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(Ansa)
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I razzisti antisemiti che ci hanno dato lezioni di razzismo

Non c’è niente di meglio della realtà per capire lo stato delle cose. Dal 7 ottobre a ieri in Francia gli episodi di antisemitismo sono stati 800; 20 quelli avvenuti negli Stati Uniti; in ordine di tempo ieri a Vienna è stato sfregiato il cimitero ebraico e anche in Italia ne sono successe di tutti i colori. Ieri a Roma è stato dato fuoco a due della note «pietre di inciampo» mentre sempre ieri, ma lo si è saputo solo oggi, a Milano, la civile e moderna Milano, una donna ebrea scesa in strada per buttare la spazzatura si è trovata disegnata una stella di Davide con all’interno un numero, non un cifra a caso, proprio quella del suo interno. Siamo quindi alla caccia all’ebreo nel più profondo dei dettagli: 3° piano, scala B, appartamento 6. Ora manca solo l’antisemita esaltato che compia la strage ed il cerchio è chiuso.

Abbiamo già scritto dell’antisemitismo imperante; abbiamo già scritto dei mandanti religiosi, politici, intellettuali. Centri sociali, collettivi studenteschi di licei ed università anche a Milano da settimane scendono in strada a scandire slogan anti israeliani, antisemiti.

Si tratta dello stesso mondo, molto vicino alla sinistra, che ha provato a dare lezioni al mondo di anti-razzismo. Non solo. Adesso vanno oltre. Adesso, senza ammetterlo, ci dimostrano che quello contro gli ebrei non è razzismo, ma la giusta reazione agli atti (sbagliati) di Tel Aviv e della sua gente. Guai però a dire lo stesso di una persona di colore, o di un musulmano…

Provate ad immaginare la scena. Invece della donna ebrea a scendere le scale del palazzo per buttare la spazzatura ecco una donna musulmana. Sul muro, al posto della stella di Davide un simbolo del Corano e all’interno il numero del suo appartamento. Immaginiamo che lo stesso giorno a Roma, invece delle pietre d’inciampo ad essere danneggiata è una moschea. Cosa sarebbe successo?

Il circo mediatico (di sinistra) si sarebbe messo in moto con i soliti slogan sul «clima d’odio», sulla «destra che avanza», sulla «deriva fascista». Ci sarebbero stati appelli ed occupazioni nelle scuole, manifestazioni di sostegno agli assaliti; i soliti noti sulle tv avrebbero rialzato la voce. Oggi invece solo silenzio, che però ci dice tante cose.

Ci dice che i veri razzisti alla fine sono quelli che danno del razzista agli altri. Sono quelli che oggi stanno condividendo il video del consigliere comunale di un paese vicino a Catania che ha fatto il braccio teso, gridando «Heil Hitler» (una cosa che non ha logica e giustificazione) ma su quanto accaduto contro gli ebrei lasciano correre.

Sappiano queste persone che ormai la maschera è caduta: sappiamo chi e cosa siete. Quindi, in futuro, risparmiateci lezioni di ogni tipo.

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