La vera sfida della Rai non è trattenere Amadeus ma sostituirlo al meglio

Cosa fatta, ormai: manca solo la firma o forse Amadeus lascia la Rai dopo la fumata nera, nerissima al termine dell'incontro avuto con il Dg Rossi e forse ha scritto proprio ora il suo nome e cognome sul nuovo accordo milionario con il Nove. Il primo a rivelarlo è stato Dagospia: «Il contratto verrà chiuso definitivamente dagli avvocati». Poi è arrivato Fiorello a fare ironia su Viva Rai Due: «Amadeus lascia la Rai e va al 4+5». Infine, chiunque ha detto la sua e fatto ipotesi sul futuro di Amedeo Sebastiani, mentre in Rai tutti accusavano tutti smentendo qualunque ricostruzione. Povere creature. Poor things. E Ama prima eroe, a tratti vittima, a un certo punto simbolo del familismo più imbarazzante. Ma andiamo con ordine. Potrebbe diventare il nuovo responsabile dell’intrattenimento del Nove che è quel che avrebbe potuto avere in Rai ma per un po’ di denaro in meno perché sulla rete pubblica si deve rispettare il tetto dei compensi dei conduttori. Naturalmente, non è solo questione di soldi. L’Ad Sergio lo voleva, il dg Rossi per lui non è mai impazzito granché quindi il fenomeno di cinque festival di Sanremo record avrebbe tolto il disturbo lasciandosi comprare dal gruppo Warner Bros-Discovery. Seguendo Fabio Fazio e Luciana Littizzetto e, forse, portando con sé a settembre l’amico di una vita Fiorello. Ma anche lui ha negato: «Ho il contratto blindato col mio divano. Addirittura mia madre mi ha chiesto ‘dove min**ia è questo Nove? Io smentisco, a me nessuno ha offerto nulla, nessuno mi ha chiamato. La mia risposta è: divano».

Ora. Premesso che nessuno dovrebbe occupare la Rai come sono riusciti a fare gloriosamente Pippo Baudo e Raffaella Carrà e che le ere geologiche sul piccolo schermo dovrebbero essere riservate ai documentari, la presenza di Amadeus, 61 anni, non poteva essere eterna. Neanche se era riuscito ad assicurare 100 milioni di euro all’anno in pubblicità. Per questo, in teoria, è ancora valido l’appuntamento al settimo piano di viale Mazzini con Giampaolo Rossi, direttore generale della Rai: perché Amadeus ha continuato a fare cassa.

Solo che, proprio per questo, ha cominciato a spazientirsi quando qualcuno si è permesso di imporgli persone e impegni. Tutto è cominciato a gennaio, poco prima del festival. È allora che si è rotto il suo rapporto professionale con Lucio Presta: pare che il manager più potente della tivù si comportasse con lui come d’abitudine, cioè pretendendo di affibbiargli a tutti i costi i suoi “protetti”, cioè i suoi clienti, nella line-up di Sanremo. E a quel punto lui ha detto no con il sostegno perfino della Rai. Chissà perché, visto che per 25 anni ha funzionato.

Senonché qualcuno sostiene che siano stati i malumori accumulati dalla moglie di Amadeus, Giovanna Civitillo, a decidere per l’addio a Presta e, a seguire, alla Rai. L’ex ballerina dell’Eredità aspirava alla conduzione di un programma tutto suo e non ne poteva più di passare per una “raccomandata” a cui affidavano ruoli minori perché nella tivù pubblica va bene tutto ma fino a un certo punto: polemiche & familismo in diretta non vanno granché d’accordo, ovvio.

Altri dicono fosse invece parte di una strategia di FDI: prendere la tivù pubblica e fine, sbarazzarsi di Fazio, Littizzetto e poi anche di Presta che, a un certo punto, era diventato addirittura renziano. Fare piazza pulita insomma, piano piano.

Sì, ma Amadeus? Secondo il Corriere della Sera il conduttore avrebbe fatto cadere una serie di richieste “inaccettabili” per il suo Sanremo 2024. Sembra che la Lega volesse Povia tra i cantanti in gara, che Fratelli d’Italia avesse un debole per Hoara Borselli e bramasse infilarla come ospite all’Ariston e che poi sventolasse il solito Mogol come bandiera fino a sponsorizzarlo come direttore artistico. Nisba. Amadeus ha detto no. Eppoi gli hanno chiesto un pranzo “legittimatore” con Pino Insegno, il meloniano rientrato in Rai grazie alle sue simpatie mai nascoste per la premier. Ecco, a quel punto qualcosa si è rotto nel cuoricino del più amato dei conduttori dai tempi di Mike Bongiorno.

E adesso? È in pole position Stefano De Martino, il ballerino ex marito di Belèn Rodriguez: potrebbe presentare Affari Tuoi. Al Festival di Sanremo se la giocano invece Carlo Conti e Antonella Clerici. Cioè, si va sul sicuro. Ma potrebbe avere una chance anche Alessandro Cattelan.

Dicono che in Rai Ama soffrisse. Si disperava perché avrebbe voluto innovare, trovare eredi, lanciare nuove proposte e invece nessuno gli permetteva di sperimentare, correre, volare appunto. Del resto, chi conduce in Rai non può anche produrre e firmare programmi. Ma è anche vero che se non è la tivù pubblica a investire in idee promettenti, esplorare altri format, smettere di essere terra di conquista e trovare il coraggio di puntare tutto su qualità e cambiamento, a chi spetta questo ruolo?

Non ad Amadeus, a questo punto. Che alla fine, forse, se ne andrà perché a 61 anni ha solo voglia di fare a modo suo, riunire la famiglia a Milano e inventare un’altra televisione: per 15 milioni in 4 anni, pare. Si porterà al Nove i Soliti ignoti perché stanno scadendo i diritti Rai e Warner Bros anela a un prime time già fidelizzato da cui partire alla conquista dell’Italia, con i suoi 5 milioni e mezzo di telespettatori certi. E poi? La tappa n° 2 della rinascita di Mister Sanremo potrebbe diventare ancora uno show musicale, forse dall’arena di Verona, oppure dagli Studios perché X Factor termina il contratto con Sky proprio nel 2025. Già, a questo punto Amadeus volerebbe. Ancora.

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