Reflex o mirrorless: cosa scegliere?

A distanza di 7 anni dall’uscita della Panasonic G1 - universalmente riconosciuta come la prima compatta a ottiche intercambiabili per il mass market - possiamo dirlo: le cosiddette mirrorless non hanno ammazzato le reflex. Pur perdendo quote importanti di terreno (soprattutto in paesi come Stati Unite e, ancor più in Giappone) le buone e vecchie Dslr sono infatti ancora molto apprezzate, soprattutto da alcune fasce di utenza.

C’è spazio per tutti insomma, con o senza specchio. Le necessità dei fotografi sono infinite e mai come oggi c’è bisogno di risorse dedicate. Non è più solo una questione di dimensioni. Scegliere una reflex piuttosto che una mirrorless significa prendere in considerazione tutta una serie di specificità che sommate possono fare la differenza. Qui di seguito proveremo ad analizzare le principali.

Le migliori fotocamere (reflex e mirrorless) oggi sul mercato

Nikon
NIKON D5500 - Anche Nikon, dopo Canon, si converte al touch-screen e lo fa con una reflex entry level dalle dimensioni compatte (per chi volesse c'è anche un obiettivo collassabile 18-55 mm in kit) ma dalla dotazione interna piuttosto generosa: il sensore DX da 24,2 megapixel, qui nella versione senza filtro passa-basso, è affiancato da un processore Expeed 4 e da un sistema autofocus Nikon a 39 punti. L’interfaccia tattile, accessibile dal monitor ad angolazione LCD variabile, comprende il tasto “virtuale” Fn touch che può essere personalizzato con otto regolazioni a piacere, tra cui punti AF, modi area AF, diaframma e sensibilità ISO. Da segnalare la presenza del Wi-Fi integrato per controllare la fotocamera a distanza o condividere le foto sul Web passando da uno smartphone o un tablet associato.

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Roberto Catania
Samsung è convinta di aver tutte le carte in regola per conquistarsi le simpatie dei fotografi più esigenti e la dimostrazione sta tutta in questa NX1, una compatta a ottiche intercambiabili che stupisce per velocità di scatto (fino a 15 fotogrammi al secondo), prestazioni video (si può girare in 4K) e autofocus (205 punti di rilevamento di fase). Il tutto racchiuso in un corpo macchina finalmente all’altezza dei concorrenti più blasonati. Ma è soprattutto in condizioni di scarsa luminosità che la nuova mirrorless coreana intende fare la differenza: il sensore da 28 megapixel Aps-C BSI Cmos, qui in abbinato al nuovo processore di immagine DRIMe V, può spaziare in un range da 100-25600 ISO (espandibile a 51200) e grazie a una tecnologia dedicata promette di ridurre il rumore senza ricorrere a sfocati artificiosi. Il prezzo è di 1499 euro.

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Roberto Catania
NIKON D750 - E' una full-frame dal prezzo non proibitivo (2190 euro, solo corpo) che va a inserirsi fra la D610 e la D810. Il sensore FX da 24 megapixel è la chiave di volta intorno alla quale è stata costruita una macchina leggera nel peso (750 grammi) ma robusta nella dotazione. Sugli scudi l’ampiezza della sensibilità (da 100 ai 12.800 ISO, estendibili fino a 50–51.200 ISO equivalenti), la velocità di scatto (fino a 6,5 fps) e il precisissimo sistema AF da 51 punti (di cui 15 a croce). Una reflex a pieno formato che piacerà agli amanti degli scatii al crepuscolo, dunque, ma anche a tutti coloro che pretendono da una macchina di nuova generazione una marcia in più sul piano delle prestazioni video e della connettività a bordo macchina. La possibilità di registrare filmati in Full HD a 50p e 60p e il Wi-Fi integrato, rappresentano in questo senso una garanzia per il futuro.

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Roberto Catania
CANON EOS 7D MARK II - Come si fa a migliorare una macchina che ha dettato legge per cinque anni nel segmento delle reflex Aps-C come la Canon Eod 7D? Semplice: basta inserire un nuovo sensore da 20 megapixel, un processore più veloce e un autofocus a 65 punti a croce capace di far impallidire modelli ben più blasonati. Insomma, pur senza snaturarne l’essenza (corpo ed ergonomia sono molto simili a quelle del primo modello), Canon ha dato alla sua reflex semiprofessionale - ora ribattezzata Canon Eos 7D Mark II - tutto ciò che le serviva per trascorrere un altro lustro da prima della classe. Compresa ovviamente una lunga lista di funzionalità per la registrazione video in Full HD, fra le quali spicca il sistema Dual Pixel CMOS AF già apprezzato sulla EOS 70D. La vedremo da novembre 2014 al prezzo suggerito (solo corpo) di 1.846 euro Iva inclusa.

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Fujifilm
FUJIFILM X100T - Non è solo l’ultima di una progenie di macchine a ottica fissa dal design volutamente vintage, ma anche un modello piuttosto interessante sul piano delle specifiche tecniche. Oltre al sensore X-Trans CMOS II da 16,3 MP e al processore di immagini EXR Processor II, la mirrorless giapponese sfrutta un innovativo telemetro elettronico (electronic rangefinder) per migliorare la messa a fuoco manuale e una caratteristica modalità di simulazione pellicola “Classic Chrome”. Sul piano ottico, tutto ruota intorno all'obiettivo Fujinon da 23mm f2. Dalle nostre parti è in vendita a un prezzo suggerito di 1.249,99 euro Iva inclusa.

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OLYMPUS PEN E-PL7 (599 euro) - Chi l’ha detto che per avere una buona mirrorless bisogna spendere uno stipendio? Olympus no di certo. Guardare per credere la nuova Olympus Pen E-PL7, che poi altro non è che l’ultima compatta a ottiche intercambiabili non professionale della casa giapponese. Quello che sembra un gadget un po’ glam pensato per accontentare le quote rosa della fotografia è in realtà una fotocamera senza "se" e senza "ma", con tanto di stabilizzatore ottico a 3 assi. Il display reclinabile verso il basso è la migliore risposta a quanti sostengono che il genere selfie sia una prerogativa dei soli smartphone.

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CANON EOS 70D - C’erano una volta le reflex che sapevano fare (anche) i video. Poi arrivò la Eos 70D e dimostrò, una volta per tutte, che le Dslr erano pronte per girare filmati con la stessa disinvoltura di una videocamera. Miracoli del sistema di Dual Pixel Cmos Af, una tecnologia brevettata che supera i limiti degli attuali sistemi di messa a fuoco ibrida: il risultato è una reflex che parla senza timori riverenziali ai videomaker, pur senza trascurare lo zoccolo duro dell'utenza classica di Canon (quella dei fotografi esigenti che vogliono poter contare su un parco ottiche senza pari). Il prezzo, solo corpo, è di 1184 euro.

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CANON EOS 100D - Se pensate che l’unica via possibile per la fotografia di qualità in formato tascabile sia quella di una mirrorless vi sbagliate di grosso. Provate per credere la nuova Canon Eos 100D, la reflex più piccola del mondo, una digital rebel sottoposta a cura dimagrante che sa fare tutto quello che si richiede a una Dslr al passo coi tempi, video full Hd compresi. Il valore aggiunto? Il touch screen di serie (utile soprattutto quando si tratta di mettere a fuoco in Live View) e la possibilità di accedere all’immenso parco ottiche di Canon. Prezzo (solo corpo): 699 euro.

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FUJIFILM X-E2 - Le linee retrò sono quelle già viste (e apprezzate) sulla X-E1. Ma all’interno cambia tutto, a cominciare dal cuore, un sensore Cmos X-Trans da 16 megapixel, qui supportato da un processore EXR di seconda generazione. Il risultato è una fotocamera mirrorles con una sensibilità variabile da 200 a 6400 ISO (estendibile a 100-25600 in formato Jpeg), raffica da 7 fotogrammi al secondo (3 fps con AF in continuo) e un sistema autofocus che punta a sfatare tutti i tabu sulla lentezza delle mirrorless. Eccellente l’accoppiata con le ottiche X-mount della casa e in particolare con il kit 18-55mm F2.8-4.0.

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NIKON D810 (2900 euro) - Sul pieno formato quest’anno Nikon ha letteralmente surclassato la concorrenza: ben quattro modelli, per tutti i gusti e per tutte le tasche (o quasi). Del quartetto, questa D810 è quella forse più inaspettata, forse perché nessuno pensava che la D800 - una full frame ancora piuttosto giovane - fosse già in aria da pensione. Sotto un corpo macchina sostanzialmente identico a quello della sua progenitrice, c’è un sensore da 36,3 megapixel senza filtro passa-basso che permette di scattare a velocità supersoniche (fino a 5 fotogrammi al secondo in modalità FX) e sempre con una certa sensibilità (fino a 51.200 ISO equivalenti). Frugando fra le centinaia di risorse a disposizione si scopre un’interessante funzione “a gruppi” studiata per migliorare la velocità di messa a fuoco e definire un miglior isolamento dallo sfondo anche in condizioni di scarsa luminosità

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NIKON D4S (6000 euro) - Per la serie ti piace vincere facile, ecco una reflex che potrebbe far venire l’acquolina in bocca persino a un canonista. La ricetta è collaudata: prendi la miglior reflex full frame di Nikon, potenziane il sistema autofocus e le prestazioni video e guarnisci il tutto con qualche spolverata di controlli qua e là. Il risultato è una Dslr professionale da leccarsi i baffi anche se con un unico, grande difetto: il prezzo è più vicino a quello di un’automobile che non a quello di una fotocamera.

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NIKON DF - Una reflex capace di combinare le migliori tecnologie del presente con le linee del passato: sembra l’uovo di colombo ma c’è voluto un colpo a sorpresa di Nikon per dare al mercato qualcosa che prima non c’era. Nessun fronzolo, nessun effetto speciale, nessuna funzionalità extra-fotografica (nemmeno i video): la nuova Df è un oggetto irresistibile dedicato ai puristi della fotografia senza “se” e senza “ma”. Sotto il corpo macchina (che pare quello di una reflex a pellicola degli anni Settanta) c’è in realtà una Nikon D4 sotto mentite spoglie. Prezzo (con obiettivo AF-S NIKKOR 50mm f/1.8G e SD 8 GB Lexar): 2.990 euro

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OLYMPUS OM-D E-M1 - A proposito di compatte ammazza-reflex, ecco un altro (buon) esempio di mirroless professionale. Che una Micro Quattro Terzi così ambiziosa non l’avevamo mai vista: il sensore da 16 megapixel è il perno intorno al quale la casa giapponese ha costruito un meticoloso reticolo di risorse tecnologiche, sulle quali spiccano il sistema autofocus da 81 punti (a contrasto), un mirino elettronico da 2,3 milioni di punti, un sistema di stabilizzazione ottica su 5 assi e la connettività Wi-Fi integrata.

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PANASONIC LUMIX DMC-GX7 - Non è solo una delle più affascinanti mirrorless in circolazione. La nuova “retro-camera” del gigante giapponese è anche uno dei modelli più equilibrati per ciò che riguarda la capacità di combinare qualità d’immagine (per dettagli, colori e rendimento ai bassi ISO siamo a livelli più che buoni), dimensioni (minimali) e controllo (ben nove pulsanti personalizzabili e mirino elettronico integrato). Prezzo: 999 euro.

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PANASONIC LUMIX DMC GH4 (1499 euro solo corpo) - La questione è dibattuta da tempo: si può avere una macchina fotografica che sia capace di scattare foto d’autore e al tempo stesso girare video di qualità professionale? La risposta di Panasonic sta tutta in questa Panasonic Lumix GH4, una compatta a ottiche intercambiabili che per molti rappresenta l’ultimo chiodo nella bara delle videocamere. Risoluzione a parte (c’è il supporto al 4K, casomai il Full HD vi sembrasse poca roba) è soprattutto il nuovo sistema autofocus (Depth From Defocus AF) a strappare applausi: qui in pratica il processore elabora le informazioni relative allo sfocato di tutti gli obiettivi Lumix a tutte le distanze, così da guadagnare velocità nella messa a fuoco del soggetto.

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SONY ALPHA A77 II (1199 euro solo corpo) - Sony pensa di avere tutte le carte in regola per contendere a Canon, e alla sua Eos 7D Mark II, il titolo di reginetta reflex della fascia media. E questa Alpha A77 II, bisogna dirlo, mette sul piatto delle argomentazioni piuttosto convincenti. Ad esempio: una raffica da 12 fotogrammi al secondo, una sensibilità che si spinge fino a 25.600 ISO e un autofocus da 79 punti. E poi, come in tutte le fotocamere Sony di nuova generazione, c’è un sistema di connettività wireless che consente a chiunque abbia uno smartphone o un tablet (di qualsiasi produttore) di importare le foto e i video e pubblicarli in rete in poco più di una manciata di secondi. Considerato il prezzo molto invitante il numero di potenziali acquirenti potrebbe essere davvero nutrito.

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SONY α7S - Si può senz'altro dire che il terzo capitolo della famiglia di compatte a ottiche intercambiabili con sensore full frame di Sony sia quello più riuscito. E forse anche il più adatto a rispondere alle necessità di tutti quei professionisti che non hanno più il budget dei bei tempi ma vogliono comunque tenersi aggiornati coi modelli allo stato dell’arte. Del resto la dotazione messa sul piatto dalla casa giapponese farebbe impallidire anche la più snob delle reflex di fascia alta: range ISO da 100 a 102.400 (che diventa 50-409.600 in equivalenti), funzionalità video 4K e Full HD fino a 1080/60p. Insomma una fotocamera dalle dimensioni davvero ridotte che promette di scattare e filmare praticamente al buio

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SONY α7 - Dove possono arrivare le mirrorless? Per farsi un’idea (concreta) è sufficiente dare un’occhiata alla nuova Sony α7, di fatto la prima compatta senza specchio costruita intorno a un sensore full-frame. Un piccolo concentrato di tecnologia di fascia alta (il prezzo, 1699 dollari, ne fa un oggetto per pochi eletti) che mette sul piatto il meglio del meglio dell’arsenale Sony, compreso un nuovo processore Bionz X, un mirino elettronico XGA Oled e una serie di opzioni per la connettività a tutto campo.

Dimensioni
Su questo fronte non c’è partita. La mancanza dello specchio - e la conseguente riduzione della distanza fra obiettivo e sensore - consente alle mirrorless di essere mediamente più piccole rispetto alle reflex. La riduzione degli ingombri è evidente anche in lunghezza, dal momento che una compatta a ottiche intercambiabili dispone in molti casi di un sensore più piccolo (ad esempio un Micro Quattro Terzi) che non necessita di lenti monumentali per essere illuminato.

Va detto, comunque, che negli ultimi anni il gap fra i due mondi si è un po’ assottigliato: le reflex, grazie ai progressi della miniaturizzazione, sono riuscite in alcuni casi a contenere gli ingombri (si pensi ad esempio alla Canon Eos 100D o alla Nikon D3300); le mirrorless, dal canto loro, si sono fatte in alcuni casi più massicce proprio per la necessità di integrare ottiche sempre più importanti. In linea di massima su può comunque dire che una compatta a ottiche intercambiabili sia circa la metà di una reflex di pari prestazioni.

Sensore
In linea generale, la resa fotografica è tanto migliore quanto più grande è il sensore. È un concetto che non ha nulla a che vedere con i megapixel (che esprimono invece la risoluzione) ma con la superficie disponibile e quindi con la maggiore o minore capacità di acquisire luce.

Sotto questo profilo le macchine con sensore full frame (equivalenti a un 35x24 mm) sono quelle che sulla carta offrono una migliore qualità, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità; seguono i modelli con sensore Aps-C, le cosiddette Quattro Terzi (uno dei formati più diffusi fra le mirrorless) e le fotocamere a formato CX (perlopiù Nikon). Se le reflex si concentrano perlopiù sui primi due formati, le mirrorless vanno sostanzialmente a tutto campo (persino sul full-frame) anche se, per una questione di ingombri generali (corpo macchina più ottiche), il Micro Quattro Terzi sembra essere ancora il “taglio” privilegiato.

Mirino
Dopo la voce “ingombri” è quella che pesa di più a livello di differenze. Il mirino ottico di una reflex è impareggiabile, nel senso che permette al fotografo di immergersi nella scena con un grado di realismo pari a quello dell’occhio umano.

Negli ultimi, anni, tuttavia, i produttori di mirroless si sono attrezzati per offrire una valida alternativa digitale: i cosiddetti EVF - di fatto dei mirini elettronici - non saranno forse realistici come le omologhe unità ottiche ma sono sempre più definiti, reattivi (grazie ai sensori di prossimità si attivano e disattivano con molta precisione all’avvicinarsi dell’occhio) e soprattutto ricchi di informazioni aggiuntive.

Certo, si tratta di un componente in più da alimentare e questo si ripercuote negativamente sui consumi, ma per chi proprio non vuole o non riesce a comporre la scena solo col display si tratta comunque di un prezioso alleato.

Autofocus
Chi ha lo specchio (le reflex) può inviare una parte della luce ai moduli AF. Chi non ce l’ha (le mirrorless) non può sfruttare i sistemi a rilevamento di fase ma deve ripiegare sui più modesti sistemi a misurazione di contrasto (come succede nelle compatte). E lo stesso dicasi per la misura dell’esposizione.

Ciò può rappresentare un handicap, soprattutto per chi ha necessità di fare foto sportive, ma i progressi mostrati dalle mirrorless di ultima generazione sono consistenti, senza contare tutte quelle funzionalità esclusive - ad esempio il focus peaking o l’ingrandimento digitale della porzione di immagine da mettere a fuoco - che fanno di questo segmento, un alternativa piuttosto unica nel genere.

Ottiche
Il campionario delle ottiche reflex è inarrivabile, soprattutto sui marchi più rinomati. Col passare degli anni, però, le mirrorless stanno riducendo il gap. Oggi ci sono alcuni marchi - è il caso di Panasonic e Sony - che possono contare su un parco ottiche davvero completo anche se in alcuni casi le lenti sono piuttosto costose (le ridotte dimensioni di sensori come il Quattro Terzi richiedono obiettivi con un potere risolvente molto elevato al fine di risolvere adeguatamente i 10 o più megapixel stipati in una superficie ridotta).

Grazie agli adattatori, in ogni caso, sia le reflex che le mirrorless possono montare quasi tutte le ottiche vintage, ovviamente perdendo autofocus ed automatismi.

Video
Tutte le considerazioni fatte finora relativamente a dimensioni, sensore, fuoco possono essere mutuate anche sul fronte delle funzionalità video. Di certo, su questo fronte il mirino ottico non è più una discriminante dal momento che le riprese passano sempre da un display digitale. Meglio sicuramente puntare su altri fattori: risoluzione, fattore di compressione, elevato fps, presenza di ottiche motorizzate e ingresso per il microfono.

L’impressione è che negli ultimi tempi le mirrorless si stiano mostrando leggermente più aggressive rispetto al mondo Dslr: macchine come la Panasonic GH4 sono forse la migliore espressione dello stato dell’arte delle macchine compatte a ottiche intercambiabili per il mondo dei videomakers.

Conclusioni
La scelta fra una reflex e una mirrorless non può essere fatta in modo assoluto a aprioristico ma deve essere calibrata in base alle necessità del singolo.

Lo street photographer o in genere chi ha bisogno di un attrezzo compatto, facile da portare in viaggio, sceglierà con molta probabilità una mirrorless, magari dotata di un’ottica fissa supercompatta (i cosiddetti pancake).

Chi vuole un attrezzo per fare fotografia sportiva, ritrattistica, o comunque adatto per tutte quelle circostanze nelle quali autofocus, mirino ottico e sensibilità agli alti ISO possono fare la differenza, prediligerà una reflex, meglio ancora se Full Frame.

Che si vada da una parte o dall’altra, in ogni caso, non si può prescindere dall’innesto di ottiche di buona qualità, oggi come ieri vero valore aggiunto per chiunque voglia cimentarsi nella fotografia di qualità.

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