a causa della pandemia. Nello specifico, il 12,3% del campione preso in esame non ha potuto assistere a concerti o spettacoli teatrali, percentuale che sale al 14,1% nel Nord Ovest, fino a sfiorare il 16% nel Centro Italia. Nel 49,2% dei casi è stata data la possibilità di riutilizzare quanto già acquistato in un'altra data, mentre nel 33,6% dei casi non si è ottenuto alcun rimborso.

Le associazioni dei consumatori mettono a disposizione dei cittadini moduli per richiedere i rimborsi di attività o eventi non fruiti, ma al momento in questo far west normativo tra decreti, cambi di rotta e marce indietro è tutto fermo con il rischio che, ancora una volta, a perderci siano i normali cittadini.

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